L'INVESTIMENTO

Pannelli solari spaziali, per Solestial round da 10 milioni

La startup nata come scorporo dalla Arizona State University punta a produrre in grande scala impianti a basso costo ed elevata affidabilità per utilizzi orbitali. A capo del gruppo di investitori Airbus Ventures

12 Ott 2022

Nicola Desiderio

Solestial

Solestial ha chiuso un giro di finanziamento per 10 milioni di dollari al quale hanno partecipato Airbus Ventures, Aei, HorizonX, Gpvc, Stellar Ventures, Industrious Venture e altri investitori interessati all’azienda di Tempe, nello stato americano dell’Arizona, specializzata in energia solare per applicazioni spaziali.

Obiettivo costi e affidabilità

Nata come Regher Solar da uno scorporo della Arizona State University, la Solestial ha come ceo uno dei suoi cofondatori, Stanislau Herasimenka, che nello stesso ateneo si è prima laureato in ingegneria elettrica ed elettronica e poi ha condotto un dottorato lavorando come professore associato. Compagni di viaggio di Herasimenka sono Mikhail Reginevich e Andy Atherton. La Solestial è partita da celle solari in silicio per utilizzi terrestri per poi virare verso il settore spaziale, ma con una filosofia che, a differenza della maggior parte dei concorrenti, punta a ridurre i costi, alla stabilità operativa e alla robustezza.

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Meglio pick-up che una supersportiva

Secondo Herasimenka, i pannelli solari di Solestial sono molto meno costosi degli altri e possono durare nello spazio per almeno 10 anni mantenendo un livello di efficienza ragionevole. Per spiegare il proprio approccio, lo studioso e imprenditore fa un paragone di tipo automobilistico: i concorrenti sono come Lamborghini ovvero raffinati nella tecnologia, complessi da costruire e dotati di grandi prestazioni mentre i Solestial sarebbero come un pick-up Ford F-150 ovvero un mezzo da lavoro largamente accessibile, robusto ed affidabile.

Pronti ad essere prodotti in larga scala

In realtà, la tecnologia sviluppata dalla società dell’Arizona ha molti punti di interesse. Le celle infatti sono composte da una pellicola ceramica a base polimerica che permette loro di essere flessibili, inoltre la loro interconnessione si basa su un cristallo al silicio molto resistente al degrado e che, in caso di danno, può autoripararsi. Ma forse il maggior punto di forza è il processo di fabbricazione che prende elementi dai metodi utilizzati per i pannelli terrestri e altri presi dall’industria dei circuiti stampati. In questo modo, a differenza dei concorrenti, si possono produrre pannelli per utilizzo spaziale con costi e velocità simili a quelli dei pannelli terrestri.

Clienti importanti in incognito

Al momento i pannelli di Solestial non hanno ancora preso il volo, ma sono stati prodotte tre partite destinate a clienti sul cui nome c’è uno stretto riserbo anche se tra essi ci sono aziende di primo piano e start-up ben avviate, come confermato da Herasimenka il quale punta in particolare alla forte domanda che proviene dalle aziende che stanno dispiegando le loro megacostellazioni in bassa orbita. Il denaro dell’ultimo round sarà decisivo per il ramp-up industriale di Solestial che in passato si è già aggiudicata il premio Small Business Innovation Research della Nasa, la Nation Science Foundation e altre agenzie governative per un valore complessivo di oltre 2,5 milioni di dollari.

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