IL CASO

Silicon Valley Bank, in allerta il settore spaziale

Astra Space, BlackSky, Planet, Redwire, Rocket Lab and Space Perspective hanno preso in prestito soldi dalla banca in fallimento per aumentare gli investimenti. Ecco come stanno reagendo

14 Mar 2023

Nicola Desiderio

Silicon Valley Bank

Il fallimento della Silicon Valley Bank (Svb) fa sentire i propri effetti anche sulla space economy, non solo per motivi territoriali, ma anche per la natura stessa di questo settore caratterizzato da tassi di innovazione e tecnologia, intensità di capitale e dinamiche imprenditoriali e di finanziamento che lo rendono collegato a doppio filo al mondo delle banche specializzate in investimenti e venture capital come l’istituto di Santa Clara.

Al servizio della space economy

La Silicon Valley Bank era, proprio per questi motivi e per vocazione, strettamente legata alla giovane imprenditorialità e al mondo delle start-up segnando positivamente la storia di molte aziende di successo della space economy come Astra Space, BlackSky, Planet, Redwire, Rocket Lab e Space Perspective che, a suo tempo, ricevettero finanziamenti dalla banca appena fallita restituendoli puntualmente o ripagando la partecipazione con profitto.

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Una banca a misura di start-up

Tra queste, la Rocket Lab al 31 dicembre era posseduta al 7,9% dalla Silicon Valley Bank pari ad una quota di capitalizzazione di 38 milioni di dollari in liquidità e altri titoli. Spacenews.com ha raccolto anche la voce di un consulente anonimo il quale racconta di come la banca fosse tra le migliori per le start-up: “Conoscevano gli andamenti di cassa tipici di quel tipo di società più delle banche tradizionali che potevano non comprendere le situazioni di aziende che si trovavano agli inizi”.

Effetti sistemici

Una perdita dunque importante che, non a caso, ha fatto subito sentire i suoi effetti non solo su questo segmento, ma su tutto il sistema bancario e finanziario, arrivando a provocare cali significativi anche sulle borse di tutto il mondo e impatti anche sui tassi dei debiti sovrani, come quello italiano. A preoccupare è il fatto che molte aziende aerospaziali e start-up avessero i loro soldi nei conti della Svb e che dovrebbero essere assicurate, ma la paura è di rimanere senza liquidità per l’operatività quotidiana e di aver perso almeno parte dei propri soldi.

I timori per il breve periodo

Negar Feher, ex vice president business development di Momentus Space, sostiene che la chiusura della banca “non influenzerà l’ecosistema spaziale nel lungo termine, ma potrebbe avere effetti pesanti sui flussi di cassa di alcuni start-up nel breve periodo nel momento in cui cercano di tirare fuori qualcosa dalle loro risorse”. Nel frattempo, Il California Department of Financial Protection and Innovation, che ha decretato la chiusura della Svb il 10 marzo, ha annunciato che tutti i correntisti avrebbero avuto pieno accesso ai loro conti attraverso una banca ponte. I depositi ammontano in totale ad oltre 175 miliardi di dollari.

Anche la Signature è caduta

Tale dichiarazione ha rassicurato, al pari della mossa di Hsbc di rilevare il ramo britannico di Svb accompagnata dall’annuncio di volervi iniettare liquidità per 2 miliardi sterline, ma questo ha solo in parte migliorato il clima viste anche alcune circostanze che si sono verificate in questi stessi giorni come il fallimento della Signature Bank, il crollo in borsa di alcune banche locali statunitensi e la pressione esercitata in borsa e dal panico dei correntisti sugli altri istituti bancari.

Circostanze poco chiare

Resta da chiarire perché, così come sembra, l’amministratore della Svb, Greg Becker, il 27 febbraio abbia venduto azioni per 3,6 milioni di dollari e perché la stessa banca 6 giorni fa in un tweet si vantasse di essere tra le migliori negli Usa per il quinto anno di fila secondo Forbes. Si pone il problema di raffreddare i mercati e di rivedere un sistema che permette un accesso relativamente facile ai capitali da parte delle start-up, ma che ha mostrato crepe talmente pericolose da fare evocare il crack della Lehman Brothers nel 2008 e convincere anche il presidente Joe Biden ad annunciare cambiamenti strutturali nel sistema bancario.

Un modello su cui riflettere

Tutte da verificare invece le conseguenze che si saranno per il sistema di supporto alle start-up e sui metodi di finanziamento che da almeno due decenni caratterizzano il modello di sviluppo della Silicon Valley e, da qualche anno a questa parte, sono anche il motore della space economy di tutti quei settori che chiedono di scommettere enormi capitali su nuove idee. E finora hanno rappresentato un modello nel resto del mondo. Il problema, oltre ad abbracciare l’intera economia mondiale, impone dunque una riflessione anche sui rischi di quel modello.

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