SpaceX supera Boeing come valore di fornitura alla Nasa per la prima volta nella sua storia e diventa il numero due dopo il California Institute of Technology. Secondo infatti quanto si deduce dai conti relativi all’anno fiscale 2022 dell’Agenzia Spaziale americana, chiusosi il 30 settembre scorso, SpaceX ha incassato dal committente statale 2,04 miliardi di dollari contro gli 1,72 della Boeing e i 2,68 della società che ospita il Jet Propulsion Laboratory e si occupa di numerose missioni robotizzate come Mars Perseverance e Europa Clipper.
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Un sorpasso atteso
Il sorpasso non è una sorpresa, ma è comunque un dato emblematico perché rappresenta l’ascesa di un’azienda che ha messo la fondamenta per la space economy moderna ed è concentrata su clienti commerciali nei confronti di un’azienda che è stata il principale fornitore della Nasa per buona parte dello scorso decennio, è il contraente principale sia per lo Space Launch System sia per operazioni sulla Iss. Ma soprattutto ha basato il proprio fatturato sulle commesse governative, sia per lo spazio sia per la difesa, settori dove però sta arrancando da tempo e, in un caso, proprio nel confronto con SpaceX.
Lo smacco di Starliner
Il riferimento va al programma Starliner per il trasporto verso la Stazione Spaziale Internazionale avviato nel 2014. Ebbene, la Nasa ha riconosciuto il 60% in più alla Boeing per il suo CST-100 con un costo per sedile di oltre il doppio, ma la prima ad essere pronta è stata SpaceX che, con la sua Crew Dragon, ha attraccato per la prima volta sulla Iss nel maggio 2020. L’azienda di Elon Musk così, anche se in modo del tutto involontario, ha dato alla Nasa e agli Usa – ma anche a tutti le altre agenzie partecipanti – un aiuto fondamentale nel momento in cui le relazioni con la Russia si andavano deteriorando.
Inaspettatamente arma diplomatica
Viste le minacce che la Roscosmos non ha lesinato nei confronti della Iss dopo l’inizio della guerra in Ucraina, doversi affidare solo alle Soyuz per portare merci ed astronauti dalla Terra alla Iss e viceversa sarebbe stato un problema ulteriore. Nel frattempo la Boeing lottava con molteplici problemi tecnici che riguardavano il software di volo e i motori. La CST-100 è riuscita a fare il suo primo attracco (senza equipaggio) solo il maggio scorso e punta alla prima missione effettiva per febbraio 2023, ma questi ritardi hanno comportato penali per complessivi 883 milioni di dollari, un quinto del valore del contratto (4,5 miliardi).
Come cambiano le gerarchie
La Nasa ha invece speso 776 milioni di dollari per acquistare altre tre missioni da SpaceX che deve tuttavia l’aumento di circa 360 milioni di dollari in commesse nel 2022 anche ai contratti per lo Human Landing System del programma lunare Artemis. Nel frattempo c’è da registrare comunque un aumento del valore accordato alla Boeing rispetto ai 1,68 miliardi del 2021 mentre vede una sostanziale tenuta della Lockheed (da 1,35 a 1,33 miliardi) e l’uscita dalla top ten della Northrop Grumman, fornitore storico della Nasa.