SpaceX continua con il programma Starlink e lo scorso 3 febbraio sono stati messi in orbita altri 49 satelliti lanciati con un vettore Falcon 9 alle 1:13 pomeridiane (ora della costa orientale nordamericana) dello scorso 3 febbraio dal Complesso di Lancio 39A del Kennedy Space Center in Florida.
Subito dopo il lancio, il primo stadio del vettore è atterrato sul drone di SpaceX nell’Oceano Atlantico. Il booster era stato già utilizzato in 5 precedenti missioni, alcune riguardanti anche la Stazione Spaziale Internazionale (Iss). Anche i moduli di lancio, anch’essi recuperati in mare dopo essere stati lanciati con il paracadute, sono reduci da più utilizzi, la metà delle quali riguardanti proprio il lancio dei satelliti Starlink e l’altra per il Transporter-1 che ha iniziato le sue missioni a gennaio 2021. A 90 minuti dal lancio, Space X ha confermato che i satelliti sono stati disposti in bassa orbita, come previsto e come puntualmente confermato dai post sui social network.
Secondo le statistiche fornite dall’astrofisico e analista di voli spaziali Jonathan McDowell, SpaceX avrebbe già lanciato 2.091 satelliti Starlink, inclusi due prototipi, e 1.920 di questi sarebbero attualmente in orbita. L’azienda di Hawthorne, nell’area metropolitana di Los Angeles, avrebbe già ottenuto l’autorizzazione per piazzare 4.480 satelliti, primo passo per la creazione della prima e più grande rete spaziale Internet globale a larga banda. Come è noto, SpaceX sta già lavorando ad una seconda generazione di satelliti che porterebbe la quota totale a quasi 30mila unità. Per quest’ultima però non ci sono ancora tutte le autorizzazioni.
Intanto, nelle aree in cui Starlink è già operativa e disponibile, il servizio promette una velocità di 100-200 megabits/secondo in download e una latenza di 20 ms al costo di 499 dollari per l’hardware (antenna parabolica e ricevitore/trasmettitore) e un canone di 99 dollari mensili per il servizio. In arrivo per il secondo quarto dell’anno c’è una nuova offerta Premium con antenna dalla superficie raddoppiata, download fino a 500 megabits/secondo e una larghezza di banda minima garantita più ampia anche nei momenti di picco. In questo caso però il costo è di 2.500 dollari per l’hardware e 500 dollari mensili per il servizio.