SATCOM

Banda ultralarga, Starlink manda in orbita 54 satelliti Gen2

SpaceX punta a un ruolo strategico nello scacchiere geopolitico internazionale delle connessioni satellitari. A dicembre raggiunto il primo milione di clienti ma la partita è ancora tutta da giocare

29 Dic 2022

Nicola Desiderio

Starlink

SpaceX ha lanciato i primi 54 satelliti di nuova generazione per la rete satellitare a banda larga Starlink che diventa sempre di più uno strumento geopolitico e persino militare sui luoghi più caldi del pianeta. La missione ha preso il via dalla piattaforma 40 di Cape Canaveral alle 4:34 locali (10:34 italiane) del 28 dicembre a bordo di un razzo Falcon 9 ed è la 60ma del 2022, ma non l’ultima per quest’anno che si chiuderà con un altro lancio per l’azienda di Hawthorne.

Verso soglia 30mila

Guardando ancora ai numeri si tratta del 193° lancio per il Falcon 9, il sesto lancio di questo mese e l’undicesima missione per il modulo riutilizzabile come primo stadio siglato B1062. Inoltre è stato il 125° atterraggio e il 159° recupero per la famiglia Falcon che comprende anche il più grande e potente Heavy. Con questo lancio, la rete Starlink supera le 3.300 unità alle quali si aggiungeranno i 29.988 di nuova generazione dei quali 7.500 sono stati autorizzati dalla Fcc.

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Nuova orbita e telefonia

I satelliti di nuova generazione utilizzeranno una nuova orbita, a 530 km di altitudine potendo servire ancora meglio, soprattutto nelle zone sovraffollate, i clienti di Starlink che hanno raggiunto un milione proprio nel mese di dicembre. La rete di SpaceX inoltre è pronta a dispiegare una sua ulteriore potenzialità quando entrerà in vigore l’accordo con T-Mobile per utilizzare la connettività satellitare per le chiamate in voce entrando ufficialmente in un segmento emergente e, ancora una volta, in competizione con il 5G.

La svolta “militare”

Ma Starlink sta avendo un’ulteriore trasformazione ed è quella strategica e militare. Sin dal suo impiego in Ucraina, ha dimostrato la superiorità che la connettività satellitare a larga banda può dare sul campo di battaglia permettendo all’esercito ucraino di guidare i propri droni e mantenere le comunicazioni. Lo stesso è avvenuto per quelle civili. Al momento vi sono 24mila stazioni Starlink sul suolo ucraino a fronte di una rete terrestre composta da 30mila torri di telefonia mobile, spesso messi fuori uso dalle mancanze di energia.

Un’infrastruttura indistruttibile

E per quanto il governo di Kiev stia approntando generatori per alimentare i ripetitori con continuità e abbia firmato un decreto che ordina alle compagnie di telefonia mobile di garantire la fornitura di segnali senza elettricità per almeno 3 giorni, il problema delle infrastrutture di comunicazione rimane e la rete satellitare appare come la soluzione migliore che è stata – secondo quanto dichiarato alla Associated Press dal ministro ucraino della Trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov – capace di salvare migliaia di vite.

Per l’esercito e i civili

Per questo il governo ucraino vuole avere altre 10mila stazioni Starlink, facendone di fatto la rete di comunicazioni principale, soprattutto prevedendo mancanze di energie sempre più prolungate. Le regioni di Donetsk, Zaporizhzhia, Odessa e Kiev, nel centro e nell’est del Paese sono quelle più colpite. Il servizio Internet viene messo a disposizione del pubblico nei cosiddetti ‘Punti di invincibilità’, centinaia di rifugi dove si offrono bevande calde, spazi riscaldati, elettricità e riparo agli sfollati.

Un’arma più forte dei lanciarazzi

I vertici di Kiev hanno già dichiarato che Starlink è un’arma più potente dei lanciarazzi multipli americani e gli analisti sono d’accordo nell’indicare nella connettività stellare il punto di forza che consente di guidare i droni, sia quelli da ricognizione sia quelli da attacco. E questo spiega come i velivoli autonomi di Kiev siano stati in grado di penetrare nel suolo russo raggiungendo basi militari. Federov, il cui ministero è stato costituito solo 3 anni fa, ha dichiarato che il suo team sta dedicando il 70% del tempo a tecnologie militari.

Taiwan segue l’esempio ucraino

Nel frattempo, l’esperienza dell’Ucraina ha ispirato Taiwan che ha recentemente dichiarato di voler fare di Internet satellitare un importante strumento di difesa in caso di invasione da parte della Cina rendendo la connettività a larga banda di fatto uno strumento di deterrenza nel confronto che si sta facendo sempre più aspro tra Taipei, Pechino e Washington, padrino politico di un paese che non siede tra i banchi dell’Onu ed è riconosciuto soltanto da altre 14 nazioni.

I cento occhi sull’Iran

Altra area calda è quella dell’Iran sui cui cieli Elon Musk ha dichiarato di aver già posizionato circa 100 satelliti. Resta ora da capire come saranno fatti arrivare i kit di ricezione, ma è ormai chiaro che Internet satellitare può avere un ruolo fondamentale nella geopolitica globale e che il tycoon sudafricano, ancora una volta, si è dimostrato abilissimo nel promuovere e cavalcare un fenomeno emergente. Nel frattempo, SpaceX ha annunciato di aver iniziato con il Dipartimento di Difesa una versione militare dei satelliti Starlink denominata Starshield.

La continuità Terra-Spazio

La Russia per ora fatica ad arginare questo fattore inaspettato mentre la Cina ha da tempo subodorato il potere di Starlink accusandolo di collateralismo con la politica Usa. Washington, pur negando nel caso specifico, non nasconde ormai che l’obiettivo per mantenere la propria supremazia nello spazio è integrare le infrastrutture militari con quelle civili mentre Pechino ha già dichiarato la continuità strategica e geopolitica tra la superficie della Terra e la sua zona orbitale.

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