L’AUDIZIONE IN PARLAMENTO

Leonardo, Cingolani: “Su esplorazione spaziale siamo fortissimi ma non basta”

L’amministratore delegato: “Andiamo avanti ma forti impatti finanziari”. Si lavora a joint venture “per creare poli europei su settori fondamentali della difesa e competere alla pari con colossi statunitensi e cinesi. Vera sfida è sicurezza cibernetica”. Il piano industriale sul tavolo del cda il 24 febbraio 2024

25 Ott 2023

Paolo Marelli

cingolani leonardo

Sull’esplorazione spaziale “siamo fortissimi”, ma con questo settore “non si vive” dal punto di vista finanziario. Così l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, in audizione alla Commissione Difesa della Camera. “Continueremo a farla” per una questione di “bandiera tecnologica”, ha aggiunto.

La sfida della cybersecurity

Per Cingolani, ”la vera sfida è la cybersecurity di difesa“, perchè è conseguente alla necessità di proteggere qualsiasi componente nello spazio cibernetico. Il lavoro di protezione dei dati a livello nazionale non può essere fatto solo da Leonardo, ma serve una sinergia con le istituzioni e altri attori.

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Per questo motivo, Leonardo vuole dare vita a iniziative per rafforzare la sicurezza europea, lavorando con altri “colossi nazionali”. Si tratta di “politica nazionale” ma anche di “geopolitica europea”. Sulla competizione Usa-Cina, ha detto che tra le due potenze esiste un rapporto complesso, basato su una competizione tecnologica che “si estende a tutto”.

Leonardo sta portando avanti una digitalizzazione “a marcia forzata”. Cingolani ha spiegato che ci sono filiere “come quella dei chip o del cloud” in cui la sicurezza è difficile da mantenere se si è dipendenti dalle forniture esterne.

Polo produttivo europeo

Puntiamo e lavoriamo – ha affermato l’Ad di Leonardo – a una alleanza per la realizzazione di un polo produttivo europeo che competa alla pari con le produzioni americane e cinesi. Abbiamo in corso new diligence per capire cosa vendere e comprare, joint venture di levatura gigantesca: Leonardo vuole essere uno dei motori della creazione dello spazio europeo della sicurezza, per creare un continente forte, che non significa aggressivo. In questa direzione ci stiamo proponendo insieme ai partner tedeschi e francesi”. “Bisogna realizzare – ha aggiunto – un puzzle ragionato in Europa sulla difesa e sulla sicurezza. Non è solo un fatto di politica industriale, ma anche di più alto livello: anche gli Stati devono parlare di questo e su questo realizzare sinergie”.

Nuovo piano industriale 

Cingolani ha poi anticipato che il nuovo piano industriale di Leonardo sarà presentato il prossimo 24 febbraio al consiglio di amministrazione e poi nei primi di marzo al mercato internazionale”. Ha inoltre evidenziato che “per i prossimi anni Leonardo ha quasi 40 miliardi di euro di nuovi ordini assicurati”.

Rivista la Space Alliance con Thales

Abbiamo ripreso in mano la Space Alliance, che è l’alleanza Leonardo e Thales che non funzionava benissimo e si era un po’ addormentata, abbiamo rivisto tutto, abbiamo modificato i patti parasociali”, ha spiegato Cingolani: “Ci saranno delle notizie molto interessanti a breve e ho trovato sintonia con il mio collega di Thales, Patrice Caine, perché ha detto che se non ci mettiamo insieme contro Space X, o contro il governo indiano e cinese, rischiamo di scomparire”. Parlando delle attività di Leonardo nello spazio, Cingolani ha aggiunto: “Abbiamo creato una nuova divisione spazio che verrà annunciata e consolidata l’anno prossimo”.

Nuove attività a Pomigliano e Grottaglie

Sul settore aerostrutture di Leonardo, che coinvolge gli stabilimenti di Pomigliano e Grottaglie, “ora il nuovo management sta facendo un’operazione fantastica, anche perché sta riprendendo il mercato e quindi siamo in grado di confermare che a fine 2025 dovremmo essere sostanzialmente a pareggio”, ha detto Cingolani. E “da quel momento in poi stiamo anche valutando nuove attività, però la buona notizia è che stiamo tornando al pareggio secondo il piano che avevamo fatto”.

Cingolani ha anche ricordando che il settore è al centro di un piano di “recupero dalla catastrofe Covid, perché il Covid è stato ancora una catastrofe industriale: si sono fermati i voli, non ci sono stati più nuovi aerei, noi costruiamo le carlinghe degli aerei e ci siamo trovati ad ordini zero. Per un certo momento è stato un buco tremendo di rosso, di centinaia di milioni”.

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