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Osservazione della Terra, Colao: “Già attivati 1,2 miliardi con l’Agenzia spaziale europea”

Il ministro con delega all’aerospazio fa il punto sullo stato di avanzamento del Pnrr. All’Asi 880 milioni per i progetti SatCom, In orbit economy e Space factory. 90 milioni a Cdp Venture per le startup. Intanto va a buon fine il primo test del lanciatore nell’ambito del programma Aviolancio

11 Mar 2022

Nicola Desiderio

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Per lo spazio sono stati già attivati 1,2 miliardi di euro con Esa per l’osservazione della Terra e i lanciatori, 880 milioni andranno ad Asi per i progetti SatCom, in orbit economy e space factory e 90 milioni a Cdp Venture per le start-up dello spazio. È quanto annunciato dal ministro Vittorio Colao ieri in occasione dell’audizione alle commissioni Affari costituzionali, Bilancio, Lavori pubblici e Politiche Ue del Senato sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Il titolare del dicastero per la Transizione Ecologica e l’Innovazione Digitale, che ha anche la delega per quanto riguarda il settore aerospaziale, ha così presentato i principali traguardi raggiunti negli ultimi mesi, tra i quali: laccordo Italia-Francia sui lanciatori, l’intesa con Esa sulla costellazione satellitare per l’osservazione terrestre e le iniziative di accesso allo spazio che vale circa 1,3 miliardi e infine l’assegnazione all’Asi di ulteriori fondi, grazie al Pnrr per quasi 900 milioni di euro. Quest’ultimi riguarderanno progetti su comunicazioni satellitari sicure, sviluppo dell’economia dei servizi in orbita, gestione del traffico spaziale e potenziamento della capacità manifatturiera della nostra industria spaziale.

Come già fatto in altre sedi, Colao ha confermato che Cdp Ventures, avrà un fondo di 90 milioni di euro a sostegno di iniziative imprenditoriali ad alto contenuto di innovazione, dunque start-up, acceleratori di imprese e progetti di trasferimento tecnologico in ambito spaziale. Per quest’ultimi è previsto sia un intervento diretto, da finanziare insieme a Cassa Depositi e Prestiti, sia indiretto chiamando a partecipare fondi specializzati come private equity e venture capital. “Vogliamo alimentare un ecosistema di investimenti a sostegno del settore” ha dichiarato l’ex amministratore delegato di Vodafone e RCS MediaGroup.

Intanto è andato a buon fine il primo test del lanciatore satellitare aviotrasportato previsto dal programma Aviolancio. Il test è stato compiuto il 24 febbraio scorso presso il Poligono Interforze del Salto di Quirra (Pisq) di Perdasdefogu, in provincia di Nuoro sotto l’occhio di Pantaleone Carlucci e Lucia Paciucci, rispettivamente responsabile tecnico e project manager del programma Aviolancio. I due tecnici lavorano al Diitet (Dipartimento di Ingegneria, ICT e Tecnologie per l’Energia e i Trasporti) del Cnr, coinvolto nel progetto che è oggetto di un accordo quadro attivato dal Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal il Ministero della Difesa. Il progetto Aviolancio mira a fornire l’Italia di un lanciatore che consenta un accesso flessibile e autonomo alle basse orbite (tra 300 e 1.000 km di altitudine) per piccole piattaforme satellitari, con tempi di attivazione e costi di lancio ridotti.

Il sistema di propulsione ibrido è stato fornito dalla T4i s.p.a. una pmi nata come spin-off dell’Università di Padova. “Il lancio ha permesso di validare la tecnologia del motore a propulsione ibrido e l’avionica. L’attività – ha spiegato Carlucci – fa parte dei lanci previsti nell’ambito del programma Aviolancio il progetto di sviluppo del lanciatore satellitare aviotrasportato a propulsione ibrida e si inquadra all’interno delle attività avviate dal Comitato interministeriale per le politiche spaziali e la ricerca aerospaziale (Comint) a favore dello sviluppo dei settori strategici definiti dagli Indirizzi del Governo in materia spaziale e aerospaziale dello scorso marzo 2019″. Grazie a questa tecnologia, secondo il direttore del Diitet, Emilio Fortunato Campana “L’Italia può annoverarsi oggi nel ristretto numero di paesi al mondo a disporre delle competenze e delle tecnologie per l’accesso autonomo allo spazio, le cosiddette ‘spacefaring nation‘”.

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