La sonda Tianwen-2 ha intrapreso il suo viaggio esplorativo decennale nello Spazio. La Cina mira alla comprensione della formazione e dell’evoluzione dei piccoli corpi celesti e del sistema solare. L’obiettivo di questa missione è di raccogliere campioni dall’asteroide vicino alla Terra 2016Ho3 ed esplorare la cometa della fascia principale 311P, più distante di Marte. Ciò rappresenta un’altra pietra miliare importante per i programmi di esplorazione spaziale di Pechino, che negli ultimi anni hanno raggiunto numerosi traguardi importanti.
A bordo della sonda, che oltre ad ampliare le capacità di esplorazione planetaria della Cina mira a raccogliere nuove informazioni sulle origini e l’evoluzione di asteroidi e comete, c’è anche uno strumento scientifico interamente italiano, Diana, acronimo di Dust in situ Analyzer: sviluppato da un consorzio dall’Inaf Iaps di Roma, dal Cnr e dal Politecnico di Milano, avrà il compito di misurare e caratterizzare sul posto polveri e ghiaccio.
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Il lancio
L’agenzia di stampa Xinhua, citando l’Agenzia spaziale cinese (Cnsa), ha reso noto che la sonda è stata lanciata con un razzo vettore Long March-3B al sito di Xichang (nella provincia del Sichuan).
Due teste sensoriali
A bordo della sonda c’è anche Diana, che “comprende due teste sensoriali, Diana 1 e Diana 2”, come spiega uno degli scienziati che lo hanno realizzato, l’astrofisico Ernesto Palomba dell’Inaf di Roma: “Diana 1 si occuperà di misurare la massa totale della polvere raccolta e di rilevare la presenza di ghiaccio d’acqua, mentre Diana 2 sarà dedicata all’identificazione e alla caratterizzazione di composti organici altamente volatili”.
Eccezionali prestazioni
“Il cuore del funzionamento dello strumento è basato sull’utilizzo di microbilance a cristalli in quarzo”, prosegue Palomba, che allo sviluppo di microbilance ad altissima precisione per impieghi spaziali lavora da lungo tempo. “Lo strumento è miniaturizzato, e infatti ogni testa sensoriale pesa solo 90 grammi, occupando un volume di circa 50x50x35 mm ed è in grado di misurare fino a un milionesimo di grammo di polvere presente nello Spazio. Le sue eccezionali prestazioni e la sua compattezza hanno motivato l’Agenzia spaziale cinese a sceglierci come unico strumento europeo della missione”.
Primi campioni
Quelli collezionati da Tianwen-2 – nome tratto dal titolo di un’opera del poeta cinese Qu Yuan, che potremmo tradurre come “Domande al cielo” – saranno i primi campioni di asteroide portati sulla Terra dalla Cina, ma non certo la sua prima sample-return mission: le missioni cinesi Chang’e-5 nel 2020 e Chang’e-6 nel 2024 già hanno raccolto e recapitato con successo campioni lunari.
Da un certo punto di vista anche questi che raccoglierà Tianwen-2 potrebbero essere considerati campioni del nostro satellite naturale: alcune analisi preliminari suggeriscono infatti che 469219 Kamoʻoalewa possa essere un frammento di Luna staccatosi in seguito a un impatto.
Raccolta materiale complessa
La raccolta del materiale sarà essa stessa un esperimento: dall’Inaf di Roma spiegano che sarà infatti tentata in tre differenti modalità. Anzitutto con un campionamento in volo, allungando un braccio robotico fino a “grattare” la superficie dell’asteroide mentre la sonda lo sorvola da vicino. Poi con il cosiddetto approccio touch-and-go, già sperimentato con successo dalla sonda giapponese Hayabusa2 e dalla sonda Nasa Osiris-Rex. Infine con un atterraggio vero e proprio, un approdo al termine del quale – se le caratteristiche del suolo lo consentiranno – la sonda si ancorerà al terreno e tenterà di trapanarlo.




