IL PROGETTO

Juice, partita la missione Giove. Centrale il ruolo dell’Italia

La sonda dell’Esa è decollata dalla base di Kourou, in Guyana francese. Il viaggio durerà otto anni. Made in Italy i pannelli solari e un terzo degli strumenti di bordo. Il ministro Urso: “Profondo orgoglio per il sistema spaziale del Paese”

14 Apr 2023
Juice

Un viaggio lungo otto anni, che porterà Juice, acronimo per “Jupiter Icy Moons Explorerer”, ad arrivare nell’orbita di Giove a luglio 2031: è iniziata alle 14:14 l’avventura della sonda, con il lancio avvenuto grazie a un vettore Ariane 5 dalla base spaziale dell’Esa a Kourou, nella Guyana francese.

Quello andato a segno oggi è stato il secondo tentativo di lancio della sonda, dopo quello bloccato ieri a pochi minuti dal decollo a causa del maltempo. La destinazione di Juice sono Giove e le sue lune Europa, Ganimede e Callisto. Durante il viaggio verso Giove Juice prenderà la spinta per raggiungere Giove grazie ai passaggi ravvicinati con Venere, con la Terra e, per la prima volta nella storia dell’esplorazione spaziale, anche con il sistema Terra-Luna.

“Una settimana significativa per lo Spazio italiano. Dopo la presentazione di due giorni fa del progetto Iride, la costellazione di satelliti per l’osservazione della Terra, oggi la sonda Juice  è partita verso Giove e le sue lune – afferma il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso – Nella missione Esa l’Italia ha un ruolo di primo piano attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana, enti di ricerca, università e le eccellenze imprenditoriali del settore. Grande soddisfazione e profondo orgoglio per il sistema spaziale del Paese, determinante per la buona riuscita della missione avviata con il lancio di oggi”.

Uno dei principali temi scientifici di Juice riguarda l’eventuale abitabilità degli ambienti dei pianeti giganti e in particolare la possibilità che i satelliti ghiacciati di Giove possano rappresentare un ambiente potenzialmente in grado di supportare attività biotica per tempi lunghi.

La scelta della missione Juice è il coronamento di un processo iniziato nel 2004, anno in cui l’Agenzia spaziale europea (Esa) ha avviato un’ampia consultazione della comunità scientifica per identificare i traguardi dell’esplorazione planetaria europea nel decennio successivo.

Il ruolo dell’Italia nella missione

 L’Italia e l’Agenzia spaziale italiana hanno avuto un ruolo centrale in Juice, missione dell’Agenzia spaziale europea: sono infatti di produzione italiana i più grandi pannelli solari mai prodotti per una missione spaziale montati dalla sonda e un terzo degli strumenti di bordo, grazie all’impegno congiunto di Asi, Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), numerose università e dell’industria, con Leonardo e Thales Alenia Space (Thales-Leonardo).

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L’Agenzia Spaziale Italiana, affiancata dalla comunità scientifica nazionale, contribuisce alla missione con tre strumenti scientifici: Janus, Rime e 3GM, più un quarto, Majis, a leadership francese realizzato attraverso un accordo bilaterale tra l’Asi e l’agenzia spaziale francese Cnes. Gli strumenti aiuteranno gli scienziati a studiare l’ambiente del pianeta e delle sue lune e sono stati realizzati anche attraverso diverse cooperazioni internazionali tra l’Asi e il Jpl/Nasa, l’agenzia tedesca Dlr, il Cnes e l’agenzia spaziale Israeliana, Isa.

A bordo di Juice c’è anche una placca su cui sono riprodotti il frontespizio e le due pagine del libro ‘Sidereus Nuncius’, con il quale nel 1610 Galileo aveva descritto le lune alle quali è diretta la missione.

“Juice è una missione che rappresenta un motivo di orgoglio per il nostro Paese” ha dichiarato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Giorgio Saccoccia. “Siamo protagonisti anche di questa missione e l’ASI ha svolto come sempre il ruolo catalizzatore delle competenze e delle capacità scientifiche e industriali che il nostro settore spaziale sa offrire in campo internazionale.   Il contributo dell’Italia sfiora circa il 50% dell’intero programma attraverso gli strumenti che abbiamo a bordo, che sono frutto anche di collaborazioni internazionali con altre agenzie europee, con quella Israeliana e con il centro JPL della NASA. Il progetto ha richiesto oltre 20 anni di preparazione e arriverà intorno a Giove tra circa 8 anni. Chi studierà i dati che ci arriveranno da JUICE oggi sta ancora frequentando scuole o università e questo è significativo di come questo spirito di condivisione faccia parte del settore spaziale. Uno spirito che guarda al futuro con fiducia”.

“È una giornata storica per l’Europa e per l’Italia – commenta Marco Tavani, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica – La sonda Juice è partita alla volta di Giove e delle sue lune ghiacciate e l’INAF vanta un contributo fondamentale a bordo della missione, con la leadership in diversi strumenti scientifici come MAJIS e JANUS e un team di ricercatrici e ricercatori di prim’ordine.L’Inaf si conferma ancora una volta come Ente di Ricerca italiano protagonista delle missioni spaziali di esplorazione del Sistema solare e dell’Universo, a dimostrazione del livello di eccellenza scientifica del nostro Paese”.

I tre strumenti scientifici made in Italy

Nello specifico 3GM (Gravity and Geophysics of Jupiter and the Galilean Moons), guidato da Luciano Iess, del Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale della Sapienza, comprende un transponder in banda Ka e un oscillatore ultrastabile (USO), realizzato dall’Agenzia Spaziale Israeliana (ISA). Questo insieme di strumenti sarà utilizzato per misurare il campo di gravità e la struttura profonda delle lune ghiacciate, per determinare l’estensione dell’oceano interno di Ganimede e per studiare l’atmosfera di Giove. La strumentazione di 3GM comprende anche un accelerometro ad alta precisione (HAA), necessario per calibrare i disturbi dinamici interni del satellite, in particolare dovuti al movimento del propellente nei serbatoi.

Quanto a Rime, (Radar for Icy Moon Exploration), radar sottosuperficiale ottimizzato per penetrare la superficie ghiacciata dei satelliti galileiani fin alla profondità di 9 km con una risoluzione verticale fino a 30 m.Il radar RIME è frutto di una collaborazione tra l’Università di Trento e il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA.

Infine Janus (Jovis, Amorum ac Natorum Undique Scrutator) è una camera ottica per studiare la morfologia e i processi globali regionali e locali sulle lune e per eseguire la mappatura delle nubi di Giove.

Gli obiettivi della missione Esa

La missione della sonda Juice ha l’obiettivo di investigare la potenziale abitabilità delle lune ghiacciate di Giove Ganimede, Callisto ed Europa, grazie a una suite composta da dieci strumenti. Una volta arrivata a destinazione Juice effettuerà 35 sorvoli delle lune del gigante del Sistema Solare, per poi concludere la missione con uno studio esteso di Ganimede, nel 2034, che farà di Juice il primo veicolo spaziale ad orbitare intorno a una luna diversa da quella terrestre.

I team scientifici italiani

Gli Enti e Università che compongono i team scientifici per i 4 strumenti a partecipazione italiana sono Iaps/Inaf, Università di Trento, Sapienza Università di Roma, Università di Roma 3, Fondazione Bruno Kessler (Fbk), Università di Bologna, Osservatorio Astronomico di Abruzzo (Oaab)/Inaf, Università di Tor Vergata-Roma, Istituto Geoscienze e Georisorse (Igg) del Cnr, Università Partenope di Napoli, Osservatorio Astronomico di Padova (Oapd)/Inaf, Cisas – Università Padova, Politecnico di Milano, Università del Salento.

Quanto al mondo dell’industria, come dicevamo, sono state coinvolte Thales Alenia Space, che ha realizzato lo strumento Rime negli stabilimenti di Roma e L’Aquila, e Leonardo, che ha fornito la testa ottica iperspettrale per osservare e caratterizzare nubi, ghiaccio e minerali sulle superfici delle tre lune, oltre che i pannelli solari di Juice.

Siamo orgogliosi di contribuire insieme all’Agenzia Spaziale Italiana e al mondo accademico a questa missione europea per studiare Giove e le sue lune. Juice inizia ora il suo viaggio di otto anni in cui i più grandi pannelli solari mai realizzati per una missione spaziale forniranno l’energia necessaria alla
sonda e a tutti gli strumenti a bordo. Tra questi anche ‘occhi’ italiani, la camera ad alta risoluzione Janus e l’iperspettrale di Majis, realizzati da Leonardo, che studieranno una luna molto più lontana della nostra – commenta Francesco Rizzi, Responsabile del business Spazio & Optronica di LeonardoSono proprio missioni come Juice che spingono lontano le frontiere della tecnologia e della conoscenza umana, e incoraggiano i giovani a raccogliere le nuove sfide dello spazio“.

Il ruolo di Ariane Space

“È un onore per Arianespace aver effettuato questo lancio iconico, la prima missione europea verso il sistema gioviano, e poter contribuire a migliorare la nostra comprensione del sistema solare e delle condizioni necessarie per la formazione della vita – afferma Stéphane Israël, amministratore delegato di Arianespace – Abbiamo lavorato fianco a fianco con Esa, Airbus Defence and Space, ArianeGroup e Cnes per preparare questa missione. Vorrei ringraziare tutti i team che si sono mobilitati, da 10 anni, per questo successo. E buon vento a Juice per l’incredibile viaggio che si appresta a compiere”.

“Con il successo del lancio di Juice, Ariane 5 entra ancora una volta nella storia spaziale europea. Questa straordinaria missione di esplorazione beneficia del know-how di ArianeGroup in due modi – aggiunge Martin Sion, amministratore delegato di ArianeGroup – Oltre al lanciatore, i nostri team hanno contribuito a Juice fornendo il sistema di propulsione che permetterà alla sonda spaziale di compiere il suo viaggio di circa otto anni verso Giove. Vorrei congratularmi con i team di ArianeGroup, Arianespace e tutti i nostri partner europei per questo nuovo successo di Ariane. L’affidabilità di questo lanciatore è il risultato di una collaborazione costante tra l’industria, l’Esa e il Cnes per garantire l’accesso autonomo del nostro continente allo spazio”.

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