I PROGETTI

Marte, la prima mappa mondiale a colori è a firma della Cina

E gli Emirati immortalano il satellite Deimos, uno dei due più piccoli ed esterni del pianeta rosso. Stando ai primi rilevamenti effettuati dal sismometro della sonda Insight della Nasa il nucleo del pianeta rosso è leggermente più piccolo e denso del previsto

26 Apr 2023

Paolo Marelli

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La Cina ha messo a punto la prima mappa globale a colori di Marte. L’hanno pubblicata l’Amministrazione spaziale nazionale della Cina (Cnsa) e l’Accademia cinese delle scienze. L’agenzia di stampa statale “Xinhua” spiega che la mappa del Pianeta Rosso è stata elaborata sulla base delle immagini ottenute dalla telecamera di rilevamento posizionata sull’orbiter Tianwen-1 tra novembre 2021 e luglio 2022. 

Scatti cruciali per future missioni

Sempre secondo quanto riferisce l’agenzia cinese, queste immagini sono state elaborate nel rispetto degli standard cartografici con una risoluzione spaziale di 76 metri. Includono la proiezione ortografica degli emisferi orientale e occidentale di Marte e contribuiranno a ottimizzare la pianificazione delle future missioni sul Pianeta Rosso. La missione Tianwen-1, che comprende un orbiter, un lander e un rover, era stata lanciata il 23 luglio 2020, entrando nell’orbita marziana dopo 202 giorni di volo.

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Le prime immagini di Deimos

La squadra impegnata nella missione su Marte avviata dagli Emirati Arabi Uniti (Emirates Mars Mission – Emm), la prima esplorazione interplanetaria intrapresa da una nazione araba, ha svelato una serie di immagini “rivoluzionarie” di uno dei due satelliti naturali più piccoli ed esterni di questo pianeta, Deimos. 

Il viaggio della sonda Hope

All’inizio di febbraio 2021, infatti, gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto la storia facendo atterrare la loro sonda Hope su Marte, diventando la prima nazione araba a lanciare una missione senza equipaggio sul pianeta rosso. 

I primi sorvoli di Deimos da parte di Hope sono iniziati tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio 2023. Hope è passata a circa 100 chilometri da Deimos, in uno degli avvicinamenti più vicini fatti da un veicolo spaziale al satellite più piccolo di Marte sin dalla missione Viking del 1977. Hope continuerà a studiare Deimos per tutto quest’anno.

Informazioni utili sul satellite

L’agenzia di stampa emiratina “Wam” precisa che le nuove osservazioni su Deimos potrebbero mettere in discussione una teoria di lunga data, ipotizzando che il satellite abbia avuto origine da Marte e non sia un asteroide catturato. Le immagini sono state mostrare durante una sessione speciale all’Assemblea generale dell’Unione europea di geoscienze a Vienna, e forniscono nuove informazioni sulla composizione e sulla struttura di Deimos. 

I dubbi sulle sue origini

L’agenzia “Wam”, inoltre, sottolinea che queste immagini ad alta risoluzione sono state scattate durante i ripetuti passaggi ravvicinati del satellite, nonché le prime osservazioni in assoluto effettuate nell’ultravioletto estremo. 

Queste osservazioni rivelano, per la prima volta, regioni al di là di Deimos che non sono mai state studiate dal punto di vista compositivo. “Non siamo sicuri delle origini di Phobos e Deimos”, afferma Hessa al Matroushi, capo della squadra scientifica di Emm: “Una teoria di vecchia data è che si tratti di asteroidi catturati, ma ci sono questioni irrisolte sulla loro composizione. Anche il modo esatto in cui sono arrivati nelle loro orbite attuali è oggetto di studio”.

Nucleo di Marte piccolo e denso

Il “cuore” di Marte è invece leggermente più piccolo e denso del previsto. È quanto dimostrano i primi rilevamenti di onde sismiche attraverso il nucleo del Pianeta Rosso, effettuati dal sismometro della sonda Insight della Nasa. Lo studio è pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana di scienze (Pnas) da un team internazionale guidato dall’Università di Bristol. 

Lo studio delle onde sismiche

Lo studio delle onde sismiche ha permesso di effettuare “le prime misurazioni delle proprietà elastiche del nucleo di Marte”, spiega la prima autrice, Jessica Irving dell’Università di Bristol. Calcoli che “ci hanno aiutato a indagare la sua composizione. Invece di essere solo una palla di ferro, contiene anche una grande quantità di zolfo e altri elementi compreso un po’ di idrogeno”. 

Gli elementi che lo compongono

I risultati suggeriscono che il nucleo liquido di Marte sia leggermente più denso e più piccolo rispetto alle stime precedenti, con un raggio di circa 1.780-1.810 chilometri. Questi dati sono coerenti con il fatto che un quinto del nucleo sia composto di elementi leggeri legati al ferro, tra cui abbondante zolfo e quantità minori di ossigeno, carbonio e idrogeno.

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