IL REPORT

Traffico spaziale, si rischia il caos

Necessario istituire un’organizzazione internazionale che sia in grado di gestire e decongestionare le tratte attraverso un piano ad hoc. Il tutto entro cinque anni. Lo scenario delineato da Rand

21 Giu 2023

Paolo Marelli

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La gestione del traffico spaziale (Stm) si sta avvicinando a “un punto di svolta”. Ecco perché le nazioni leader nel settore dovrebbero istituire un’organizzazione internazionale per la gestione del traffico spaziale (Istmo – International space traffic management organization) per regolare tale traffico. Questi Paesi, Stati Uniti in testa, dovrebbero poi convocare una riunione internazionale sulla gestione del traffico spaziale entro cinque anni al fine di stabilire obiettivi specifici da raggiungere entro un decennio. È quanto riferisce un rapporto del think tank statunitense Rand Corporation.

Boom di detriti spaziali

“La gestione del traffico spaziale è attualmente un processo ad hoc”, afferma il rapporto dal titolo “International Space Traffic Management: Charting a Course for Long-Term Sustainability”. “È probabile che questo approccio informale e mal coordinato si deteriori in efficacia con l’aumentare della congestione nello Spazio. A dicembre 2022, c’erano circa 6.900 satelliti attivi, più di 36.500 pezzi di detriti tracciabili (delle dimensioni di 10 centimetri o più grandi) e circa 1 milione di oggetti di dimensioni comprese tra 1 centimetro e 10 centimetri nello Spazio, ognuno dei quali potrebbe causare una perdita significativa o catastrofica di preziose risorse orbitali in caso di collisioni a cascata (spesso indicate come sindrome di Kessler)”.

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Caro carburante

Secondo alcune stime, decine di migliaia di satelliti aggiuntivi potrebbero occupare l’orbita terrestre bassa (Leo) entro il 2030, aggravando i rischi e le minacce per il successo dell’Stm“, spiega ancora lo studio: “Inoltre, la mancanza di una gestione del traffico efficace impone costi aggiuntivi in termini di carburante, accorciando necessariamente la vita dei satelliti. Ciò non solo riduce il ritorno sull’investimento dei satelliti, ma rischia anche di creare detriti più pericolosi se quei satelliti defunti non sono smaltiti in modo sicuro e sostenibile”.

Dialogo Usa, Russia e Cina

Ottenere la legittimità internazionale per un Istmo sarà probabilmente un grosso ostacolo, soprattutto alla luce della guerra in Ucraina, dell’opposizione degli Stati Uniti alle armi anti-satellite (Asat) rispetto alle tesi opposte di Russia e Cina e, infine, della mancanza di dialogo militare sullo Spazio tra gli Stati Uniti e Cina. Il rapporto Rand sottolinea che “la legittimità di Istmo richiederà il consenso delle principali potenze spaziali, inclusi Stati Uniti, Cina e Russia, includendo al contempo organismi regionali esistenti, nazioni non spaziali e Paesi a basso e medio reddito , e alla fine collegandoli tramite un’organizzazione internazionale con sede alle Nazioni Unite.

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