INNOVAZIONE

Il mezzo flop del primo razzo stampato in 3D

Realizzato da Relativity Space è stato lanciato ma non ha raggiunto l’orbita. L’azienda però evidenzia i passi in avanti e le prospettive future: per metterlo a punto appena 60 giorni, la peculiarità la “leggerezza”

24 Mar 2023

Nicola Desiderio

Terrain 1 Relativity Space

A Long Beach gridano al successo, anche se il primo razzo realizzato quasi interamente con metodi di produzione additiva – nota più comunemente come stampa 3D – ha avuto un problema poco dopo il quinto minuto dal lancio, allorquando il primo stadio ha terminato il proprio compito e il secondo è entrato in azione spegnendosi subito dopo.

Il secondo stadio ha fallito

È andata così per il Terrain 1 di Relativity Space che è stato lanciato lo scorso 22 marzo dalla base di Cape Canaveral, alle 23:25 locali, pari alle di 4:25 del giovedì successivo in Italia. Il razzo non trasportava alcun carico e la sua testata avrebbe dovuto raggiungere un’orbita a 200 km di altitudine per rimanerci alcuni giorni prima di rientrare nell’atmosfera e tuffarsi nell’Oceano. Invece si è immersa nell’Atlantico a qualche minuto dal decollo a Cape Canaveral e dopo due mancati lanci, tentati rispettivamente l’8 e 11 marzo.

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Motori a metano

La prima volta è stato per la temperatura eccessiva del propellente, la seconda per problemi di pressione del carburante. Se avesse completato la propria missione, il Terrain 1 sarebbe stato il primo razzo alimentato a metano raggiungere la propria orbita. L’unico record sicuro del Terrain 1 è di essere l’unico vettore ad essere realizzato per l’85% della sua massa con stampa 3D utilizzando le stampanti più grandi al mondo. Si chiamano Stargate 3D e sono state sviluppate internamente con una tecnologia proprietaria.

Due mesi per un missile

Il Terrain 1 è un razzo alto 33,5 metri con un diametro di 2,2 metri ed è spinto da nove motori Aeon 1 mentre per il secondo stadio utilizza motori Aeon Vacuum, anch’essi realizzati interamente con stampa 3D. I principali vantaggi sono la possibilità di accorciare i tempi di costruzione e ridurre la massa del vettore. Relativity Space afferma che con questo metodo bastano 60 giorni per costruire un missile e, risparmiando sul peso, è possibile aumentare il payload a parità di potenza abbattendo ulteriormente il costo di lancio.

Dopo c’è il Terrain R

Per il Terrain 1, Relativity Space dichiara di poter portare 1.250 kg in orbita bassissima (185 km), 900 kg in orbita bassa (500 km) e 700 kg in orbita eliosincrona (1.200 km). Con il Terrain R, il cui lancio è previsto nel 2024, gli obiettivi sono ancora più ambiziosi: è alto 66 metri con un diametro di 4,9 metri, ha sette motori Aeon R, è stampato in 3D al 100%, è capace di trasportare in orbita bassa oltre 20.000 kg di payload ed è riutilizzabile. Dunque dimensioni, caratteristiche e capacità sono competitive con il Falcon 9 di SpaceX.

Dalla bassa orbita a Marte

In più, il Terrain R ha meno della metà dei componenti dei concorrenti e può essere costruito in un decimo del tempo. Con il suo prossimo vettore, Relativity Space ha già raccolto commesse per oltre 1,2 miliardi di dollari con cinque grandi clienti. Tra questi, ci sono Impulse Space, per la quale porterà nello spazio un lander destinato a raggiungere Marte nel 2029, e OneWeb. Per l’operatore britannico si occuperà di lanciare i satelliti di seconda generazione per la propria costellazione a banda larga a partire dal 2025.

La tecnologia vincente

Per il momento, Relativity Space definisce il lancio del Terran 1 un successo per la quantità di dati che è stato possibile raccogliere in poco più di 5 minuti di volo. Grazie ad essi, si potrà risalire al problema che si è manifestato al secondo stadio. Al di là di questo, sicuramente promettente in termini di business è la tecnologia di stampa 3D che Relativity Space ha già sviluppato fino alla quarta generazione portandola ad essere sette volte più veloce di quella precedente e capace di produrre in volume 55 volte di più.

Non solo spazio

Una stampate Stargate di ultima generazione può produrre pezzi lunghi fino a 120 piedi (36 metri e mezzo) e larghi 24 piedi (9 metri). Con una sola stampante di questo tipo, si possono produrre quattro Terrain R all’anno con l’ulteriore vantaggio di poterlo fare, al contrario di altre stampanti analoghe, in orizzontale, dunque senza problemi in altezza e con la possibilità di facilitare le operazioni di fabbricazione e controllo del processo. Dopo aver affrontato un volo ad altitudini e velocità di fuga terrestre, la tecnologia di Relativity Space è teoricamente pronta anche per l’aeronautica civile. La stampa 3D è infatti uno dei fattori chiave per ridurre i costi, i pesi e dunque i consumi e le emissioni dei velivoli di linea.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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