SPACE ECONOMY

L’italiana D-Orbit si fonde con Breeze e si prepara alla quotazione al Nasdaq

Al progetto parteciperà come investitore anche l’organizzazione fondata dall’ex amministratore della Nasa, il generale della marina militare statunitense Charles Bolden

31 Gen 2022

Nicola Desiderio

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D-Orbit è pronta a fondersi con Breeze Holdings Acquisition Corp. e a diventare una società quotata in borsa attraverso uno Spac (Special Purpose Acquisition Company), un veicolo di investimento che si sta sempre di più affermando anche nel campo della Space Economy. Tramite questa procedura, D-Orbit punta ad entrare nel Nasdaq con il simbolo Dobt raggiungendo una quotazione di 1,28 miliardi di dollari e raccogliendo finanziamenti per ulteriori 185 milioni per procedere così all’ambizioso piano di espansione del proprio business. Della partita come investitore sarà anche il Charles F. Bolden Group, organizzazione fondata dall’ex amministratore della Nasa, il generale della marina militare Charles Bolden.

Cos’è D-Orbit

La D-Orbit è un’azienda italiana fondata nel 2011 da Luca Rossettini e Renato Panesi, rispettivamente ceo e cco, ed ha il proprio quartier generale a Fino Mornasco, in provincia di Como, con uffici anche in Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti. Il suo modello di business è fondato sulla logistica spaziale e i servizi di trasporto industriali forniti in particolare con il proprio carrier Ion (In Orbit Now), che può trasportare più satelliti in orbita rilasciandoli però in fasi distinte, riducendo così il tempo di raggiungimento della posizione operativa fino all’80% e i costi di un’intera costellazione di satelliti del 40%. Ion può inoltre ospitare satelliti di terze parti in modalità “last minute”. Dunque una sorta di “ride hailing” dello spazio ispirato a Uber, BlaBlaCar e alle compagnie low cost con l’obiettivo di ottimizzare i costi e consentire a una platea di clienti più ampia di accedere al mondo della Space Economy.

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Cosa ha sviluppato D-Orbit

Lo società comasca ha inoltre sviluppato recentemente un software in cloud in grado controllare intere costellazioni di satelliti e che è in corso di sperimentazione dallo scorso anno. Altro elemento fondamentale del modello di business di D-Orbit è di essere la prima azienda spaziale al mondo a essere certificata B-Corp, dunque con attenzione alla sostenibilità, al contesto sociale e al benessere dei dipendenti e non solo al profitto, al bilancio e ai dividendi riservati agli azionisti. D-Orbit ha dichiarato ricavi per 3 milioni di euro nel 2021, ma ha contratti acquisiti per 147 milioni, 19 milioni ancora da riscuotere per le missioni in corso e una pipeline di ben 1,1 miliardi. L’obiettivo è diventare profittevoli nel 2024 con ricavi per 399 milioni di euro. Finora sono state compiute 4 missioni Ion e ne sono previste altre due per la prima metà del 2022.

L’offerta di D-Orbit

“D-Orbit è stata fondata con la missione di permettere l’espansione nello spazio e alimentare la nuova space economy, e la transazione che stiamo annunciando è un passo importante verso i nostri obiettivi – ha dichiarato il ceo Luca Rossettini – Abbiamo conseguito progressi incredibili nello sviluppo e nelle dimostrazioni offerte dalla nostra tecnologia Ion, così come nel costruire la nostra base di clientela per più di 8 anni. Oggi siamo in grado di offrire servizi completi, garantire la dislocazione del satellite nelle orbite richieste e ridurre per il nostro cliente il tempo dal lancio alla generazione di ricavi”. La transazione dovrebbe completarsi nel secondo quarto del 2022 e nel nuovo consiglio di amministrazione, oltre ai membri provenienti dall’attuale D-Orbit e da Breeze, siederanno anche A. Ché Bolden, presidente e Ceo della Bolden Group e Renee Wynn, ex chief information officer e consulente per la cybersecurity del gruppo.

“Con la nostra comprovata offerta di servizi per il trasporto spaziale e messa in orbita, la certificazione B-Corp e le tecnologie proprietarie, D-Orbit può giocare un ruolo chiave nel facilitare la dislocazione dei satelliti oggi e in futuro catturare le opportunità nel momento in cui la domanda per i servizi in orbita crescerà”, ha dichiarato A-Ché Bolden. Il consiglio di amministrazione di Breeze ha approvato all’unanimità la fusione. “D-Orbit soddisfava tutti i requisiti da parte nostra – ha dichiarato J. Douglas Ramsey, chairman e Ceo di Breeze Holdings – perché ha una tecnologia di allocazione dei satelliti senza rivali ed è posizionata in prima linea di una nuova categoria di infrastrutture spaziali. Noi crediamo che D-Orbit ha un forte potenziale di crescita e che la sua tecnologia sarà di supporto ad un futuro sostenibile per le infrastrutture spaziali”.

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