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Space economy, la Francia rilancia gli investimenti: sul piatto 9 miliardi

L’annuncio del primo ministro Élisabeth Borne al Congres International d’Astronautique. L’incremento per il prossimo triennio è del 25%. Il Paese anticipa la roadmap europea: l’Esa punta a ottenere un analogo impegno dai Paesi Ue per aumentare il budget di oltre 18 miliardi

20 Set 2022

Nicola Desiderio

Elizabeth Borne

La Francia investirà nello spazio 9 miliardi di euro nei prossimi tre anni con un aumento del budget di circa il 25% rispetto allo scorso triennio. Lo ha annunciato il primo ministro Élisabeth Borne nel discorso che ha aperto il Congres International d’Astronautique (Cia), in svolgimento a Parigi dal 18 fino al 22 settembre.

Più soldi per Cnes ed Esa

Nei 9 miliardi sono inclusi sia i fondi per il Cnes, l’agenzia spaziale nazionale, al quale andranno anche un miliardo e mezzo nell’ambito del piano di sviluppo “France 2030”, principalmente per le start-up, sia anche quelli destinati all’Esa. Musica per le orecchie sia per Philippe Baptiste, numero uno del Centre National d’Études Spatiales, sia per il suo omologo dell’Ente spaziale europeo, soprattutto in vista dell’incontro con i 22 stati membri in novembre.

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Aschbacher prende la palla al balzo

L’obiettivo di Josef Aschbacher è infatti quello di chiedere ai singoli ministri un aumento del budget ad oltre 18 miliardi nei prossimi tre anni con un incremento del 25%, perfettamente in linea con quello che propone uno stato trainante come la Francia. Aschabacher, nel corso di una tavola rotonda al Cia ha motivato le ragioni di questa richiesta che sono inflattive, strategiche e di concorrenza con gli altri grandi attori spaziali.

Per rimanere in corsa

Stati Uniti e Cina stanno infatti aumentando i fondi per le loro attività spaziali a tassi anche superiori. “La nostra proposta di un incremento del 25% – ha detto il direttore generale dell’Esa – è più o meno quella necessaria per tenere il passo. Quello che stiamo mirando a fare è assicurarci che non saremo buttati fuori dalla corsa”. A tutto questo si aggiungono i problemi legati ai programmi con la Russia che l’invasione con l’Ucraina ha paralizzato.

L’indipendenza passa per i lanciatori

Tale circostanza ha messo ancora più che in passato il tema dell’indipendenza e delle misure necessarie per rendere l’Europa ancora più forte nello spazio, senza dipendere da nessuno, in particolare per i lanciatori. La stessa Borne ha insistito su questo punto specifico affermando che, da parte della Francia, ci saranno attività di potenziamento per Ariane 6 così come altre piccole società commerciali emergenti dedite a veicoli di piccole dimensioni.

L’accesso è fondamentale

Si è detto pienamente d’accordo Baptiste: “Abbiamo sempre investito molto nei lanciatori. Non c’è nessuna strategia europea per lo spazio se non abbiamo un accesso europeo allo spazio” ha detto il numero uno del Cnes che all’inizio dell’anno ha avuto accesso ad un ulteriore bonus, pari al 9,9% del suo bilancio grazie al Programme d’investissements d’avenir (Pia) e ottenuto con l’emissione di titoli di stato specifici previsti dal pacchetto di misure per la ripresa post-pandemia.

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