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Detriti spaziali, arriva il sistema di autodifesa per satelliti

La startup Usa GuardianSat si è aggiudicata un finanziamento da parte dell’America’s Seed Fund della National Science Foundation per l’implementazione della piattaforma che abilita servizi di controllo e di tracciamento in grado di cooperare con i sottosistemi di propulsione e comunicazione a bordo

16 Ott 2023

Manuela Proietti

debris_detriti

Questo articolo è tratto dalla rivista Global Science di Asi

Quello dei detriti spaziali è un tema con cui gli utenti dello spazio devono confrontarsi sempre più spesso, come dimostrano i recenti accadimenti che hanno interessato l’agenzia russa Roscosmos sulla Iss.

Una popolazione satellitare in costante aumento e una regolamentazione che fa appello alle Best Practices fanno sì che molte aziende si stiano dedicando allo studio di soluzioni innovative che possano mitigare il problema.

E’ il caso della startup GuardianSat che il 12 ottobre ha annunciato di essersi aggiudicata un finanziamento da parte dell’America’s Seed Fund della National Science Foundation per l’avanzamento di una tecnologia, sviluppata dell’azienda, progettata per proteggere i satelliti dalle collisioni con oggetti e detriti nello spazio.

Il contratto di ricerca di Fase 1 ha un valore di circa 273.000 dollari.

«La nostra soluzione interessa i satelliti in orbita terrestre alta», ha affermato Huey Wyche, responsabile della ricerca di GuardianSat. «Includerà un sottosistema per rilevare i detriti orbitali, tracciare potenziali minacce di collisione e regolare autonomamente la rotta del satellite per prevenire incidenti».

Si chiamerà Autonomous Satellite Orbital Debris Avoidance System e include sistemi di controllo satellitare, sensori e sistemi di tracciamento e interfacce in grado di cooperare con i sottosistemi di propulsione e comunicazione a bordo dei satelliti. Il sistema è inoltre progettato per guidare un satellite a ritornare nella sua posizione originale dopo le manovre anti-detriti. Questa tecnologia permetterà inoltre di condividere con altri satelliti i dati raccolti, al fine di migliorare la mappatura dello space debris.

Wyche ha affermato che GuardianSat sta adottando un «approccio multispettrale per rilevare gli oggetti orbitali». I sensori multispettrali possono distinguere tra vari tipi di oggetti in base alle loro firme spettrali. «Questa capacità è preziosa per distinguere tra satelliti attivi, veicoli spaziali non più operativi e detriti spaziali», ha spiegato Wyche.

Il sistema di prevenzione dei detriti, ha aggiunto, è una tecnologia complementare al sistema di contromisure anti-satellite di GuardianSat, anch’esso in fase di sviluppo, che utilizza microonde e lidar – light detection and ranging (rilevamento e misurazione della luce) per rilevare e tracciare gli oggetti in avvicinamento.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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