TECNOLOGIE

Giove, è pronta la sonda Juice: ruolo chiave di Asi, Leonardo e Thales Alenia

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A bordo importanti strumenti finanziati e sviluppati sotto la guida dell’Agenzia spaziale italiana Il lancio previsto dalla Guyana Francese ad aprile. La missione è studiare il gigante gassoso con radar, spettrometro, telecamera e strumenti ottici made in Italy

Pubblicato il 23 Gen 2023

JUICE, missione ESA per lo studio Giove e delle sue lune

C’è tanta Italia, con i ruoli chiave di Asi (la nostra Agenzia spaziale) e delle società Leonardo e Thales Alenia Space, nella sonda Juice (Jupiter Icy Moon Explorer) dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), la quale lascerà fra pochi giorni gli stabilimenti di Tolosa per volare verso il centro spaziale di Kourou nella Guyana Francese da dove, ad aprile, partirà alla volta di Giove. L’obiettivo di Juice, dopo aver raggiunto nel 2030 l’orbita intorno al gigante gassoso, saranno le sue lune ghiacciate: Ganimede, Europa e Callisto.

Strumenti made in Italy

Ampio il coinvolgimento italiano in questa missione e in particolare dell’Asi affiancata dalla comunità scientifica nazionale, per la quale sono stati realizzati 3 strumenti a guida italiana: il radar Rime, la camera Janus, lo strumento di Radio Scienza 3Gm. E a questi si aggiunge la forte partecipazione italiana nello spettrometro Majis (Moons and Jupiter Imaging Spectrometer) guidato dall’Agenzia spaziale francese Cnes.

Collaborazione internazionale

Gli strumenti sono stati realizzati grazie ad una grande collaborazione della comunità scientifica nazionale e della nostra industria ma anche attraverso diverse cooperazioni internazionali tra l’Asi e il Jpl/NasaA, l’Agenzia tedesca Dlr, la francese Cnes e l’Agenzia spaziale israeliana (Isa).

Che cosa studierà Juice

Juice cercherà di studiare quali sono le condizioni per la formazione dei pianeti e la comparsa della vita e come funziona il Sistema solare. Lo studio comparato dei tre satelliti gioviani in un’unica missione permetterà di comprendere le cause della loro diversità, dominata dall’influenza di Giove. Il principale tema scientifico di Juice riguarda l’eventuale abitabilità degli ambienti dei pianeti giganti ed in particolare la possibilità che i satelliti ghiacciati di Giove possano rappresentare un ambiente potenzialmente in grado di supportare attività biotica per tempi lunghi

Attesi risultati sorprendenti

“Il contributo italiano alla missione Juice, costituito dalla strumentazione scientifica e non solo – spiega Angelo Olivieri delegato Asi allo Steering Committee di Juice -, rappresenta lo stato dell’arte sia dal punto di vista tecnologico che scientifico. Siamo convinti che gli sforzi congiunti fatti in questi anni ci porteranno a risultati sorprendenti mai raggiunti prima e rafforzeranno il ruolo di leadership raggiunto dall’Italia in molti settori dell’esplorazione planetaria”,  

Enti e università in prima fila

Gli enti e università che compongono i team scientifici per i 4 strumenti a partecipazione italiana sono: Inaf – Istituto Nazionale di Astrofisica (con le sedi di Roma, Teramo e Padova), Università di Trento, Sapienza Università di Roma, Università di Roma Tre, Fondazione Bruno Kessler (Fbk), Università di Bologna, Università di Tor Vergata-Roma, Istituto Geoscienze e Georisorse (Igg) del Cnr, Università Partenope di Napoli, Cisas – Università Padova, Politecnico di Milano, Università del Salento.

Il ruolo di Leonardo e Thales Alenia Space

Per quanto riguarda le industrie la realizzazione degli strumenti vede il coinvolgimento sia di Thales Alenia Space che Leonardo. La prima si è occupata della realizzazione dello strumento Rime, del transponder in banda Ka di 3Gm e dell’accelerometro Haa.

Nello stabilimento di Campi Bisenzio (Fi), Leonardo ha realizzato, anche grazie alla collaborazione con l’Università Parthenope di Napoli, la telecamera ad alta risoluzione Janus per il monitoraggio dell’atmosfera di Giove e lo studio approfondito delle sue tre lune ghiacciate – Europa, Ganimede e Callisto – per la ricerca di ambienti ritenuti in grado di ospitare forme di vita.

Per lo strumento Majis, di responsabilità francese ma realizzato con un accordo bilaterale tra Asi e Cnes, Leonardo ha fornito la testa ottica iperspettrale per osservare e caratterizzare nubi, ghiaccio e minerali sulle superfici delle tre lune.

Nello stabilimento Leonardo di Nerviano (Milano), poi, sono nati i pannelli solari di Juice, i più grandi mai realizzati per una missione interplanetaria, con una superficie di 85 metri quadrati per fornire la potenza elettrica necessaria a una distanza di oltre 750 milioni di km dal Sole.

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