RICERCA

L’Università di Perugia nella stratosfera per misurare i raggi cosmici

Lanciato in Canada il cubesat Cuballoon, frutto della collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana. Da un’altezza di 35 km ha il compito di effettuare tre esperimenti e testare la tenuta strutturale del nuovo mezzo, adattato per adeguarsi alle condizioni stratosferiche, in partnership anche con il Centre National d’Études Spatiales francese

16 Ago 2023

Paolo Marelli

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Una missione “stratosferica”. L’Università di Perugia, grazie a “Cuballoon”, satellite lanciato in Canada, ha misurato la radiazione gamma e i raggi cosmici a 35 km di altitudine.

La piattaforma cubesat “Cuballoon” è frutto della collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e l’Università del capoluogo umbro. E il satellite è stato mandato in orbita mediante un pallone stratosferico, con decollo dalla base di Timmins della Canadian Aerospace Agency (Csa), in Ontario.

Il lancio è avvenuto, assieme ad altri 3 esperimenti, nell’ambito della missione Comics. Il satellite “Cuballoon” ha raggiunto la quota di 35 km per un tempo di volo di circa 6 ore.

Un’evoluzione dei cubesat

“Cuballoon” rappresenta un’evoluzione significativa dei classici cubesat (tipo di satellite miniaturizzato, ma in grado di svolgere le stesse operazioni e attività dei modelli più grandi), essendo stato appositamente adattato per operare nel contesto stratosferico. L’intero processo di progettazione, sviluppo e conduzione dell’esperimento è stato guidato e coordinato dai ricercatori del Dipartimento di ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con esperti dell’Asi, in particolare da Tanya Scalia e Marta Albano.

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Il team, diretto da Marco Dionigi di UniPg, ha condotto con successo la misurazione della radiazione gamma e dei raggi cosmici a 35 km di altitudine, oltre a monitorare attentamente le sollecitazioni termiche e meccaniche che la struttura di Cuballoon ha dovuto affrontare durante il volo.

La partnership con il Cnes

Un fondamentale contributo è derivato dalla partnership con il Centre National d’Études Spatiales (Cnes) francese, che ha consentito di eseguire il volo alla quota stratosferica di 35 chilometri. In tale ambiente estremo, caratterizzato da temperature bassissime o altissime, prossime a quelle del vuoto spaziale, la piattaforma “Cuballoon” è stata sottoposta a rigorosi test al fine di valutarne le prestazioni e la resistenza, simili a quelle necessarie per la futura missione orbitale in programma.

Dedizione ed esperienza

Il successo di questa missione è dovuto alla dedizione e all’esperienza dei ricercatori Marco Dionigi (direttore del progetto) e Giulia Morettini di UniPg, che hanno seguito ogni fase dell’esperimento, dall’ideazione alla realizzazione, e hanno applicato meticolosamente le procedure messe a punto da Cnes e Csa per il lancio e il recupero di “Cuballoon”, nonché l’estrazione e l’analisi dei dati raccolti.

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