DOPO 50 ANNI

Nasa, piano da 3,5 miliardi di dollari per nuove tute spaziali

Quelle utilizzate dagli astronauti sulla Stazione spaziale internazionale sono state progettate negli anni ’70 originariamente per il programma Space Shuttle. A causa della mancanza di fondi, l’Agenzia americana ha continuato a ripararle senza sostituirle ma sono oramai al loro fine vita

23 Feb 2023

Paolo Marelli

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Dopo quasi mezzo secolo di attività, si preparano per andare in pensione. La Nasa utilizza da decenni le stesse tute spaziali sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) e questi “abiti” degli astronauti mostrano i segni della loro età.

Le tute spaziali che sono impiegate ora sulla Stazione Spaziale Internazionale sono state progettate negli anni ’70 e sono tute originariamente progettate per il programma Space Shuttle. A causa della mancanza di fondi, la Nasa ha continuato a ripararle e mantenerle operative per tutti questi anni. Ma in realtà, queste tute sono ormai a fine vita”, afferma Pablo De León, direttore del Human Spaceflight Laboratory all’Università del North Dakota.

Investimento totale da 3,5 miliardi

La Nasa si è rivolta a due società, Axiom Space e Collins Aerospace, una sussidiaria di Raytheon Technologies, per realizzare una nuova generazione di tute spaziali. Nell’ambito dell’Exploration Extravehicular Activity Services Contract (xEvas), la Nasa investirà con Collins e Axiom, insieme ad altri partner del settore, fino a 3,5 miliardi di dollari entro 2034. 

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Primi due contratti 

Axiom ha vinto il primo contratto da 228,5 milioni di dollari per progettare le tute che saranno utilizzate durante le missioni lunari Artemis, mentre Collins si è aggiudicata il secondo contratto da 97,2 milioni di dollari per progettare e sviluppare una nuova generazione di tute per la Stazione Spaziale Internazionale. La Nasa conta di utilizzare questa nuova tuta sull’Iss entro il 2026.

Tuttavia, c’è da sottolineare che, sulla base del contratto siglato con l’Agenzia spaziale americana, le aziende Collins e Axion sono libere di realizzare tute aggiuntive anche per i clienti non Nasa.

Accordi flessibili

“La bellezza di questo contratto è che i requisiti funzionali per queste due tute sono molto, molto simili”, dice Lara Kearney, responsabile del programma Extravehicular Activity e Human Surface Mobility della Nasa: “Abbiamo anche inserito una clausola on-ramp nel contratto, il che significa che se entrasse in gioco un’altra azienda con nuove capacità e competenze, potremo effettivamente farla rientrare nel contratto stesso”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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