Space Life, Battistelli: “Così replicheremo gli ecosistemi terrestri”

Portare donne e uomini in orbita attorno alla Luna e poi stabilmente sulla sua superficie, e in futuro su Marte, impone di studiare e progettare nuove modalità di supporto agli equipaggi. Con tecnoecosistemi spaziali utilizzando sostenibilmente risorse locali

14 Lug 2022

Alberto Battistelli, dirigente di ricerca del Cnr-Iistituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri

eden iss

Nel mondo della space economy è in corso una rivoluzione, con il crescente ruolo dei privati nello sviluppare attività economiche verso lo spazio (upstream) e dallo spazio verso la Terra (downstream). A guidare il processo sono gli Stati Uniti, come dimostra la missione Artemis, nata dalla Nasa e aperta alle collaborazioni internazionali tramite gli Artemis Accords, che ha ridisegnando i programmi scientifici delle Agenzie spaziali e i loro rapporti con le industrie a livello globale.

Portare donne e uomini in orbita attorno alla luna e poi stabilmente sulla sua superficie e in futuro su Marte ci impone di studiare e progettare sistemi di supporto alla vita che rendano gli avamposti almeno parzialmente autonomi per aria respirabile, acqua potabile, cibo, materiali, oltre che capaci di utilizzare sostenibilmente risorse locali. Pensare alle piante nello spazio allora non è più solo un esercizio di fantasia, per quanto illuminata, o di marketing, ma una necessità collegata al loro ruolo centrale negli ecosistemi terrestri che dovremo replicare nei tecnoecosistemi spaziali, necessari ad una vita sana e piacevole nello spazio. Le agenzie di tutti il mondo sono attive sul tema, l’Asi e l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) hanno recentemente aggiornatole proprie Roadmaps per i sistemi biorigenerativi per il sostegno alla vita anello spazio, così si chiamano in gergo tecnico.

Prendendo spunto proprio da questi argomenti si è svolto a Roma il 4 luglio il “15° Forum Internazionale della Cultura del Vino”, dedicato quest’anno al tema “Il vino nello spazio e ritorno”, raccogliendo protagonisti di primo piano del mondo del vino, delle industrie e dell’accademia impegnate per lo Spazio. Franco Maria Ricci, presidente dell’Associazione Italiana sommelier, ha ideato l’evento per celebrare la consegna di bottiglie di vino e giovani piante di vite all’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), per far volare queste eccellenze nazionali in orbita sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) prima di tornare a terra per valutare come lo spazio abbia influito sull’invecchiamento dei vini e sulle caratteristiche delle viti. Esperienze simili erano state realizzate in passato sia dal nostro paese che dalla Francia con valutazione degli effetti sul vino e sulle viti. All’evento hanno preso parte anche esponenti del mondo industriale, come Massimo Claudio Comparini, Ad di Thales Alenia Space (joint venture tra Thales – 67% – e Leonardo  – 33% -) e del mondo scientifico, rappresentato tra gli altri dal presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Giorgio Saccoccia, insieme ad alcune delle principali cantine nazionali.

Nuovi progetti, in cui biologia e tecnologia si intersecano per ricreare ambienti di vita nei quali gli astronauti padroneggeranno tecniche agricole e circolarità d’uso delle risorse, supportati da sistemi di intelligenza artificiale, sono in corso in stretta collaborazione tra accademia e industria. L’ecosistema scientifico-tecnologico italiano è tra i più avanzati in questo ambito, e grazie alla guida dell’Asi e alla partecipazione italiana agli Artemis Accords, può guardare al futuro con logico ottimismo.

Applicazioni downstream da queste ricerche sono tra le più promettenti. Le tecniche di agricoltura controllata, di ampia derivazione spaziale, sono ad esempio alla base del Vertical Farming, la coltivazione di piante alimentari in ambiente controllato, un settore che sta già mobilitando investimenti superiori ai 10 miliardi di dollari a livello globale con previsioni di crescita di oltre il 20% per i prossimi anni. Anche in Italia esistono iniziative in questo senso con i valori degli investimenti e dei ritorni economici di tre ordini di grandezza maggiori di quelli ordinari per il settore. Solo in Italia abbiamo oltre 100 mila ettari di colture a vario livello di controllo ambientale, in Cina sono milioni di ettari. Nuove tecnologie per efficienza, sostenibilità, automazione, avrebbero un mercato enorme e prontissimo a investire sulle novità.

La circolarità nell’uso delle risorse sta diventando un elemento fondamentale per i sistemi economici terrestri, e anche in questo settore conoscenza e tecnologia spaziali possono aiutare a ridurre l’impatto antropico sul pianeta. Gli astronauti a bordo della Iss riusano molte volte l’acqua di cui dispongono, ma alle piante e ai microorganismi chiederemo di riciclare anche aria, sali minerali, rifiuti e di farlo in modo efficiente e intelligente. Chissà che dallo spazio non torneranno a Terra idee e tecnologie per raggiungere molti dei 17 Sustainable Development goals delle Nazioni Unite.

I benefici che lo spazio potrà fornirci nel prossimo futuro devono essere perseguiti con determinazione, investimenti, conoscenza, sapienza manifatturiera e la capacità di sognare. E’ bello che un mondo di eccellenza, tradizione, territori, biodiversità, cultura e economia sana come quello della vite e del vino guardi allo spazio con questi valori, come mostrato dal 15° Forum Internazionale della Cultura del Vino, anche tramite le parole illuminate di Franco Malerba, primo astronauta italiano ora impegnato a realizzare sistemi efficienti di coltivazione in ambiente controllato.

In momento storico in cui si abbandona su troppi fronti la collaborazione internazionale per confrontarsi minacciosamente, anche nello Spazio, la cultura della vite e del vino può aiutarci a ricordare come la vita meriti cose buone e belle sulla Terra e nello Spazio, per il beneficio di tutti.

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