L'APPROFONDIMENTO

Aerospazio, servono norme per sostenere le attività dei privati

Necessarie regole sui requisiti e le modalità per ottenere le autorizzazione e l’identificazione dell’Autorità competente a rilasciarle. Focus anche sulla responsabilità civile e sulla tutela ambientale dello Spazio. L’analisi di Vincenzo Donadio

30 Gen 2024

Vincenzo Donadio

Associate del team di Litigation di Hogan Lovells

Il 2024 sarà un anno decisivo per le società che operano nel settore aerospaziale in Italia. Tra i collegati alla manovra di bilancio 2024-2026 figura, infatti, un disegno di legge in materia di politiche spaziali e di sostegno all’industria spaziale, non ancora presentato in Parlamento ma che dovrebbe approdarvi nei prossimi mesi, per diventare legge auspicabilmente entro ottobre 2024, in concomitanza con l’International Astronautical Congress (Iac) del 2024 – la più importante manifestazione mondiale nel settore dello Spazio – che si terrà a Milano dal 14 al 18 ottobre.

Gli obiettivi della nuova legge

La legge sarà volta a riordinare la normativa vigente e coprire aree rilevanti per i soggetti che operano in un settore strategico per la crescita del Paese, anche in adempimento agli obblighi internazionali derivanti dall’Outer Space Treaty (Ost) del 1967 (che pone in capo agli Stati contraenti, tra cui l’Italia, un obbligo di autorizzazione e costante vigilanza delle attività svolte nello Spazio da soggetti privati). Tra gli altri obiettivi della legge organica vi è quello di regolare l’azione e gli investimenti dei privati, colmando il divario rispetto ad altri Paesi europei (come la Francia), che già si sono dotati di una legislazione organica.

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La nuova normativa si prefigge altresì l’obiettivo di incentivare e sostenere l’industria aerospaziale italiana – regolamentando le attività svolte dalle oltre 300 piccole, medie e grandi imprese che operano in questo settore, occupando oltre settemila addetti – così offrendo nuove opportunità di sviluppo nell’ambito della space economy (che genera un fatturato annuo complessivo di 13 miliardi di euro in Italia e di 370 miliardi di dollari a livello mondiale ed è destinata a crescere del 74% entro il 2030*).

Principali criticità dell’attuale quadro normativo

L’attuale sistema legislativo in materia spaziale si compone essenzialmente delle leggi di ratifica ed esecuzione dei Trattatati internazionali delle Nazioni Unite (ad eccezione del Trattato sulla Luna del 1979 che non è stato ratificato né firmato dall’Italia), nonché della legge 7/2018 che, tuttavia, si è limitata a definire la governance delle attività spaziali, apportando misure di riordino dell’Agenzia Spaziale Italiana e affidando al Presidente del Consiglio dei Ministri l’alta direzione, la responsabilità politica generale e il coordinamento delle politiche dei Ministeri relativi ai programmi spaziali e aerospaziali.

Il vuoto legislativo riguarda, in particolare, l’assenza di una norma di attuazione dell’art. VI dell’Ost del 1967 in merito all’autorizzazione e al controllo delle attività spaziali svolte da soggetti privati. Tale lacuna non è stata neppure colmata dalla legge 153/2005 di ratifica della Convenzione del 1975 sull’immatricolazione degli oggetti lanciati nello Spazio. Tale normativa, infatti, pur prevedendo la possibilità che il lancio di oggetti spaziali sia effettuato da enti non governativi, lascia aperto il problema dell’assenza di disposizioni generali che definiscano le condizioni e le modalità cui i privati devono attenersi nell’esercitare le attività spaziali. Allo stesso modo, riguardo alla responsabilità per danni derivanti da oggetti spaziali dettata dalla Convenzione del 1972 (ratificata in Italia con la legge 426/1976 e integrata dalla norme di attuazione contenute nella legge 23/1983) rimangono aperte numerose questioni interpretative, con riferimento sia alla tutela dei soggetti eventualmente danneggiati da oggetti spaziali, sia ai profili di responsabilità civile dei soggetti privati per danni causati nello svolgimento di attività spaziali (la Convenzione lascia infatti aperta la strada per i soggetti danneggiati di adire gli organi giudiziari e amministrativi dello Stato di lancio, non trovando in tal caso applicazione le norme convenzionali).

Nuova legge organica: opportunità e sfide per le imprese

Il rapido sviluppo delle attività spaziali e il crescente ruolo dei privati rende evidente la necessità di riordinare la materia e dare attuazione agli obblighi internazionali posti dall’art. VI dell’Ost del 1967, fornendo alle imprese che operano nel settore aerospaziale un quadro normativo chiaro e moderno, in grado di definire ruoli e responsabilità e, al contempo, di continuare ad attrarre gli investimenti dei privati e garantire la competitività delle imprese italiane anche a livello internazionale.

Il compito della nuova legge organica sarà dunque quello di colmare le lacune normative, regolamentando aspetti rilevanti come, ad esempio, i requisiti e le modalità per ottenere l’autorizzazione allo svolgimento di operazioni e attività spaziali da parte dei soggetti privati, l’individuazione dell’autorità competente a rilasciare tali autorizzazioni ed esercitare il controllo e la sorveglianza sulle attività svolte, la responsabilità civile dei privati per danni causati nell’esercizio delle attività spaziali, la previsione di eventuali coperture assicurative, la sicurezza e il trattamento dei dati di origine spaziale, nonché l’introduzione di un sistema sanzionatorio in caso di violazioni. Fondamentale sarà anche l’introduzione di norme volte a tutelare l’ambiente spaziale sotto il profilo della sostenibilità nello sfruttamento delle sue risorse (come la gestione e il riciclo dei detriti spaziali).

La principale sfida per le imprese sarà quella di confrontarsi e conformarsi con il nuovo quadro normativo, apportando le necessarie modifiche ai propri sistemi di governance e compliance per svolgere le proprie attività limitando i rischi sanzionatori, senza trascurare l’efficace gestione dei rischi connessi alla responsabilità per le attività spaziali esercitate.

Con la nuova legge, l’Italia è dunque destinata a diventare protagonista in un settore che introdurrà tecnologie innovative e nuovi servizi, come il turismo spaziale, spazioporti dedicati ai voli orbitali e suborbitali, la raccolta e il riciclo dei rifiuti spaziali, lo sfruttamento dell’energia solare nello Spazio, l’utilizzo dei sistemi satellitari per monitorare e combattere il cambiamento climatico o, guardando al futuro prossimo e ai voli non orbitali, il servizio di aerotaxi allo studio per essere lanciato in occasione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026.

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