LE ORIGINI DELL'UNIVERSO

Euclid, il satellite che osserverà la materia oscura si prepara al lancio

Il progetto vede Thales Alenia Space Italia come capofila industriale e un forte coinvolgimento di Asi, Inaf e Anfn. Il mezzo ora è diretto a Cannes per la Flight Acceptance Review in vista del decollo nel 2023 da Korou

04 Lug 2022

Nicola Desiderio

Euclid

Euclid è sempre più vicino a svelare i misteri dell’universo. Presso infatti lo stabilimento di Thales Alenia Space Italia di Torino è stata terminata l’integrazione del satellite dell’Esa per la cui costruzione la filiale italiana della joint-venture tra Thales e Leonardo è capofila di un consorzio formato da oltre 120 azienda europee e l’Asi ha fornito un apporto decisivo.

Ora l’attende la passerella a Cannes

A Torino Euclid ha raggiunto la propria configurazione di lancio grazie all’istallazione e al collaudo di tutti i gli strumenti scientifici e i sottosistemi di bordo come il Vis (Visibile Instrument), il Nisp (Near Infrared Spectrometer and Photometer) oltre all’antenna e ai pannelli solari (forniti da Leonardo). In precedenza il satellite aveva fatto sosta presso gli stabilimenti di Airbus Defence e Space di Tolosa dove erano stati invece installati il telescopio (1,2 metri di diametro), il banco ottico e il modulo di servizio (del quale Tas Italia è responsabile). La prossima destinazione è l’impianto Thales Alenia Space di Cannes dove Euclid svolgerà i test ambientali in camera di thermo-vuoto, le prove meccaniche acustiche e sinusoidali e le prove di compatibilità elettromagnetica. Seguirà la Flight Acceptance Review e una volta completata, Euclid attraverserà l’Oceano Atlantico per raggiungere Korou, nella Guyana francese, per iniziare la campagna che porterà al lancio nel 2023.

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Dieci anni di lavoro

Il progetto dell’Esa è partito nel 2013, coinvolge 14 agenzie europee (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Romania, Spagna, Svizzera e Regno Unito), con contributi anche di Nasa e istituti americani. In totale, vi partecipano oltre 100 istituti e 2mila scienziati. L’Italia ha il ruolo guida, sia dal punto industriale sia scientifico.  Nel nostro paese, oltre ad esserci il terminale della realizzazione di Euclid, c’è anche il coordinamento di tutto il segmento scientifico di Terra, affidato a Inaf e Infn che ha anche sviluppato il software di controllo per i due strumenti di bordo.

L’Italia, guida industriale e scientifica

Hanno dato il loro contributo anche OHB Italia come mandataria di un’associazione temporanea di imprese di cui fanno parte Sab Aerospace e Temis oltre ad Altec che si è occupata delle attività industriali per la progettazione e la realizzazione del science data center. Leonardo ha poi fornito, oltre ai già citati pannelli, i micropropulsori a gas freddo e il sensore che assicura l’allineamento tra il telescopio e le stelle di riferimento. In Italia sono stati realizzati anche l’antenna a banda K e il trasponder in banda X mentre in Spagna si sono occupati del sistema di trasmissione satellitare e in Belgio degli amplificatori X-band e K-band Traveling Wave Tube (Twta). Euclid misura 4,7 x 3,7 metri e pesa circa 2 tonnellate dei quali 805 kg sono dovuti al payload, 865 kg al modulo di servizio, 120 kg di massa di bilanciamento e 210 kg di propellente.

Rendere chiaro l’universo grazie alla sua parte oscura

Euclid nasce con l’obiettivo di indagare la natura della materia oscura e dell’energia oscura che compongono il 95% dell’universo e lo spingono all’espansione con un tasso di accelerazione che sembra in contraddizione con le teorie gravitazionali. Dunque manca ancora un modello scientifico cosmologico che contempli gli elementi della materia ordinaria con quella invisibile e comprenda le origini e i meccanismi più profondi dell’universo che si sono sviluppati per tre quarti della sua vita. Per riuscirvi, si posizionerà nel punto di Lagrange L2 Sole-Terra a 1,5 milioni di km dal nostro pianeta, raccoglierà oltre 150mila immagini nella banda del visibile, del vicino infrarosso e in altri spettri mappando in 3D fino a 2 miliardi di galassie e scandagliando l’universo compiendo un viaggio “ottico” a ritroso di 10 miliardi di anni luce.

Un petabyte di dati

Il satellite europeo sarà operativo per almeno 6 anni inviando un petabyte di dati alle stazioni Esa di Cebreros Cebreros, in Spagna, e a Malargüe, in Argentina, dotate di antenne paraboliche del diametro di 35 metri in grado di captare le trasmissioni in radiofrequenza in banda K (26 GHz) inviate da Euclid insieme ai suo dati di bordo per i quali invece viene usata la banda X. Un lavoro dunque lungo e articolato del quale si dichiara entusiasta Walter Cugno: “Eccellente è il lavoro svolto in questi anni dal team di progetto e da tutto il consorzio industriale per la missione dell’ESA Euclid – ha detto il vice president Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space – un lavoro sinergico e puntuale che conferma la capacità di Thales Alenia Space di guidare lo sviluppo di missioni scientifiche particolarmente sfidanti come questa”. Non ancora noto il lanciatore che sarà utilizzato per Euclid che, in ogni caso, è compatibile con i Soyuz e gli Ariane 62. Lecito supporre che, vista la situazione, la scelta ricada su quest’ultimo.

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