IL CONTEST

Moon Station, concorso Esa-Yac per la base lunare nei “lava tubes”

Il sistema delle grotte lunari potrebbe essere, oltre ad un oggetto fondamentale di studio, il luogo migliore per ospitare gli avamposti umani la cui architettura dovrà esprimere la solennità di un passaggio fondamentale per la storia umana. In palio 15.000 euro

21 Mar 2023

Nicola Desiderio

Moon Station

Disegnare una base lunare da posizionare in uno dei pozzi presenti sull’astro d’argento per ospitare la prima vera colonia nello spazio e dargli “un’architettura immaginata per fare la storia, destinata a divenire leggenda esattamente come le Colonne d’Ercole, l’Apollo 11 o ogni altro manufatto dell’uomo orientato a tracciare la nuova frontiera dell’esplorazione umana: la nuova frontiera di un’umanità rinnovata, di un’umanità ormai resasi multi-planetaria”.

L’architettura di una base lunare

Così recita il documento di presentazione di Moon Station, il concorso organizzato da Yac e il Topical Team on Planetary Caves dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) che mette in palio complessivamente 15.000 euro per il gruppo che presenterà un progetto architettonico di una base spaziale da posizionare nel Lacus Mortis Pit, uno dei pozzi di uscita delle strutture ipogee di origine vulcanica che, secondo quanto ipotizzato dagli studiosi, dovrebbero trovarsi nel sottosuolo lunare.

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I crateri dei lava tubes

Tali strutture sarebbero analoghe a quelle che sulla Terra sono definite “lava tubes”, reticoli di gallerie tubiformi con una diametro fino a 100 metri collegate alla superficie attraverso pozzi che subiscono frequenti crolli formando rampe naturali per accedere alle stesse caverne. Questi spazi potrebbero costituire il luogo migliore per costruire strutture al riparo da radiazioni, temperature estreme, assenza di atmosfera e tutto ciò rende il suolo lunare un luogo decisamente inospitale.

L’interesse dell’Esa

Per questo l’Agenzia Spaziale Europea ha dato il via a diversi progetti e bandi che riguardano le grotte lunari come l’Open Space Innovation Platform (Osip) e il Discovery Sysnova. L’Esa ha anche costituito nel 2021 un gruppo di oltre 60 esperti provenienti da diverse discipline scientifiche ed ingegneristiche per esplorare le Colline di Meius e l’anno successivo ha istituito il Planetary Caves Topical Team composto 17 esperti europei e canadesi con l’obiettivo di elaborare una strategia che includa le grotte lunari nell’esplorazione della Luna.

Le grotte anche su Marte

Il Topical Team, che ha promosso il concorso, sta inoltre organizzando una con­ferenza sulle grotte planetarie che si terrà nel 2023, in occasione della quale un gruppo internazionale di scienziati e ingegneri riba­dirà la necessità di una missione nelle grotte lunari entro il prossimo decennio. Si ritiene che sulla Luna esistano circa 250 grotte lunari e che ve ne siano ben 1.300 su Marte, aspetto che riveste grande importanza per tutte le teorie che cercano di verificare l’esistenza della vita sul Pianeta Rosso, così come sulla Luna potrebbero spiegare molto della sua origine ancora poco chiara.

Avveniristica per elezione

Moon Station richiederà il progetto di un’architettura ine­dita: un luogo iconico, segno della più avveniristica fra le esplorazioni del genere umano, e dove i più arditi individui del pianeta possano fare l’esperienza di cieli mai osservati e deserti d’argento, passeggiando fra crateri silenziosi per veder sorgere, in un orizzonte nero tanto di notte quanto di giorno, l’azzurro globo del proprio pianeta lontano”.

Torneremo nelle caverne

“Sul fondo dei pozzi, e nelle gallerie che da essi si dipanano, la futura Moon Station troverà riparo dalle estreme condizioni della superficie lunare, in una sorta di “passato nel futuro” dove, per sopravvivere, l’uomo avrà bisogno di tornare alle caver­ne (lunari questa volta) come avvenuto migliaia di anni or sono” recita il documento di presentazione che evidenzia una situazione potenzialmente paradossale per l’umanità.

Gli elaborati da consegnare

I partecipanti dovranno inoltrare: una tavola in formato grafico A1 (841×594 mm) su file pdf (dimensione massima 10MB), completa di descrizione in lingua inglese della genesi dell’idea progettuale, schemi grafici (piane sezioni prospetti) e viste 3D; un folder formato A3 (420x 297mm) di massimo 7 pagine contenente una planimetria generale, piante significative in scala 1:200 e almeno una sezione significativa in cala 1:200; una cover in formato jpg o png (1980×1080 pixel) con l’immagine rappresentativa del progetto.

La giuria dirà la sua

Il termine per la consegna degli elaborati è per il 7 giugno. La giuria è composta da: Nicola Scaranaro (Foster + Partners), René Waclavicek (Liquifier System Group), Xavier de Kesteller (Hassel), Francesco Sauro (Esa), Daniel Inocente (Blue Origin) , Julian Ocampo Salazar (GIG Bjarke Ingels Group), Melodie Yashar (Icon), Georgi Petov (SOM – Skidmore Owings & Merril), Sandra Häuplik-Meusberger (Vienna University of Technology).

I risultati pubblicati il 10 luglio

La giuria si riunirà il 18 giugno e i risultati saranno pubblicati il 10 luglio: 8.000 euro saranno assegnati al primo premio, 4.000 euro al secondo e 2.000 euro al terzo. Ci saranno due gold mention da 500 euro e 10 menzioni d’onore tra i 30 finalisti che saranno selezionati. Affrettarsi conviene: per l’iscrizione early bird (dal 13 marzo al 9 aprile) l’iscrizione costa 65 euro, per la Standard (10 aprile-7 maggio) 85 euro e per le Late (8 maggio-4 giugno) 115 euro. A tutti gli importi va aggiunta l’Iva del 22%.

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