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Space economy, Cina e Russia uniscono le forze: obiettivo 2035 per la stazione lunare

I due Paesi definiscono il piano quinquennale di collaborazione: tra le attività anche i primi passi per la realizzazione di un hub internazionale di ricerca, in risposta al progetto Artemis Accords di Nasa (Usa), Esa (Unione europea), Jaxa (Giappone) e Csa (Canada)

04 Gen 2022

Nicola Desiderio

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Cina e Russia firmeranno entro il 2022 un nuovo patto di cooperazione spaziale quinquennale per il periodo 2023-2027 che include un piano per la costruzione congiunta di una stazione internazionale di ricerca lunare aperta anche ad altri paesi. È quanto dichiarato da esponenti dell’agenzia spaziale russa Roscomos al quotidiano cinese Global Times.

La stazione russo-cinese, che secondo i programmi sarà operativa dal 2035, è la risposta al progetto Artemis Accords della Nasa con la partecipazione degli enti spaziali europeo (Esa), giapponese (Jaxa) e canadese (Csa). Russia e Cina rappresentano tale progetto come la trasposizione della Nato a livello spaziale e dunque come un sistema difensivo per cercare di esercitare l’egemonia politica ed economica occidentale e statunitense anche nello spazio. Al contrario, il progetto di Glonass e Cnsa (China National Space Agency) sarebbe aperto a tutti per unire le forze, con l’unico obiettivo di acquisire nuove conoscenze per il bene dell’umanità.

Il nuovo programma prevede non solo la costruzione di un avamposto lunare, ma anche di strutture di ricerca operanti sia sul suolo del nostro satellite naturale sia intorno alla sua orbita. Compresi ci sarebbero anche un sistema di volo Terra-Luna, un sistema operativo ausiliario di lungo termine, un sistema che consenta l’operatività e la mobilità sulla superficie lunare, anche con mezzi automatici, sia per le persone sia per gli strumenti scientifici. In aggiunta, ci sarà una strategia di sviluppo coordinata per l’esplorazione, l’uso, le operazioni di lancio, tutte le sue attività di controllo e scientifiche e le parti che compongono la stazione condividendone persino la progettazione preliminare e la validazione.

Nel nuovo programma saranno inclusi anche lo sviluppo e la condivisione dei rispettivi sistemi satellitari di posizionamento, ovvero il russo Glonass e il cinese BeiDou, in particolare per i sistemi di controllo da terra che saranno installati il prossimo anno. A precedere il nuovo programma ci sono stati già due passi importanti. Il primo è una lettera di intenti siglata, via video, lo scorso marzo per l’esplorazione della Luna insieme. La seconda è la dichiarazione congiunta in occasione dello Space Day lo scorso aprile che annunciava la creazione della nuova stazione spaziale sulla Luna lasciando la porta aperta ad altri per collaborare al progetto.

Intanto la Cina ha previsto già tre missioni lunari. La Chang’e 6 e 7 punteranno al Polo Sud lunare mentre la Chang’e 8 provvederà a mettere le basi per la nuova stazione. Il Roscomos sta studiando la possibilità di coordinare la Chang’e 7 con la propria missione orbitale Luna-Resurs 1 mentre diventerà operativo il progetto per un centro dati di esplorazione della Luna e dello Spazio profondo, come stabilito con un accordo firmato il 17 settembre 2019. Anche in questo caso, le porte sono aperte a tutti, anche se è chiaro che il progetto sino-russo ha un valore politico strategico che i due paesi vogliono giocarsi anche a livello di immagine dimostrando che, a differenza degli Usa, la loro visione è più ampia, senza preclusioni o secondi fini.

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