L'EDITORIALE

Space tech, in Italia va sciolto il nodo venture capital

Siamo al quarto posto in Europa per numero di startup della filiera ma precipitiamo all’undicesimo alla voce finanziamenti con 92 milioni di raccolta, una cifra lontanissima dai 5,6 miliardi del Regno Unito e dal miliardo a testa di Francia e Germania. Attrarre investimenti diventa fondamentale per lo sviluppo dell’ecosistema nazionale

14 Set 2023

Mila Fiordalisi

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Il valore delle startup italiane dello Space Tech continua a crescere e ha raggiunto un valore di 852 milioni di euro nel 2022. Sono dati dell’Agenzia spaziale europea e della Fondazione Amaldi e riguardano il 2022. L’Italia è al quarto posto in Europa per numero di startup di tecnologia spaziale, prima di noi ci sono Regno Unito, Francia e Germania, un ottimo posizionamento. Ma le cose cambiano per quel che riguarda i finanziamenti del venture capital: siamo solo all’undicesimo posto con una raccolta di 92 milioni. Per fare un confronto con i Paesi al top il Regno Unito è al primo posto con 5,6 miliardi, Germania e Francia ne hanno raccolti oltre 1 miliardo a testa. Dunque bisognerà recuperare terreno.

La forza del downstream

La maggior parte delle startup nell’ecosistema Space Tech italiano sostenute dal venture capital opera nel settore del Downstream. Fondamentali a tal proposito i fondi per la space economy nell’ambito del Pnrr: è importante ricordare che i fondi sono nella Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo) e che il Piano dedica la maggior parte degli 1,49 miliardi di euro disponibili alla componente Osservazione della Terra in chiave di erogazione di servizi innovativi per tutta una serie di attività dai trasporti all’agricoltura per citare i due che stanno registrando maggiore sprint e in chiave di lotta al cambiamento climatico.

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Nuove risorse in campo

A sostegno dello sviluppo di startup e imprese innovative nel settore space si stanno sviluppando tutta una serie di iniziative, ultima in ordine temporale la creazione del fondo Galaxia lanciato a giugno da Cdp Venture Capital in collaborazione un pool di università che punta a sostenere oltre 30 nuove imprese in 4 anni grazie alla disponibilità di 30 milioni. In forte aumento anche gli incubatori della famiglia Esa Bic: a ottobre parte la selezione per partecipare a Esa Bic Brindisi, il primo incubatore del Sud Italia che fa parte della rete degli Esa Business Incubation Centers, il più grande network di incubatori del settore spaziale in Europa. Le startup che saranno selezionate potranno beneficiare di un contributo di 50mila euro per lo sviluppo dei propri prodotti e servizi oltre a ricevere un supporto per lo sviluppo del business, grazie alle competenze della squadra di coach e mentor composto da professionisti del Distretto tecnologico dell’aerospazio e dei soci partner.

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