RICERCA E INNOVAZIONE

Detriti spaziali, la Ue finanzia lo studio del Politecnico di Milano

Il progetto Green Species guidato da Camilla Colombo selezionato tra oltre 2.200 proposte. Si punta alla creazione di uno Space Sustainability Lab per la modellazione avanzata e il controllo dei debris facendo leva su calcolo ad alte prestazioni e realtà virtuale

01 Feb 2023

Paolo Marelli

detriti

Rendere le attività in orbita sempre più sostenibili mitigando il rischio crescente di collisioni dovuto ai detriti spaziali: è l’obiettivo di “Green Species”, il progetto del Politecnico di Milano guidato da Camilla Colombo e premiato con un Consolidator Grant dal Consiglio Europeo della Ricerca (Erc), un finanziamento che può arrivare a 2 milioni di euro per supportare le idee più promettenti degli scienziati che hanno almeno sette anni di esperienza e vogliono rafforzare il proprio gruppo di ricerca continuando a sviluppare una carriera in Europa. 

Progetto scelto tra 2.200 proposte

Il progetto è stato selezionato tra oltre 2.200 proposte, un grande risultato considerando che quest’anno solo il 14,4% dei progetti presentati ha ottenuto il finanziamento. Il Politecnico di Milano raggiunge un totale di 60 Erc grant, di cui 14 Consolidator Grant. In Horizon Europe, il programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione 2021-2027, il Politecnico ha, a oggi, raggiunto lo straordinario risultato di 126 progetti vinti, di cui 17 Erc, per un valore di oltre 64 milioni di euro. Attualmente il tasso di successo dell’ateneo milanese è al 20,45% rispetto a circa il 15% a livello europeo. Nell’Ue, il Politecnico è la quinta università per numero di progetti finanziati.

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Approccio interdisciplinare

Green Species elaborerà un approccio interdisciplinare per la modellazione dei detriti spaziali e la previsione della sua evoluzione. Sarà sviluppato un modello probabilistico dei detriti spaziali, nel quale saranno considerate tutte le variabili di natura fisica, economica e politica. 

Come elemento di novità, il progetto incorporerà la gestione dell’ambiente dei detriti attraverso un controllore robusto, applicato al modello dei detriti spaziali, descritto come un sistema dinamico complesso. Le azioni ideali di controllo di feedback saranno trasformate in politiche e linee guida, attraverso indicatori quantitativi, valutando sia l’impatto ambientale che il beneficio sociale ed economico delle missioni spaziali attraverso il raggiungimento dei Sustainable Development Goals. 

Nuovo modello economico

Green Species proporrà anche un nuovo modello economico per un sistema di crediti per lo spazio sostenibile, sfruttando gli approcci della gestione del clima globale. Il progetto consentirà la creazione dello Space Sustainability Lab per la modellazione avanzata e il controllo dell’ambiente dei detriti utilizzando il calcolo ad alte prestazioni e la realtà virtuale.

Altri fondi per la ricerca

Altri tre ricercatori del Politecnico di Milano hanno ottenuto il finanziamento per un Erc Proof of Concept (PoC), che mira a consentire alle idee finanziate precedentemente da Erc di progredire nel percorso che va dalla ricerca pionieristica a quella applicata. 

Opere d’arte, il progetto “Pypaint”

Il team coordinato dal professor Carlo Spartaco Cesari mira a sviluppare un nuovo sistema stampabile anticontraffazione (“Pypaint”) basato su nano-strutture a base di carbonio con una specifica superficie elettronica che interagisce con la luce consentendo di creare un codice identificativo univoco dell’opera d’arte, invisibile all’occhio umano. Con “Pypaint” il gruppo di ricerca punta a contribuire a garantire l’estremo valore delle opere d’arte in Europa e nel mondo. 

Il software del progetto “Catalyse”

Il progetto “Catalyse” del professor Matteo Maestri propone invece lo sviluppo di un software per la modellazione multiscala di processi catalitici industriali, combinando un rigoroso approccio ai principi primi con avanzati algoritmi di machine learning e intelligenza artificiale. 

Il software fornirà un framework plug-and-play per includere cinetiche dettagliate a livello atomistico, ponendosi come uno strumento fondamentale per supportare lo sviluppo di nuove tecnologie per la transizione energetica e l’uso sostenibile delle risorse.

La guida autonoma dei satelliti

Infine il professor Francesco Topputo ha ottenuto un finanziamento con il progetto “Guido”, che getterà le basi per la realizzazione di un’unità di guida autonoma per satelliti nello spazio profondo. Guidare un satellite significa pianificare e controllare la sua traiettoria oltre a decidere come orientare i suoi propulsori durante le manovre. L’elemento innovativo di “Guido” è la sua capacità di trovare traiettorie con algoritmi di ottimizzazione affidabili, in grado di girare su una scheda elettronica a basse prestazioni e basso consumo energetico.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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