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Osservazione satellitare e AI: il contributo di Studiomapp tra emergenze sanitarie e disastri naturali



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Osservazione satellitare e AI possono supportare la gestione di crisi globali. Il caso di Studiomapp — dalla pandemia da Covid-19 alle alluvioni del 2023 in Emilia-Romagna — apre prospettive future con il calcolo a bordo dei satelliti

Pubblicato il 29 set 2025



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Le tecnologie spaziali stanno cambiando la capacità di analizzare e gestire il mondo in cui viviamo. I satelliti non servono più solo alla ricerca scientifica: oggi generano dati che aiutano governi, aziende e comunità locali a prendere decisioni rapide. Durante l’evento AI, HPC & QUANTUM – Reshaping the Technology Landscape, organizzato da E4 Computer Engineering, Leonardo Alberto Dal Zovo, CEO di Studiomapp, ha illustrato come l’integrazione tra osservazione satellitare e AI stia diventando uno strumento operativo per affrontare emergenze e scenari complessi.

La trasformazione dell’osservazione della Terra

Negli ultimi anni il numero di satelliti in orbita è esploso. Le costellazioni forniscono immagini sempre più frequenti e precise. Dal Zovo ha ricordato che i sensori si dividono in due categorie principali. I sistemi ottici, detti «passivi», sfruttano la luce solare e funzionano come una fotocamera. I radar SAR, invece, sono «attivi»: emettono segnali e li analizzano al ritorno, restituendo informazioni che non vediamo a occhio nudo, come la rugosità del terreno.

L’Agenzia Spaziale Europea ha investito in modo massiccio con il programma Copernicus, che fornisce dati su atmosfera, oceani e qualità dell’aria. Questa mole di informazioni, un tempo destinata soprattutto alla scienza, oggi alimenta anche applicazioni economiche. Aziende come Studiomapp dimostrano che unendo osservazione satellitare e AI si può tradurre il dato grezzo in strumenti utili per la pianificazione e la gestione delle crisi.

Covid-19 e analisi della mobilità

Nel 2020 la pandemia ha imposto nuove sfide. Studiomapp, insieme all’Agenzia Spaziale Europea e all’Università di Modena e Reggio Emilia, ha avviato un progetto per affiancare ai dati sanitari indicatori di mobilità. Le celle telefoniche non bastavano a descrivere gli spostamenti reali della popolazione. L’azienda ha quindi usato immagini satellitari e algoritmi di riconoscimento per contare le automobili nelle città.

Gli strumenti di intelligenza artificiale hanno permesso di identificare con precisione 82.883 veicoli in un’area di 140 km². «L’obiettivo era fornire un dato giornaliero capace di rafforzare i modelli epidemiologici», ha spiegato Dal Zovo.

I risultati sono stati significativi. L’errore di previsione sulle ospedalizzazioni si è ridotto di oltre il 50%. Nel caso dei contagi, il miglioramento ha superato l’80%. Le strutture sanitarie hanno così potuto pianificare meglio le risorse, aprendo reparti aggiuntivi o chiudendone altri in anticipo. La ricerca, presentata in conferenze internazionali e pubblicata su riviste scientifiche, ha mostrato come l’unione tra osservazione satellitare e AI possa supportare anche la salute pubblica.

L’alluvione del 2023 in Emilia-Romagna

Un altro esempio riguarda l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna nel maggio 2023. L’evento ha causato l’esondazione di 23 fiumi e centinaia di frane. Studiomapp, con sede a Ravenna, ha deciso di mettere subito a disposizione le proprie competenze e il network di partner internazionali.

Nei primi giorni, la fitta copertura nuvolosa impediva di usare immagini ottiche. L’azienda ha quindi attivato sensori radar SAR, capaci di identificare le aree sommerse anche senza visibilità. Con il miglioramento del tempo, le immagini ottiche hanno completato la mappa della situazione.

Ogni giorno Studiomapp ha prodotto mappe di allagamento che ha consegnato a Protezione Civile, Regione e Comuni. «Alcuni sindaci ci hanno ringraziato pubblicamente, perché le mappe hanno permesso di riaprire prima le scuole», ha raccontato Dal Zovo. L’uso integrato di osservazione satellitare e AI ha dato così un contributo diretto alla gestione pratica dell’emergenza.

Verso il calcolo a bordo dei satelliti

Attualmente i satelliti raccolgono i dati, li trasmettono alle stazioni a terra e solo dopo avviene l’analisi. Questo processo richiede tempo e riduce l’efficacia delle informazioni.

Secondo Dal Zovo, la prossima sfida sarà il calcolo a bordo. In questo modello, i satelliti processano i dati direttamente nello spazio. «Se posso già sapere, mentre il satellite sorvola un’area, che è in corso un evento critico, posso inviare subito l’informazione senza scaricare l’intera immagine», ha spiegato. La riduzione dei tempi e della quantità di dati trasmessi renderebbe le operazioni molto più rapide, soprattutto in scenari come disastri naturali e crisi ambientali.

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