SCENARI

Aws, Croisier: “Il cloud aumenta capacità operativa del satellite del 40%”

E al contempo si riducono i costi di download dei dati e aumenta la tempestività con cui vengono trasmesse le immagini. Il punto sui progetti portati avanti con D-Orbit e Unibap e sui risultati delle iniziative in corso

13 Feb 2023

Pietro Santoriello

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L’utilizzo del cloud nell’ambito del trasferimento dei dati satellitari consente di aumentare la capacità operativa del satellite di circa il 40%, di ridurre i costi di download e di aumentare la tempestività con cui vengono trasmesse le immagini”. A colloquio con Spaceconomy360, Clint Crosier, Director of Aerospace and Satellite Solutions di Amazon Web Services fa il punto sulle attività e progetti dell’azienda per portare il cloud “in orbita” e in particolare su quelle portate avanti con D-Orbit e Unibap.

Le applicazioni cloud per lo Spazio

Le applicazioni cloud per lo Spazio stanno modellando il flusso di dati acquisiti dai satelliti verso la Terra: un approccio che oltre a impattare sui costi di gestione può letteralmente rivoluzionare le future attività di downstream e di commercializzazione dei dati. Il modello si basa sull’apprendimento del software, che, agendo sui dati acquisiti dal satellite su cui è posizionato, processa direttamente a bordo parte dei dati, efficientando il procedimento di acquisizione del dato stesso.

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L’edge cloud nel progetto con D-Orbit e Unibap

Riguardo al progetto con D-Orbit e Unibap, Amazon Web Services ha messo in campo un Edge Cloud sul satellite iperspettrale Ion, operato da D-Orbit. Per circa dieci mesi, da quando il satellite è stato lanciato, sono stati condotti esperimenti sulle performance. “Abbiamo istruito questo pacchetto cloud in orbita al fine di pre-processare i dati e abbiamo ridotto del 42% i requisiti di trasferimento dei dati per il funzionamento della missione. Ciò che dimostrano i risultati degli studi effettuati è che istruendo adeguatamente l’algoritmo ad ignorare i dati che non servono, si risparmia in termini di efficienza durante il processo di trasmissione”. In sostanza, puntualizza Crosier “meno immagini inutili, ossia non funzionali alla missione, si inviano a Terra e più si possono inviare immagini utili”.

Soluzioni sempre più performanti

E il leader del cloud è a lavoro per mettere a punto e testare soluzioni sempre più performanti per il processamento e la gestione del dato e cambiare profondamente la modalità con cui ci si è approcciati fino ad oggi al trasferimento e alla gestione dei dati satellitari. D’altro canto governi e istituzioni di tutto il mondo stanno esplorando l’adozione del cloud nel settore dello Spazio e l’Agenzia Spaziale Europea, ha avviato l’iniziativa “Cognitive Cloud Computing in Space”, che ha già raccolto diverse proposte al fine di comprendere l’utilizzo di Edge e Cloud computing, come anche delle diverse applicazioni di Artificial Intelligence nelle attività spaziali.

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