SOVRANITÀ SPAZIALE

Critical space technologies, la Ue mette sul piatto 20 milioni l’anno

La Commissione europea aumenterà gli investimenti in Horizon Europe per rispondere al mutato contesto geopolitico. Si punta a rafforzare le attività di ricerca e la cooperazione a sostegno dell’autonomia continentale considerata sempre più la priorità. La joint task force lavora a tabelle di marcia e piani di attuazione comuni e a un’interazione maggiore con gli Stati membri e l’industry. Il piano al via il 17 maggio

12 Mag 2023

Paolo Marelli

Horizon europe

Dopo gli ingenti finanziamenti del programma Horizon 2020 (100 milioni di euro) degli anni scorsi, adesso la Commissione europea aumenterà gli investimenti in Horizon Europe per rispondere alle esigenze dell’attuale contesto geopolitico: a partire dal 2023, 20 milioni di euro saranno assegnati alle tecnologie spaziali su base annua.

Horizon Europe è il principale programma di finanziamento dell’Ue per la ricerca e l’innovazione. I suoi obiettivi principali sono migliorare la competitività industriale europea e garantire l’autonomia strategica nel settore spaziale.

Sovranità spaziale Ue

Nell’ultimo decennio, l’Unione europea ha compiuto passi significativi verso il rafforzamento della propria sovranità tecnologica nello Spazio. In particolare, l’Ue ha investito molto nella microelettronica per applicazioni spaziali, con particolare attenzione alle tecnologie GaN (nitruro di gallio), Systems on Chips (SoC) rad-hard, celle solari spaziali e pacchetti avanzati ad alta dissipazione.

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Fondi per il primo Fpga

Un esempio importante di questo investimento è il finanziamento del primo Fpga (Field Programmable Gate Array) con classificazione spaziale rad-hard interamente basato su una catena di fornitura europea. 

Questo sviluppo ha portato alla creazione di una serie di quattro prodotti FPGA (NgG-Medium, Large, Ultra e Ultra7) che sono stati sviluppati o sono attualmente in fase di sviluppo grazie ai finanziamenti dell’Ue. 

Questi Fpga sono componenti cruciali per tutti i tipi di missioni spaziali, tra cui Copernicus e Galileo, e sono fattori chiave per le future capacità avanzate di elaborazione a bordo (ad esempio sistemi autonomi).

Rilancio della joint task force

Nel 2008 la Commissione, l’Esa (l’Agenzia spaziale europea) e l’Eda (l’Agenzia europea per la difesa) avevano istituito una Joint task force (Jtf) con l’obiettivo di garantire un accesso autonomo e senza restrizioni a queste tecnologie. Da allora, il Jtf ha mappato le dipendenze spaziali fondamentali e identificato le azioni rilevanti.

In questo contesto, la Commissione, l’Esa e l’Eda hanno dato un nuovo slancio alla task force congiunta per intensificare la loro cooperazione istituzionale, con un nuovo piano che scatterà il 17 maggio e sarà completato entro l’inizio del 2024.

L’evoluzione della Jtf porterà a nuove attività, tra cui lo sviluppo di tabelle di marcia comuni della Jtf stesso, sinergie istituzionali e una maggiore collaborazione per affrontare le crescenti dipendenze tecnologiche affrontate dall’Ue nel campo della ricerca spaziale. Grazie a questi sforzi, l’Ue sta assumendo una posizione coraggiosa nel promuovere i suoi interessi strategici e garantire la sua costante leadership nella ricerca spaziale e nell’innovazione.

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