TECNOLOGIA SATELLITARE

Esa: avanti con l’antenna spaziale e la camera dei test più grandi d’Europa

L’Agenzia spaziale europea sta espandendo il centro tecnico Estec nei Paesi Bassi per migliorare i sistemi a radiofrequenza. L’edificio ospiterà anche una versione ampliata del Laboratorio di ottica e optoelettronica per testare i laser

10 Apr 2023

Paolo Marelli

©MonicaAlcazarDuarte
©MonicaAlcazarDuarte

Continua la ricerca spaziale e l’innovazione tecnologica dell’Agenzia spaziale europea. L’Esa sta mettendo a punto una  versione migliorata ed ampliata dell’Hybrid European Radio frequency e dell’Antenna Test Range per accrescere la qualità delle comunicazioni dallo Spazio verso la Terra.

L’Esa sta non solo realizzando l’antenna più grande d’Europa, ma anche la camera di test ribattezza “Hertz 2.0” che si estenderà su un’area di 32 per 25 metri e avrà un’altezza di 18 metri. Un edificio così ampio da essere in grado di ospitare anche i satelliti più grandi all’interno di una camera “anecoica” isolata, con pareti metalliche rivestite da piramidi di schiuma radioassorbente e riflettori accuratamente sagomati per imitare il vuoto infinito dello Spazio. 

Laboratorio di ottica ampliato

L’edificio Hertz 2.0 ospiterà anche una versione ampliata del Laboratorio di ottica e optoelettronica dell’Esa, che consentirà di testare meglio i sistemi laser, nuove funzionalità tra cui la calibrazione di piccole telecamere, rilevatori e payload, includendo anche una stazione ottica di terra trasportabile.

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Supporto alle missioni future

“Questa nuova struttura Hertz 2.0 è progettata per soddisfare le esigenze della prossima generazione di missioni avanzate dell’Esa e altri progetti dei nostri partner europei”, osserva Luis Rolo, project manager per Hertz 2.0 e Payload Lab. “Come esempio, si prendano in considerazione la seconda generazione dei satelliti Galileo – continua Rolo -: nel caso dei satelliti Galileo di prima generazione, il test in radiofrequenza viene effettuato separando l’elettronica del payload che genera i loro segnali di navigazione dall’antenna che trasmette questi segnali. Ma con la tecnologia più sofisticata e integrata dei satelliti Galileo di seconda generazione un tale approccio non sarà più possibile”.

Satelliti Galileo di seconda generazione

“Infatti – prosegue Rolo – sarà necessario testare questi nuovi satelliti nel loro insieme, utilizzando una tecnica in grado di gestirli senza comprometterne la precisione. Il progeto di Hertz 2.0 consentirà proprio questo: prestazioni estremamente accurate del payload in radiofrequenza irradiata end-to-end su una gamma di frequenze molto ampia, con una precisione che migliora la calibrazione disponibile a terra e, in ultima analisi, andrà a vantaggio della qualità dei dati provenienti dai satelliti e che saranno poi messi a disposizione degli Stati membri”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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