Il mercato dei droni in Italia nel 2022 vale 118 milioni di euro, il 20% in più rispetto all’anno precedente e, per la prima volta, più dei 117 milioni raggiunti nel 2019 prima della pandemia da Covid-19. Ma soprattutto l’Italia è all’avanguardia normativa, organizzativa e di business nel mondo per questo settore dal quale ci si aspetta una decisa accelerazione nei prossimi anni.
Indice degli argomenti
L’Italia all’avanguardia
Il nostro mercato è infatti paragonabile a quello di Germania e Portogallo e superiore a quello di altre paesi europei, Francia compresa, inoltre l’Italia ospita il primo vertiporto europeo, quello inaugurato a Fiumicino, uno dei 6 attivi al mondo. Sono questi alcuni dei numeri e delle conclusioni raccolti dall’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata della School of Management del Politecnico di Milano, presentata ieri durante il convegno “Strategie e investimenti: un boost per la drone economy”.
Un settore in evoluzione
Il censimento compiuto dall’ateneo milanese parla di 706 imprese operative in Italia (in lieve calo rispetto alle 713 del 2021) delle quali l’81% è un operatore, l’8% un produttore di piattaforma e l’11% sono distributori, produttori di software, integratori e produttori di payload. I droni registrati su d-flight sono 13.921 dei quali il 92% ad uso ricreativo e l’8% per scopi professionale da parte di imprese e pubbliche amministrazioni. Gli operatori sono 87.007 (+34%) mentre i voli sperimentali Bvlos – condotti a distanza senza controllo visivo del drone da parte del pilota – autorizzati dall’Enac nel 2022 sono passati da 11 a 27.
Benefici ancora da comprendere
Quest’ultimo dato segnala la forte volontà ad investire proprio negli ambiti che riguardano lo sviluppo di trasporti e persone. Il 78% degli attori della mobilità aerea avanzata vede una forte crescita nei prossimi 3 anni e il 60% prevede uno sviluppo dirompente entro i prossimi 5 anni. Cresce la consapevolezza del mercato, ma le percentuali sono ancora basse: il 14% ha ancora difficoltà a spiegare i benefici portati dai droni contro il 28% del 2019 mentre il 35% ha scarsa conoscenza sulle applicazioni contro il 50%.
L’Enac esempio per l’Europa
Il 2022 è stato l’anno del primo test di volo per un eVotl presso l’Aeroporto di Roma e l’obiettivo è compiere il primo volo dimostrativo entro il 2024 in occasione del Giubileo e rendere il servizio passeggeri operativo nel 2030. Allo studio ci sono anche Venezia e Milano, quest’ultima in vista delle Olimpiadi del 2026. A Grottaglie sta sorgendo una struttura di sviluppo specifica e l’Enac è una delle prime autorità aeronautiche ad aver regolamentato il settore nel 2013 e la prima in Europa ad aver elaborato un Piano Strategico Nazionale per lo Sviluppo della Mobilità Aerea Avanzata che funge da riferimento per tutta l’Ue.
Norme sempre più precise
Solo la Germania ha fatto altrettanto. Invece meno del 10% delle imprese italiane è in grado di offrire potenzialmente i servizi richiesti dal regolamento U-Space entrato in vigore dal 26 gennaio 2023 inoltre quasi il 30% delle aziende non sa che deve sottoscrivere un contratto con uno U-Space Service Provider per poter operare in uno spazio aereo U-Space. Il 31 dicembre 2020 è entrato in vigore il Regolamento Europeo per i Droni, ma ci sono difficoltà e ritardi per la sua applicazione.
Applicazioni a rilento e pochi denari
I problemi normativi sono i principali ostacoli allo sviluppo del mercato, in particolar modo per i tempi di autorizzazione e la difficoltà nell’ottenere autorizzazioni per effettuare le sperimentazioni. Un altro problema è la mancanza di fondi o incentivi governativi per attivare progetti innovativi. Una possibile fonte di finanziamento alternativa è rappresentata dal programma UE Horizon Europe. Dal 2001 a oggi l’Unione Europea ha pubblicato 362 bandi per lo sviluppo di progetti con droni per un budget complessivo di oltre 1 miliardo di euro. Di questi 22 sono stati attivati nel corso del 2022 per un valore complessivo di oltre 86 milioni di euro e altri 12 (40 milioni di euro) sono in attivazione nel 2023.
I piccoli la fanno da padrone
Nel resto del mondo ci sono solo 6 vertiporti, 25 sono in fase di prototipazione e 40 allo studio di fattibilità. Nel mondo invece le applicazioni di droni censite sono 1.137, il 27% in più rispetto al 2019. L’unico segmento che al momento genera profitti è quello dei droni medio-piccoli e riguarda 823 applicativi, il 72% del totale. Di questi il 31% è in fase di sperimentazione, il 31% con un utilizzo una tantum, il 18% in fase operativa e il restante 20% dichiarazioni di intenti e interessi preliminari.
Volo e anche contatto
Le principali applicazioni riguardano ispezioni e sopralluoghi (43%), sicurezza e sorveglianza (18%) e ricerca-soccorso (12%). I maggiori utilizzatori sono la Pubblica Amministrazione (38%), salvaguardia ambientale (19%), intrattenimento e i media (10%). Rispetto agli anni precedenti, iniziano ad affacciarsi sul mercato anche applicazioni che prevedono il contatto del drone con superfici o oggetti, come la manutenzione (15 casi) e la raccolta (2). Alcuni esempi in ambito agricolo riguardano la raccolta di frutti o di olive dalle piante.
In arrivo quelli più grandi
I progetti di Advanced Air Mobility con droni più grandi in grado di effettuare trasporti di beni e persone, sono 314 (il 28% del totale) e di questi l’82% riguarda il trasporto di merci con droni e il restante 18% il trasporto di persone. L’Italia è al secondo posto per numero di casi (9%), dopo gli Stati Uniti (25%), seguita dal Regno Unito (6%) e dall’Australia (5%). Anche nel mercato italiano stanno iniziando ad affacciarsi droni di dimensione molto importante (oltre 100 kg di peso al decollo). Nel corso del 2022 sono stati registrati su d-flight 5 UAS con queste caratteristiche, di cui 2 europei e 3 cinesi.
Il segmento con più potenziale
Si tratta di un segmento che sta attirando grandi investimenti poiché è quello che ha le migliori prospettive di crescita, ma non ha ancora iniziato a generare profitti, come ricorda Marco Lovera, responsabile scientifico dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata. “Il 2022 è stato un anno cruciale per il mercato professionale dei droni. Se da un lato il valore del mercato operativo non è ancora esploso e il mercato dell’Advanced Air Mobility non ha ancora iniziato a generare ricavi per le imprese, diversi Paesi europei e l’Unione Europea stessa hanno iniziato a delineare strategie e roadmap e le imprese hanno iniziato a comprendere in modo più chiaro i benefici che questa tecnologia può portare alle loro attività”
I programmi di innovazione
“L’Italia sta assumendo un ruolo di primo piano nel panorama europeo trainando lo sviluppo del segmento dell’Advanced Air Mobility grazie a forti investimenti, sperimentazioni concrete e programmi per l’introduzione dei servizi, a partire da dimostrazioni in eventi a grande visibilità come il Giubileo del 2024 e le Olimpiadi invernali del 2026. Nel prossimo futuro sarà però fondamentale la conversione delle strategie e delle sperimentazioni in piani e progetti operativi in grado di portare sul mercato servizi innovativi” spiega Paola Olivares, direttore dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata.
Tradurre i piani in concretezza
“Dopo alcuni anni di stallo, nel 2022 si iniziano a raccogliere i frutti delle molte attività, di imprese e istituzioni, per sviluppare il settore. Da un lato, si stanno sviluppando ecosistemi di competenze che raggruppano attori della domanda, dell’offerta e istituzioni per tradurre le attuali sperimentazioni in servizi operativi. È questo il caso della creazione del primo spazioporto nazionale presso l’aeroporto di Taranto-Grottaglie che ha l’obiettivo di sviluppare progetti di Advanced Air Mobility e legati all’attività spaziale” afferma Cristina Rossi Lamastra, responsabile scientifica dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata.