LA MISSIONE

Euclid da Savona a Cape Canaveral, il lancio a luglio

Superati tutti i test. Il satellite dell’Esa mira alla realizzazione di una mappa a grande scala della struttura tridimensionale dell’Universo negli ultimi dieci miliardi di anni per ottenere informazioni su energia e materia oscura

22 Feb 2023

Nicola Desiderio

Euclid

Euclid ha superato tutti i test ed è pronto per essere trasferito da Cannes a Savona e da lì essere imbarcato per raggiungere in nave Cape Canaveral ed essere installato su un vettore Falcon 9 grazie al quale raggiungerà il punto lagrangiano L2 a 1,5 milioni di km dalla Terra. Da qui il satellite Esa osserverà l’universo per produrne una mappa a grande scala della struttura negli ultimi dieci miliardi di anni ottenendo informazioni sulla materia oscura che lo compone al 95% e sull’energia oscura che lo sta ancora spingendo ad espandersi.

Cambio di programma

Una missione dunque di fondamentale importanza, destinata a confermare e ad eventualmente integrare il modello cosmologico attuale e che ha anche un costo importante (700 milioni di euro), lievitato ulteriormente a causa del cambio di programma imposto dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni verso la Russia. Euclid infatti sarebbe dovuto partire già nel 2022 a bordo di una Soyuz, ma la nuova situazione geopolitica ha imposto un cambio di vettore che è stato individuato in SpaceX.

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La leadership italiana

“Era pronto il lancio per l’estate 2022 con il Soyuz ma poi, di fronte all’invasione in Ucraina e alla rottura delle relazioni con la Russia, si è trovata un’alternativa e partirà a luglio con il Falcon 9” ha spiegato Barbara Negri, responsabile Volo umano e Sperimentazione scientifica dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), nel corso di un briefing con la stampa organizzato dall’Esa e al quale hanno partecipato anche i due scienziati colleghi della Negri, Mario Salatti e Elisabetta Tommasi.

Il ruolo di Asi, Inaf e Infn

Fondamentale per la realizzazione del programma è stato l’apporto dell’Asi e di tutto il mondo scientifico ed industriale italiano. L’Agenzia Spaziale Italiana, in collaborazione con Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica) e Infn (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), ha guidato il consorzio industriale che ha progettato e realizzato i contributi agli strumenti, con Ohb Italia mandataria e Sab Aerospace e Temis mandanti. Inoltre l’Asi è a fianco dell’Inaf per il ruolo di Sgs (Science Ground Segment) che è affidato totalmente all’Italia. Questo vuol dire che lo Stivale sarà il crocevia dell’enorme mole di dati raccolta da Euclid e che sarà distribuita a tutto il mondo scientifico.

Sforzo corale

In tutto hanno partecipato oltre mille scienziati di 100 istituti europei dei quali oltre duecento italiani appartenenti all’Inaf (principalmente gli istituti Iaps di Roma, Oas di Bologna e Iafs di Milano e gli Osservatori Astronomici di Bologna, Brera, Padova, Roma, Torino e Trieste), all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e alle Università di Bologna, di Ferrara, la Statale di Milano, la Sapienza di Roma, l’Università Roma 3, l’Università di Trieste, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste (Sissa) e la Cisas di Padova.

Thales Alenia Space protagonista

L’apporto tecnico italiano ha riguardato anche altri aspetti come l’integrazione del satellite che è stata effettuata a Torino da Thales Alenia Space – contraente principale del progetto con oltre 120 aziende di 20 paesi europei, gli Stati Uniti, il Canada e il Giappone – che è anche responsabile del modulo di servizio, del sensore di velocità Coarse Rate Sensore (Crs), dell’antenna ad alto guadagno in banda K (costruita a Roma) e del transponder per lo spazio profondo in banda X (Dst). La Altec ha curato le attività industriali per la progettazione e la realizzazione dello Science Data Center italiano della missione, uno dei nove previsti.

Un telescopio e due strumenti

I principali strumenti dell’Euclid sono un telescopio a specchio di 1,2 metri di diametro e due strumenti scientifici, il Visible Instrument (Vis) e il Near Infrared Spectrometer Photometer (Nisp). Questi ultimi sono il suo fiore all’occhiello tecnologico e sono ottimizzati per utilizzare due diversi metodi diagnostici: il weak gravitational leansing (l’apparente distorsione dell’immagine delle galassie causata dalla presenza di concentrazioni di massa che deflettono la luce) e le oscillazioni acustiche della materia barionica, uno dei metodi più accurati per porre vincoli sull’equazione di stato dell’energia oscura e sulla sua eventuale evoluzione cosmica.

Primi dati in autunno

Euclid inizierà ad inviare i primi dati in autunno e alla fine della sua vita operativa avrà prodotto immagini e dati fotometrici per più di un miliardo di galassie e milioni di spettri di galassie che saranno di grande importanza anche per molti altri settori dell’astrofisica. Alla missione partecipa anche la Nasa che ha fornito i rivelatori per lo strumento Nisp. L’Italia ha anche fornito l’elettronica di controllo e acquisizione dei dati di Vis e di Nisp e la ruota che contiene gli elementi dispersori dello spettrometro, sottosistemi realizzati dall’industria nazionale, in collaborazione con Infn e Inaf. Quest’ultima ha sviluppato anche il software di bordo dei due strumenti.

All’avanguardia della tecnica

“Il lavoro svolto in questi anni dal team di progetto e da tutto il consorzio industriale per la missione dell’Esa Euclid è stato eccellente – ha dichiarato Paolo Musi, project manager del programma per Thales Alenia Space – svolto in modo sinergico e puntuale, con i contributi dei colleghi di Spagna, Belgio e Francia. Qualità e stabilità di forma del sistema ottico integrato, velocità e completezza della mappatura del cielo, puntamento accurato ed estremamente stabile, nonché capacità di trasmettere a terra in modo affidabile la grande mole di dati sono i requisiti fondamentali di questa missione che certamente beneficia anche della esperienza di Thales Alenia Space nella realizzazione dei satelliti astronomici Herschel e  Planck, che hanno dimostrato eccellenti prestazioni in orbita”.

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