IL CASO

Stazione spaziale internazionale, guasto sulla Soyuz ma le attività non si fermano

La perdita di pressione alla navicella da trasporto russa, oltre ad una manovra di evitamento, ha provocato ritardi all’istallazione dei nuovi pannelli solari. Ancora al vaglio la causa dell’avaria e le soluzioni alternative per garantire la massima sicurezza sulla Iss

27 Dic 2022

Nicola Desiderio

ISS

Un piccolo frammento e non un lo sciame meteorico delle Geminidi sarebbe all’origine del guasto, provocato da una perdita di liquido, alla navetta Soyuz MS-22, attraccata alla Stazione Spaziale Internazionale. Queste le prime conclusioni alle quali sono giunte Nasa e Roscosmos anche se serviranno ulteriori analisi per capire che cosa sia davvero successo e che, in ogni caso, non ha impedito di proseguire nelle attività previste sulla Iss.

Lavoro congiunto

Tra le ipotesi ci sarebbe anche quella di un guasto originato da alcun fattore esogeno e, se di oggetto si trattasse, sarebbe “troppo piccolo per essere tracciato”. Così hanno detto sia Joel Montalbano sia Sergei Krikalev, rispettivi responsabili per le attività sulla Stazione dell’agenzia americana e russa che nel corso di una teleconferenza hanno commentato quanto accaduto il 15 dicembre scorso alle ore 2 italiane e cioè una perdita di pressione al circuito di raffreddamento della Soyuz.

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Le soluzioni alternative

I due hanno confermato che la perdita di liquido non ha causato alcuna contaminazione a bordo e che i tecnici stanno ancora valutando se la MS-22 sia in grado di rientrare sulla Terra, come previsto inizialmente, a marzo oppure sia necessario impiegare la MS-23. Quest’ultima si trova già alla base di Baikonur per portare tre astronauti, ma potrebbe essere inviata in anticipo sulla Iss entro due o tre settimane per riportare a Terra i cosmonauti Dimitri Petelin, Sergey Prokopyev e Frank Rubio.

Pannelli fotovoltaici più potenti

In alternativa, potrebbe essere inviata anche un’altra navicella priva di equipaggio, ma una decisione definitiva potrebbe essere presa nel corso di questa settimana. Nel frattempo prosegue l’installazione dei nuovi pannelli solari flessibili i-Rosa che permetteranno di aumentare da 160 a 215 kW la potenza disponibile. L’operazione ha subito due giorni di ritardo, non per motivi tecnici, ma per mettere il braccio robotico Canadarm-2 a disposizione dei cosmonauti per riparare il guasto.

Per evitare un frammento russo

Ulteriore ritardo è stato causato dalla possibilità di impatto con un frammento del razzo russo Fregat che, secondo i calcoli, sarebbe potuto passare a meno di 400 metri dalla Stazione Spaziale Internazionale. Per questo è stato necessario sospendere ogni attività extraveicolare e approntare una manovra di modifica dell’orbita, effettuata accendendo per dieci minuti i propulsori della navetta russa Progress e che la Roscosmos aveva più volte minacciato di staccare dalla Iss lasciandola alla deriva.

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