L'ESPERIMENTO

5G e satelliti multi-orbita, Esa completa i test: “Connessione stabile”

Gli Hub 5G/6G dell’Agenzia spaziale europea di Regno Unito e Paesi Bassi hanno comunicato “in modo eccellente” con l’Università del Surrey e il laboratorio IT di Capgemini a Parigi tramite collegamento video. Utilizzata la connettività fornita dalle reti terrestri di quinta generazione mobile e una combinazione di piattaforme in orbite diverse

23 Giu 2023

Paolo Marelli

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La connessione è stata eccellenze per tutta la duranta del test. È riuscito l’esperimento dell’Esa che ha collegato enti e servizi di ricerca nel Regno Unito, nei Paesi Bassi e in Francia, utilizzando un trasmissione video con connettività fornita da reti terrestri 5G e da satelliti posizionati in orbite differenti. 

L’Agenzia spaziale europea ha eseguito questo test sulle connessioni multi-orbita, le quali saranno un architrave delle comunicazioni di prossima generazione, in quanto migliorano la capacità, la copertura e la resilienza della Rete stessa.

I vantaggi dei satelliti

I satelliti in orbita terrestre bassa hanno un’altitudine fino a 2.000 km e forniscono connettività Internet ad alta velocità per innumerevoli applicazioni: dalle comunicazioni in tempo reale all’Internet of things (IoT).

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Sono tipicamente disposti in grandi costellazioni di centinaia, o addirittura migliaia, di singoli spacecraft che possono fornire una copertura globale.

I satelliti in orbita geostazionaria, invece, possono trovarsi a un’altitudine di circa 36.000 km e, da lassù, possono fornire copertura a vaste parti della superficie terrestre. I satelliti geostazionari possono essere utilizzati per trasferire grandi volumi di dati e sono impiegati in applicazioni come la trasmissione televisiva o la consegna di dati di osservazione della Terra.

Utilizzando una combinazione di queste diverse orbite e dell’infrastruttura terrestre, gli operatori di rete possono fornire connettività per una vasta gamma di ambienti e applicazioni, garantendo al contempo che le reti rimangano operative anche in caso di interruzioni.

L’esperimento dell’Esa

Per testare questo concept, è stato completato un esperimento tra l’Hub 5G/6G dell’Esa nel Regno Unito, l’Hub 5G/6G sempre dell’Agenzia e di prossima apertura nei Paesi Bassi, il Centro per l’innovazione 5G/6G dell’Università del Surrey nel Regno Unito, e il laboratorio 5G dell’information technology di Capgemini a Parigi.

All’Hub 5G/6G dell’ESA nel Regno Unito, la chiamata è stata collegata tramite la rete 5G terrestre privata dell’Hub a due satelliti per comunicazioni in un’orbita geostazionaria. La struttura dell’Esa nei Paesi Bassi è stata collegata alla videoconferenza tramite una costellazione di satelliti in orbita terrestre bassa.

All’Università del Surrey, la chiamata è stata collegata tramite 5G terrestre sempre a una costellazione dell’orbita terrestre bassa. Capgemini ha effettuato la connessione da dispositivi direttamente connessi alla sua rete 5G privata autonoma. Durante l’esperimento, la chiamata è passata attraverso quattro diverse reti satellitari e tre diverse reti terrestri, mantenendo sempre un’eccellente connessione.

Il test rientra nei tentativi dell’Esa di accelerare la trasformazione digitale 5G della nostra società, facilitando la convergenza delle reti di comunicazione satellitare e terrestre.

Antonio Franchi, responsabile del programma 5G/6G dell’Esa, spiega che “combinare la connettività da diverse orbite con l’infrastruttura terrestre è fondamentale per garantire comunicazioni resilienti e affidabili. Questo esperimento è un passo importante nella nostra missione di esplorare e realizzare l’enorme potenziale delle reti di comunicazione abilitate nello Spazio”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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