L’INTERVISTA

Distretto Space Veneto, Zoppas: “Sinergia pubblico-privato per spingere la competitività”

Il presidente della Rete innovativa regionale Aerospace Innovation and Research: “Grazie al nostro ecosistema le pmi acquistano solidità per proporsi al mercato”. A Space Meetings Veneto voce e visibilità alle eccellenze locali

15 Mag 2023

Antonello Salerno

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Creare un ecosistema in grado di valorizzare le eccellenze del Veneto nel campo dell’aerospazio, mettendo in sinergia le potenzialità espresse dalle università e dai centri di ricerca, quelle delle aziende private – grandi e piccole – che operano nel settore, e quelle di un settore pubblico che ha tutto l’interesse a favorire la crescita dei comparti più promettenti dell’economia regionale. E’ nata da queste premesse la Rete Innovativa Regionale “AIR – Aerospace, Innovation and Research” del Veneto, che riunisce 52 realtà, (di cui 41 Pmi del territorio, cinque grandi aziende, quattro università, una fondazione e un centro di ricerca). In quest’intervista a SpaceEconomy360 il presidente del distretto tecnologico, Federico Zoppas, descrive il progetto attorno al quale è nata questa esperienza e i piani di sviluppo per il futuro.

Zoppas, come nasce il distretto aerospaziale del Veneto?

Nella nostra Regione c’è un numero importante di aziende che operano nei settori dell’aeronautica e dell’aerospazio, insieme a realtà accademiche, come l’università di Padova, che è tra le prime 20 al mondo per l’ingegneria aerospaziale. La nostra convinzione è che oggi, per beneficiare al meglio delle opportunità che si sono aperte e si stanno aprendo nella space economy, sia fondamentale condividere le esperienze e le competenze tra i diversi settori, per presentarsi in maniera più solida sul mercato, guardando anche all’internazionalizzazione. Con le aziende fondatrici del cluster siamo tra i promotori di questo approccio, che aiuta a essere più credibili e strutturati di fronte ai big players del settore e a supportare in modo più strutturato l’aumento di domanda a cui stiamo assistendo nel campo dell’aerospazio, e che spesso non è ancora supportato da un’offerta adeguata.

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Quali sono le opportunità che volete cogliere con la vostra attività?

Se si guarda ai programmi regionali, del Governo e dell’Unione Europea, o anche al grande incremento di investimenti che viene dal mondo dei privati, è chiaro che si sia aperta una grande opportunità per le aziende del nostro territorio: una Pmi da sola probabilmente avrebbe difficoltà a orientarsi in questo mondo, ma se si adotta una logica di ecosistema le opportunità si moltiplicano a vantaggio di tutti. Un ruolo centrale è ovviamente quello delle università e dei centri di ricerca, perché i talenti e le persone sono asset fondamentali, senza i quali non sarebbe possibile centrare obiettivi ambiziosi.

Da dove ha preso le mosse il progetto della Rir Air?

Quello della rete innovativa regionale è un progetto partito dalla Regione Veneto, che ci ha consentito di darci una forma giuridica e di dare vita a un comitato tecnico-scientifico che si è occupato di mappare le competenze. Siamo specializzati in bilanciamento termico, cybersecurity, software e firmware, ottica, con l’eccellenza di Officina Stellare, in una rete di aziende specializzate nella meccanica di precisione, e poi ancora sulla propulsione. A questo si aggiunge un nutrito gruppo di starutp. Complessivamente, parliamo di realtà che – tutte insieme e non soltanto nell’aerospazio – coinvolgono circa 5mila persone per un fatturato di oltre un miliardo e mezzo di euro.

Come vi muovete per promuovere le vostre eccellenze?

Abbiamo finora partecipato a tanti eventi, anche internazionali. Uno degli obiettivi della nostra rete è quello di creare nuovi contatti condividendo la partecipazione a manifestazioni anche fuori dai confini nazionali, grazie alla sinergia con Agenzia Ice, nata per promuovere all’estero l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Oggi ci sono molte opportunità aperte negli Stati Uniti, in Canada, in Giappone, in Corea del Sud, che hanno programmi spaziali ambiziosi, e noi vogliamo proporci a queste realtà in maniera solida e strutturata.

Dal 15 al 17 maggio avete organizzato lo Space Meetings Veneto. Di cosa si tratta?

Di un grande evento internazionale che si svolgerà a Venezia, nato grazie al supporto attivo della Regione Veneto – che ha colto perfettamente l’opportunità del progetto – e ci sta appoggiando nella sua realizzazione, affinchè tutte le aziende del territorio abbiano la giusta visibilità. Vogliamo riuscire a dimostrare che siamo riusciti nel nostro intento di fare sinergia tra aziende, istituzioni e università. Abbiamo ottenuto il patrocinio di diverse aziende di primo piano dell’aerospazio: in tutto l’evento conterà su oltre 150 relatori suddivisi in una serie di panel a tema. Sarà un’occasione per mostrare le nostre capacità e favorire la discussione sui megatrend del momento. L’obiettivo non è quello di portare a casa qualche ordine in più, ma di dare vita a un momento di approfondimento utile a tutti i partecipanti. Abbiamo già 500 persone registrate, con più di 100 buyer da tutto il mondo.

Come sarà organizzata la manifestazione?

Sarà suddivisa in tre giornate, ognuna della quali avrà un focus a sé. Il 15 maggio sarà dedicato all’Investment forum, con una serie di approfondimenti per conoscere meglio il mercato e le opportunità di investimento che offre. Le giornate del 16 e del 17 maggio saranno invece dedicate rispettivamente allo Space Supplier Summit, per dare voce e mettere al centro dell’attenzione la catena di fornitura dell’industria spaziale e le filiere del settore satellitare, e al Wine Space & Tech, che punterà l’attenzione sull’applicazione di tecnologie spaziali nel settore vitivinicolo, una delle eccellenze del nostro territorio.

Tra i fili conduttori di tutta la manifestazione ci sarà l’attenzione che vogliamo dedicare al downstream, alle tecnologie e alle soluzioni utili per analizzare i dati che vengono raccolti dai satelliti. Un tema particolarmente importante per un territorio come il nostro caratterizzato dall’industria del vino e da un sistema agricolo innovativo. Vorremmo focalizzare l’attenzione, in questo campo, su come – ad esempio – la tecnologia aerospaziale ci possa aiutare a gestire la scarsità idrica o possa aiutare a debellare alcune patologie. Un altro punto fondamentale, inoltre, sarà quello dell’Advanced Air Mobility, su cui diversi player locali stanno investendo e stanno guadagnando visibilità su scala internazionale.

Il ministro Urso ha annunciato una nuova legge quadro sull’Aerospazio. Qual è la sua posizione?

La parte regolatoria è centrale: al nostro Space Meetings Veneto interverrà a un tavolo ad hoc l’avvocato Giulio Napolitano di Studio Chiomenti per dare una panoramica sulle legislazioni che regolano il mondo dell’aerospace e su come il golden power possa intervenire. Ma per tornare alla sua domanda, sono sicuro che il ministero e il governo terranno nella giusta considerazione le necessità del tessuto industriale italiano che opera nell’aerospazio. Si tratta di un comparto che ogni anno muove circa 4,5 miliardi di euro, e che ha bisogno di supporto per dispiegare al meglio le proprie potenzialità. Ben venga quindi questo interesse da parte del ministero, che sono sicuro produrrà frutti positivi grazie anche al confronto con gli addetti ai lavori del settore.

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