La vendita di Virgin Orbit dovrebbe essere portata a compimento entro la fine del mese con il conseguente salvataggio dell’azienda di lanci spaziali di Sir Richard Branson. Il tribunale fallimentare del distretto del Delaware, che si sta occupando del caso attraverso quanto previsto dal regime di esercizio provvisorio Chapter 11, ha infatti approvato l’ordinanza con la quale avviare immediatamente la procedura di vendita.
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Vendita entro il 24 maggio
Le dichiarazioni di interesse non vincolanti dovranno pervenire entro il 4 maggio – ad un mese esatto da quando Virgin Orbit ha portato i libri contabili in tribunale – ed essere formalizzate entro il 15 maggio, tre giorni prima dell’asta che avrà luogo il 18 maggio solamente nel caso gli acquirenti potenziali coinvolti fossero più di uno. Il 24 maggio si terrà un’audizione presso in base alla quale la corte del distretto del Delaware prenderà le proprie decisioni. Il 10 aprile intanto il Nasdaq ha tolto il titolo dal proprio listino.
Istanze accettate
Questa tempistica va incontro a quanto proposto dalla Virgin Orbit stessa e dovrebbe permettere il coinvolgimento delle società candidate ad acquistare l’azienda prima che si avviasse la procedure del Chapter 11. Non a caso il documento stesso indica come destinatari delle offerte gli studi Alvarez & Marsal e Ducera Partners, incaricati dalla stessa Virgin Orbit di reperire investitori prima del fallimento. C’è ovviamente la possibilità – e l’auspicio – che, oltre a quelli caldeggiati, se ne facciano avanti altri.
Primo: continuare il lavoro
L’obiettivo principale e riprendere il lavoro fatto e che è tutt’ora in corso visto che Virgin Orbit ha mantenuto 100 persone sulle 775 prima in organico proprio sperando di non interrompere i lavori di preparazione per le missioni già previste e contrattualizzate e la cui perdita costituirebbe un’ulteriore perdita del patrimonio. L’azienda inoltre ha chiuso l’inchiesta interna sul malfunzionamento del LauncherOne e intende rimettersi in marcia.
Budget per l’operatività
A questo proposito, la corte ha anche approvato definitivamente il finanziamento “debtor-in-possession” che permette alla società in regime di Chapter 11 di reperire liquidità di emergenza per l’operatività. Nello specifico, si parla di un prestito pari a 74,1 milioni di dollari da parte della Virgin Investments Ltd, dunque una stretta parente di Virgin Orbit e parte del grande gruppo condotto dal vulcanico Sir Richard Branson.
Le incognite del piano
Il piano di salvataggio sembra dunque indirizzato lungo i binari giusti, anche se il colpo di scena potrebbe essere in agguato. Il piano infatti non prevede l’acquisizione completa ed in blocco dell’azienda, ma permette anche l’acquisizione di cespiti e beni singoli. Qualora dunque arrivasse un’offerta per un bene consistente come il Boeing 747 “Cosmic Girl” modificato per accogliere sotto la sua ala il LauncherOne, il resto diventerebbe assai meno appetibile come azienda che dunque sarebbe inevitabilmente smembrata.
Trovare una soluzione
Una delle trattative in corso, quella con Mattew Brown è già naufragata, ma Dan Hart rimane fiducioso. “Continuiamo a fare progressi importanti e rimaniamo concentrati nel posizionare la compagnia per completarne il processo di vendita a beneficio di tutti gli azionisti. Rimaniamo impegnati – aveva già detto un mese fa il ceo di Virgin Orbit – nel lavorare con i nostri investitori e creditori attraverso tale processo per arrivare ad un esito ottimale per tutti”.