L'INIZIATIVA

Iss, la Nasa: “La Russia collaborerà al deorbitamento”

Lo ha affermato il numero uno Bill Nelson in una conferenza stampa al Congres International d’Astronautique di Parigi: “Sono in contatto con il mio omologo Yuri Borisov. Auspico al più presto un incontro”

22 Set 2022

Nicola Desiderio

Aschbaher Mellroy Nelson

La Nasa è sicura che la Russia darà la propria collaborazione per deorbitare la Stazione Spaziale Internazionale nel 2030, quando è previsto che debba essere accompagnata verso l’atmosfera terrestre e fatta tuffare nell’Oceano Indiano dopo oltre 30 anni di onorato servizio.

Auspicio e convinzione

La convinzione e l’auspicio sono stati espressi da Bill Nelson (nella foto con Pam Melroy e Josef Aschbacher) in persona nel corso di una conferenza stampa al Congres International d’Astronautique che è in corso fino ad oggi a Parigi. “Stiamo ancora preparando il deorbitamento della Stazione Spaziale dopo il 2030” ha affermato il numero uno dell’ente spaziale statunitense che recentemente ha anche chiesto la consulenza delle aziende spaziale nazionali per gestire questo evento epocale che, nei piani iniziali, sarebbe dovuto avvenire dopo il 2024, ma che è stato protratto proprio su iniziativa degli Stati Uniti e approvata dagli altri enti spaziali partecipanti (Esa, Csa e Jaxa) con l’eccezione della russa Roscosmos alla vigilia dell’invasione ucraina.

L’unico contatto aperto

Questa circostanza anzi ha fatto della Iss l’oggetto di minacce più o meno velate da parte di Mosca che però non ne hanno mai di fatto interrotto l’operatività. “Ad ogni modo, i piani sono in corso. Ho ogni ragione per credere che i nostri partner russi sulla Stazione Spaziale Internazionale hanno l’intenzione di cooperare a questo scopo” ha detto Nelson a Parigi. La Iss rappresenta di fatto l’unico ed ultimo anello di collegamento diplomatico tra Washington e Mosca e le due superpotenze, oltre a garantire il servizio dei propri astronauti in orbita, provvedono anche al loro trasporto da e verso la Iss.

La fine delle minacce

Nel frattempo la Russia ha annunciato di volere costruire una propria stazione spaziale internazionale diventando meno minacciosa negli annunci e più possibilista sulla data del proprio disimpegno sulla Iss, soprattutto da quando Yuri Borisov ha sostituito Dmitri Rogozin al timone di Roscosmos. Il nuovo numero uno dell’ente spaziale russo ha ribadito che Mosca onorerà i propri impegni fino al 2024 lasciando però capire che potrebbe avere bisogno di altro tempo proprio per portare ad un sufficiente livello di operatività la sua nuova stazione spaziale orbitante.

Potrebbe esserci un incontro

Nelson stesso ha confermato di essere in contatto con il suo omologo russo. “Ho parlato con Borisov. Gli ho detto che spero di vederlo alla prima occasione”. Circostanza che non si è potuta concretizzare per il Cia a causa delle sanzioni dell’Unione Europea verso la Russia che coinvolgono prima di tutto la circolazione di persone che rivestono ruoli fondamentali all’interno dell’apparato di Mosca. L’agenzia Tass ha confermato che i vertici della Roscosmos non sono stati neppure invitati all’importante consesso parigino aggiungendo che “non hanno ricevuto assistenza per i visti”.

La Cina quasi non si vede…

Sono invece presenti esponenti dell’ente spaziale cinese Cnsa, ma non i suoi vertici, che però non compaiono tra i relatori e partecipanti a nessuno dei seminari e conferenze stampa in programma. Nelson ha però citato Pechino affermando che una decisione su una eventuale collaborazione con la Nasa spetta alla Cina e che ci deve essere un’apertura da parte loro che però non è mai apparsa all’orizzonte. “La nostra linea nei loro confronti si è ammorbidita per le attività che riguardano Marte – ha detto il direttore generale – ma non vediamo da parte loro molta trasparenza riguardo ai programmi spaziali”.

Alleanze variabili

Nelson non ha fatto commenti sul ruolo crescente di Pechino nello spazio, sulle loro ambizioni in merito, sulla loro stazione spaziale e sul fatto che la Cnsa continui a tessere relazioni operative con molte nazioni. Ultima tra queste è quella con gli Emirati Arabi Uniti che lo scorso 16 settembre hanno firmato proprio a Parigi con la Cnsa un accordo per portare sulla Luna il loro rover Rashid 2 nel 2026 mentre si serviranno di un Falcon 9, di un lander giapponese e della base di lancio in Florida per il lancio del Rashid 1, previsto il prossimo novembre.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 2