VERSO IL PIANETA GIGANTE

Missione Giove, l’occhio Majis pronto all’azione

Lo strumento costruito da un consorzio franco-italiano ha completato i test in volo e si appresta a studiare nubi e aurore del pianeta, così come la composizione superficiale delle sue lune ghiacciate Ganimede, Callisto ed Europa. La realizzazione è guidata dall’Istituto di Astrofisica Spaziale di Orsay e finanziata dal Centro Nazionale francese per gli Studi Spaziali e dall’Agenzia Spaziale Italiana

13 Giu 2023

Paolo Marelli

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È pronto a entrare in all’azione “l’occhio” della sonda Juice (Jupiter Icy Moon Explorer) dell’Agenzia spaziale europea (Esa) in viaggio verso Giove: lo strumento chiamato Majis, costruito da un consorzio franco-italiano, ha infatti completato i test in volo e si appresta a studiare nubi e aurore del pianeta, così come la composizione superficiale delle sue tre lune ghiacciate (Ganimede, Callisto ed Europa). 

Grande ruolo dell’Italia

La realizzazione di Majis ((Moons and Jupiter Imaging Spectrometer), che lavora nel visibile e nel vicino infrarosso (0.5-5.5 m), è stata guidata dall’Istituto di astrofisica spaziale (Ias) di Orsay e finanziata dal Centro nazionale francese per gli studi spaziali (Cnes) e dall’Agenzia spaziale italiana (Asi). L’Istituto nazionale di astrofisica ha coordinato la proposta originale dello strumento e la messa a punto delle componenti italiane, realizzate da Leonardo. Lo spettrometro Majis conferma la grande e consolidata capacità italiana in questo ambito, sia per la parte ingegneristica che per la parte scientifica.

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Inaf e Leonardo in campo

“La scorsa settimana, lo specchio di scansione e l’otturatore sono stati attivati e azionati”, dice Giuseppe Piccioni, co-responsabile dello strumento per l’Inaf. Il nostro Istituto nazionale di astrofisica ha coordinato la proposta originale dello strumento, selezionata dall’Esa a febbraio 2013, e ha poi seguito lo sviluppo del sostanziale contributo hardware italiano che riguarda la testa ottica costituita da telescopio e spettrometro, costruiti da Leonardo (a Campi Bisenzio, Firenze), e la valutazione delle performance attese.

“Sono state poi eseguite osservazioni delle sue lampade di calibrazione interne, confermando le eccellenti prestazioni dello strumento. Majis è quindi pronto per compiere la sua missione – aggiunge Piccioni -, ovvero studiare la composizione della superficie e l’esosfera delle lune ghiacciate e caratterizzare la composizione e la dinamica dell’atmosfera di Giove”. 

Lo studio delle tre lune

Tra gli obiettivi di Majis rivestono la massima importanza la determinazione e mappatura della composizione superficiale delle lune Ganimede, Callisto ed Europa, con particolare enfasi sui composti diversi dal ghiaccio d’acqua già noti da precedenti osservazioni o previsti dai modelli, come sali minerali idrati, volatili e composti organici, e la mappatura composizionale dell’atmosfera di Giove, inclusa la densità delle nubi e la morfologia delle aurore.

Il ritorno scientifico

In questo modo, lo strumento svilupperà ulteriormente le competenze maturate con Jiram, il dispositivo che si trova già attorno a Giove, a bordo della sonda Juno della Nasa. 

“Il completamento dei primi test in volo è un passo importantissimo, che instilla grande ottimismo per il prosieguo della missione Juice”, commenta Raffaele Mugnuolo, responsabile per l’Unità di esplorazioni, infrastrutture e satelliti dell’Asi: “Si tratta di uno strumento complicatissimo che ripagherà in termini di ritorno scientifico senza precedenti”. 

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