IL LANCIO

SpaceX manda in orbita 49 satelliti Starlink e l’Ion della D-Orbit

Settima missione da inizio 2023 per continuare ad ampliare la costellazione SatCom di Musk. Partito anche un carico dell’azienda italiana con tecnologia per eseguire test nello Spazio

01 Feb 2023

Paolo Marelli

Primo: far crescere la costellazione SatCom di Elon Musk per la banda larga nel mondo. Secondo: eseguire alcuni test spaziali su apparecchiature tecnologiche innovative, anche per una maggiore sostenibilità nello Spazio. Con questi obiettivi, un razzo Falcon 9 di SpaceX ha lanciato 49 nuovi satelliti Starlink per l’Internet veloce e il carico del veicolo spaziale Ion dell’azienda italiana D-Orbit, che ha trasportato in orbita materiali per diversi esperimenti, insieme a resti umani cremati (le ceneri) appartenenti a clienti di tutto il mondo: dagli Stati Uniti alla Germania, dalla Nuova Zelanda alla Svizzera. 

Settimo lancio di SpaceX da inizio anno

Il lancio è avvenuto alle 17,15 italiane del 31 gennaio dalla base spaziale californiana di Vandenberg negli Stati Uniti. È il settimo lancio della SpaceX dall’inizio del 2023. Il primo stadio del Falcon 9 è tornato sulla Terra circa 8 minuti e 45 secondi dopo il lancio, atterrando dolcemente sulla nave drone “Of Course I Still Love You” di SpaceX, che era di stanza nell’Oceano Pacifico, al largo della costa della California.

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Eclectic Elena è in orbita

Il veicolo della D-Orbit, chiamato Eclectic Elena, si è separato dal razzo a circa 57 minuti dal lancio, seguito 20 minuti dopo dai satelliti Starlink. Entrambi sono stati lasciati a circa 333 chilometri di altitudine: i 49 Starlink utilizzeranno i propri propulsori per raggiungere l’orbita operativa della SpaceX, compresa tra 539 e 569 chilometri, mentre il trasportatore italiano scenderà di quota, per svolgere i propri esperimenti più vicino all’atmosfera terrestre. 

Un sistema anti-detriti spaziali

Uno di questi, infatti, un simulatore per un nuovo sistema di rilascio dei satelliti che potrebbe essere incorporato nei futuri veicoli di lancio e rimorchiatori spaziali, è stato progettato per bruciare nell’atmosfera entro 4-8 settimane, per ridurre il rischio di produrre nuova spazzatura spaziale. 

Computer, “vela” e ceneri di defunti

Il veicolo italiano trasporta anche un computer di bordo sviluppato da ricercatori e studenti della Scuola politecnica federale di Losanna (Epfl), una vela realizzata da un’azienda tedesca, che verrà dispiegata alla fine della missione per accelerare il rientro nell’atmosfera e, infine, ceneri di defunti, spedite in orbita per un ultimo volo spaziale commemorativo.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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