Le grandi metropoli contemporanee stanno diventando sistemi complessi, dove la tecnologia non serve solo a fornire servizi, ma a governare processi urbani in tempo reale. Uno dei fronti più promettenti in questa evoluzione è quello dell’uso dei dati satellitari nella smart city, che consente di osservare, analizzare e gestire le città dall’alto, integrando immagini radar e ottiche con dati ambientali e demografici.
Durante il format Space Panorama della Fondazione Leonardo, dedicato al ruolo delle tecnologie spaziali nella vita quotidiana, esperti di e-Geos – società partecipata da Leonardo e Telespazio – hanno raccontato come le informazioni provenienti dai satelliti possano rendere più efficienti le amministrazioni urbane, migliorando la qualità della vita e la sicurezza dei cittadini.
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I dati satellitari nella smart city: strumenti per una gestione più efficiente
La definizione di smart city è spesso associata alla digitalizzazione dei servizi pubblici o alla diffusione dei sensori IoT, ma l’osservazione della Terra rappresenta un livello più profondo e strutturale dell’intelligenza urbana. Come spiegato da Benedetta Marsilio di e-Geos, la possibilità di «geolocalizzare e mappare elementi urbani come cassonetti o alberi» consente alle amministrazioni di verificare la presenza e la distribuzione delle infrastrutture di servizio, ottimizzando la manutenzione e riducendo i costi operativi.
Un esempio concreto riguarda la gestione dei rifiuti: grazie all’uso combinato di foto aeree e immagini satellitari, è possibile individuare zone dove l’accumulo di materiali rischia di trasformarsi in discariche abusive. Una mappa aggiornata dei punti critici permette di programmare interventi tempestivi di pulizia e raccolta, ma anche di pianificare percorsi più efficienti per i mezzi di smaltimento, riducendo tempi, carburante e impatto ambientale.
La stessa logica si applica al monitoraggio del verde pubblico. Le immagini ad alta risoluzione consentono di identificare e classificare gli alberi lungo le strade urbane, analizzando la riflessione della luce sulle foglie per determinare la specie e lo stato di salute della vegetazione. Si tratta di dati che permettono una manutenzione mirata e sostenibile, utile sia alla pianificazione ecologica sia alla riduzione delle isole di calore.
Mappe termiche e digital twin: misurare il benessere urbano
Tra gli utilizzi più significativi dei dati satellitari nella smart city vi è la costruzione di mappe di anomalia termica, strumenti fondamentali per comprendere e contrastare il fenomeno delle isole di calore urbane. Le immagini ottiche provenienti dai satelliti consentono di individuare aree in cui la temperatura risulta molto più elevata rispetto alle zone rurali circostanti.
Come spiega Marsilio, queste mappe possono essere integrate con i dati Istat sulla popolazione, evidenziando aree dove vivono anziani o bambini, categorie più vulnerabili agli effetti del caldo. In questo modo, le informazioni ricavate dalla tecnologia spaziale diventa un supporto concreto alle politiche sostenibili, orientando le decisioni su dove piantare nuovi alberi o utilizzare materiali più riflettenti per le superfici urbane.
L’approccio si completa con l’uso dei digital twin, veri e propri gemelli digitali delle città che simulano l’interazione tra infrastrutture, clima e popolazione. Integrando i dati satellitari, i modelli virtuali permettono di testare scenari futuri – ad esempio l’impatto della creazione di nuove aree verdi o la variazione di materiali edilizi – e di prevedere come le trasformazioni urbane influenzeranno la vivibilità dei quartieri.
Radar e deformazioni del suolo: la città vista in movimento
Se l’osservazione ottica offre una rappresentazione visiva delle città, le immagini radar aggiungono la capacità di misurare deformazioni e movimenti del terreno con un grado di precisione millimetrico. Come illustra Emanuele Mele, responsabile Insar Service di e-Geos, grazie al radar «possiamo osservare le deformazioni che possono sussistere in qualsiasi area del globo».
La costellazione Cosmo-SkyMed, sviluppata in Italia, acquisisce immagini radar in qualsiasi condizione atmosferica e in ogni momento della giornata, consentendo il monitoraggio costante di fenomeni come subsidenza, sollevamenti del suolo, frane o cedimenti infrastrutturali. L’analisi comparata di immagini acquisite in tempi diversi rivela gli spostamenti di edifici, ponti, linee ferroviarie o persino foreste.
Questo tipo di tecnologia è già stato impiegato, ad esempio, nel monitoraggio della Metro C di Roma, per verificare la presenza di deformazioni durante la costruzione delle gallerie. Le osservazioni satellitari hanno permesso di individuare spostamenti del terreno e strutture potenzialmente a rischio, fornendo alle autorità strumenti di previsione e prevenzione.
In aree montuose o costiere, le stesse analisi radar permettono ai comuni di monitorare frane, cedimenti o variazioni topografiche che potrebbero compromettere la stabilità di ponti o strade. La possibilità di seguire nel tempo la deformazione di una struttura consente di pianificare manutenzioni mirate e di intervenire prima che un danno si trasformi in emergenza.
L’impatto dei dati satellitari sulla pianificazione urbana
L’adozione dei dati satellitari nella smart city segna il passaggio da una gestione reattiva del territorio a un modello predittivo. Le amministrazioni possono oggi incrociare informazioni ambientali, demografiche e strutturali per definire politiche urbane più efficaci e personalizzate.
Le mappe termiche, i modelli di vegetazione e le analisi radar diventano strumenti di governance basata sull’evidenza, dove ogni decisione – dalla manutenzione di un ponte alla progettazione di un quartiere – poggia su dati oggettivi e verificabili. L’uso dei satelliti consente inoltre di armonizzare le informazioni provenienti da diversi livelli amministrativi, offrendo una visione unitaria del territorio.
Il contributo delle tecnologie spaziali alla pianificazione urbana non si limita alle aree metropolitane. Gli stessi strumenti si rivelano fondamentali anche nelle zone rurali, dove le variazioni del suolo o la gestione delle risorse idriche possono incidere su sicurezza e produttività. La subsidenza legata all’estrazione di acqua o gas, ad esempio, può essere monitorata nel tempo per evitare impatti strutturali sugli edifici o sulle infrastrutture adiacenti.
Verso città più resilienti e predittive
La capacità di osservare il territorio dall’alto offre una prospettiva nuova sul concetto di città intelligente: non solo più connessa, ma anche più consapevole delle proprie dinamiche fisiche. I dati satellitari rendono possibile un controllo continuo del suolo, delle infrastrutture e delle condizioni ambientali, con l’obiettivo di ridurre i rischi e migliorare la qualità della vita.
Come sottolinea Mele, l’integrazione dei servizi e-Geos «mette a disposizione una visione integrata del territorio, a supporto delle amministrazioni e degli enti privati», migliorando la gestione tanto delle aree urbane quanto di quelle rurali.
Le smart city diventano così ecosistemi di dati spaziali, dove le informazioni satellitari dialogano con le reti di sensori terrestri e i sistemi statistici nazionali. La sfida per le metropoli del futuro sarà quella di trasformare questa mole di dati in politiche concrete, capaci di conciliare tecnologia, sostenibilità e benessere collettivo, mantenendo sempre un equilibrio tra innovazione e tutela del territorio.






