L'ANALISI

Spazio, da “affare di Stato” a opportunità di business. Ma serve innovare le norme

Tcw, societa Usa di gestione del patrimonio, prevede capitali in aumento e prospettive di guadagno. Ci sono però ostacoli legati alla crescente conflittualità, a un quadro regolatorio obsoleto e alla spazzatura spaziale

31 Ago 2022

Nicola Desiderio

Lo spazio è un buon affare e i capitali pronti ad investirvi cresceranno ancora, ma occorre gestire alcuni fattori di rischio per garantire la corretta sostenibilità del business nel lungo periodo. Lo scrive Tcw, società di gestione del patrimonio con sede a Los Angeles che ha un portafoglio di capitali gestiti pari a 220 miliardi di dollari.

Dal monopolio alla competizione

In un breve report pubblicato nella Global ESG Newsletter di agosto la società californiana pubblica la sintesi di un’analisi condotta da Cindy Paladines, Senior Vice President ESG, Nicholas Britz, Assistant Vice President ESG, e Weicheng Wang, ESG Research & Engagement Intern. Si parte dallo sviluppo della nuova space economy e della crescente importanza della parte commerciale, del ruolo che le grandi aziende aerospaziali hanno avuto nello sviluppo delle tecnologie e da quello che il governo statunitense ha fatto per sostenere la nascita di un mercato privato dei lanci per renderlo più competitivo.

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L’accessibilità dello spazio

La nascita di un gran numero di aziende commerciali nel settore dei satelliti e dei lanciatori ha permesso una drastica riduzione di costi e spinta verso l’innovazione con soluzioni più piccole, flessibili e accessibili grazie soprattutto ai nuovi razzi riutilizzabili. Si è venuta a creare una piattaforma di nuove e tecnologie e servizi che oggi rappresentano il terreno di sviluppo più interessante per molteplici attività, grazie anche all’impiego dell’Intelligenza Artificiale e del cloud computing. Tcw mette la propria lente in particolare sul telerilevamento e sulla raccolta di dati dallo spazio.

Agricoltura e transizione energetica

Secondo Tcw i campi di applicazione maggiormente interessati dallo spazio, dunque quelli più appetibili per gli investitori, sono la cosiddetta agricoltura di precisione e la transizione energetica. Gli strumenti e i servizi che sono a disposizione dei coltivatori permettono infatti di aumentare la resa delle colture, soprattutto di fronte ai cambiamenti climatici. Grazie ai satelliti inoltre si può migliorare la stabilità degli impianti di produzione di energia rinnovabile, gestendone i carichi in rapporto alle energie non rinnovabili, e ottimizzare la loro localizzazione, anche in aree remote. Si può anche ottimizzare l’efficienza di approvvigionamento delle materie prime come petrolio, rame o anche mais.

Internet satellitare e sviluppo economico

L’analisi tocca anche le tecnologie di comunicazione e Internet satellitare. La stima è che il 37% della popolazione mondiale (2,9 miliardi di persone) non abbia mai utilizzato Internet. Utilizzare i satelliti per la connettività può migliorare le infrastrutture di comunicazione nei paesi sviluppati e portarle dove non ci sono contribuendo alla crescita economica degli angoli più lontani e poveri del pianeta, combattendo povertà, differenze di genere e, in generale, contribuendo al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, Sdg) contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

I rischi dello spazio

Tcw enumera anche i rischi legati allo spazio. Tra questi ci sono la crescente competitività sia commerciale sia geopolitica che vede lo spazio come terreno sempre più caldo. Agli albori lo spazio era terreno di confronto di due sole nazioni, oggi oltre 75 paesi hanno satelliti in orbita, con progetti per il predominio e per lo sfruttamento delle risorse. Anche per questi motivi, stanno emergendo i vuoti di un quadro normativo che risale agli anni Sessanta e tensioni che riflettono il deterioramento del quadro diplomatico a cui assistiamo sulla Terra. Questo fa supporre che lo spazio potrebbe essere presto oggetto di militarizzazione e teatro di una nuova Guerra Fredda.

L’affollamento crescente

L’altra criticità, ben nota, è la crescita rapida dell’affollamento e della spazzatura spaziale. Nel 2020 c’erano in orbita terrestre 6.000 satelliti e solo il 40% era operativo mentre nel 2028 diventeranno 15.000 con un aumento proporzionale dei detriti ed esponenziale dei rischi. L’analisi del Tcw ricorda l’effetto Kessler, ovvero la moltiplicazione dei detriti e delle collisioni secondarie che si autoalimentano rendendo così impossibile la vita per i satelliti e anche per tutte le missioni spaziali che devono superare una fascia orbitale trasformata in un campo minato. Le agenzie spaziali e le società commerciali stanno affrontando il problema con la nascita di società specializzate e ottimizzando il ciclo di vita dei prodotti spaziali.

Capitali in aumento

Anche la gestione della spazzatura spaziale, così come tutti gli altri campi della space economy, beneficerà di flussi di capitale in aumento ma, così come accade per molti settori emergenti, sarà importante garantire che i rischi di ribasso siano gestiti con attenzione per massimizzare il potenziale di rendimento a lungo termine. In parole povere: potrebbero esserci periodi in cui l’investimento non crescerà o scenderà di valore, ma ci sono buoni motivi per credere che una conduzione attenta possa creare benefici interessanti negli anni.

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