LA RUBRICA ASI

La Iss si avvia alla “chiusura”, si apre l’era delle stazioni spaziali private

In vista del 2030, data di fine operatività, la Nasa ha aperto alle aziende per la realizzazione delle nuove “case orbitanti” con cui dare continuità alle attività scientifiche e mantenere il presidio dell’orbita bassa. In campo Blue Origin, Sierra Space, Voyager Space e Axiom Space

29 Mar 2024

Giuseppe Nucera

ISS

La Stazione spaziale internazionale (Iss) e il recente avamposto Tiangong lanciato dalla Cina sono attualmente gli unici due laboratori orbitanti intorno alla Terra. Ma se il Palazzo Celeste (questa la traduzione dal cinese di Tiangong) è un progetto recente, completato tra il 2021 e il 2023, la Iss ha visto i suoi primi moduli in orbita alla fine del 1998 e presto andrà in pensionamento.

Frutto della collaborazione delle agenzie spaziali di Stati Uniti, Russia, Europa, Giappone e Canada, per un totale di 14 diverse nazioni tra cui il fondamentale contributo tecnico e scientifico dell’Italia, la data di fine operatività della Iss è fissata al 2030, limite fino al quale la Nasa e le agenzie partner si impegnano a mantenere in funzione la casa orbitante.

Tuttavia, l’inevitabile smantellamento del primo avamposto in orbita a 400 km di altezza ha spinto Nasa ad aprire ai privati per la realizzazione di future stazioni spaziali tramite cui dare continuità alle attività scientifiche svolte finora sulla Iss e mantenere il presidio dell’orbita bassa.

A seguito degli Space Act Agreements del 2021, tre accordi stipulati da Nasa con altrettante aziende dal valore complessivo di 415,6 miliardi di dollari – di cui uno rescisso in seguito – e un ulteriore finanziamento di 100 milioni di dollari a inizio 2024, sono due gli attuali progetti di future stazioni spaziali commerciali su cui l’agenzia sta scommettendo: il primo è quello di Blue Origin e Sierra Space per la stazione Orbital Reef, finanziata da Nasa con 172 milioni di dollari; il secondo è il progetto guidato da Voyager Space per la realizzazione di Starlab che l’agenzia supporta con 217,5 milioni di dollari.
Al fianco di questo scenario, il terzo partner commerciale di Nasa è Axiom Space con il quale l’agenzia ha stipulato nel 2020 un contratto a prezzo fisso per fornire almeno un modulo commerciale abitabile da collegare alla Iss. Questo sarà il primo passo per la costruzione dell’avamposto commerciale Axiom Station.

Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista Global Science di Asi

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