INNOVAZIONE

Missione su Marte, Enea progetta l’orto hi-tech

L’ente di ricerca italiano parteciperà all’iniziativa internazionale Amadee-24 che vedrà impegnati sei astronauti in una simulazione e in esperimenti scientifici in diversi settori, tra cui geoscienze, robotica, ingegneria, fattori umani, scienze della vita e astrobiologia.

27 Apr 2023

Nicola Desiderio

Orto spaziale

L’Enea parteciperà ad Amadee-24 con Hort3Space, il proprio orto hi-tech a coltivazione idroponica di microverdure completamente automatizzato e realizzato insieme all’Università Sapienza di Roma. Amadee-24 è progetto internazionale gestito dall’Austrian Space Forum e ospitato dal National Center for Innovation and Entrepreneurship dell’Armenia, dove saranno simulate le condizioni ambientali che si trovano su Marte.

Simulare le condizioni su Marte

Il teatro di Amadee-24 sarà il monte Ararat dove opereranno sei astronauti, dotati di tuta spaziale, adottando bracci robotici, le attrezzature, le tecnologie e tutti le procedure che possono aiutare a sviluppare un sistema completo che permetta in futuro l’esplorazione umana di altri pianeti. Lì dove l’Arca di Noe trovò il suo approdo, a pochi chilometri dai confini con la Turchia, l’Azerbaijan e l’Iran, un team internazionale di studiosi compirà esperimenti scientifici in diverse discipline.

Sul monte Ararat

Tra queste: geoscienze, robotica, ingegneria, fattori umani, scienze della vita e astrobiologia. Amadee-24 si svolgerà tra il 5 marzo e l’8 aprile 2024 e in questa fascia temporale l’Enea metterà alla prova il suo Hort3Space realizzato insieme all’S5Lab – Dipartimento di Meccanica e Ingegneria Aerospaziale della Università Sapienza di Roma. L’orto spaziale è completamente automatizzato ed è dotato di luci a Led full-spectrum in modo da permettere la cosiddetta coltivazione idroponica ovvero in soluzioni acquose di sali nutritizi anziché terreno.

La coltivazione idroponica

Si tratta di una tecnica che permette di risparmiare acqua, proteggere le piante da quelle infestanti e dai parassiti e infine controllarne le fasi di crescita così da renderle di fatto indipendenti dalla stagionalità. È comunemente utilizzata in agricoltura per le verdura a foglia verde, ortaggi come pomodori, centrioli e peperoni, le erbe aromatiche come basilico e rosmarino e persino la frutta come meloni, limoni e fragole. L’Hort3Space sull’Ararat sarà allestito all’interno di una camera di coltivazione in una tenda gonfiabile autoportante.

I vantaggi di Hort3Space

La scelta è caduta sulla soluzione dell’Enea per diversi motivi: perché è modulare, dunque può essere organizzata in serie di più micro orti o con orti più grandi; la sua elevata automazione riduce il lavoro degli astronauti; utilizza poche risorse e permette il riciclo anche gli scarti; produce in modo efficiente vegetali freschi dotati di elevati valori nutritivi e pronti al consumo. Insomma: porta un pezzo di Terra nello spazio promettendo una vita nello spazio e su altri pianeti più simile a quella che conduciamo sul nostro.

Il cibo vero nello spazio

Gli studi sul cibo nello spazio e di come portarvi quello terrestre vedono il nostro paese e l’Enea all’avanguardia. Un progetto di micro orto analogo denominato GREENcube è stato condotto dall’Ente di Ricerca nazionale insieme sempre alla Sapienza e all’Università Federico II di Napoli. Un altro vede l’Enea con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e la G&A Engineering con il finanziamento della Regione Lazio. Un altro ancora in corso vede l’Asi insieme a Crea, Coldiretti e Unaprol per verificare lo stato dell’olio extravergine d’oliva dopo 6, 12 e 18 mesi trascorsi sulla Stazione Spaziale Internazionale.

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