LA PREVISIONE

Satelliti contro il climate change, Innmarsat: emissioni zero dal 2040

Il report presentato al vertice di Davos: grazie alle nuove tecnologie dell’aerospace sarà possibile limitare i gas serra in atmosfera. Il ceo Suri: “Più investimenti nello Spazio per salvare il Pianeta”

16 Gen 2023

Paolo Marelli

Satellite_Inmarsat_GX5

Sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie satellitari, sia quelle già esistenti sia le soluzioni in fase di sviluppo, potrebbe far centrare l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2040, dieci anni in anticipo rispetto alla tabella di marcia. È quanto afferma l’indagine messa a punto da Inmarsat, la società di telecomunicazioni satellitari con sede a Londra, e presentata al World Economic Forum in corso a Davos. 

Tale report quantifica, per la prima volta, le tonnellate di carbonio all’anno che i principali settori industriali potrebbero risparmiare grazie alle tecnologie satellitari. In particolare, sotto la lente d’ingrandimento della ricerca finiscono aviazione, navigazione marittima, infrastrutture e reti viarie, energia e consumo del sottosuolo, che insieme rappresentano il 60% delle emissioni globali di carbonio.

Dal cielo al mare: satelliti alleati dell’ambiente 

Secondo l’indagine di Inmarsat, le tecnologie satellitari hanno un potenziale nella riduzione delle emissioni in atmosfera che è stato, però, finora sottovalutato. Ecco perché un cambio di rotta potrebbe passare dalla messa in campo di 5 strategie che consentirebbero di ridurre drasticamente le emissioni.

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Il primo settore a beneficiare delle soluzioni satellitari è l’aviazione commerciale, le cui attuali emissioni globali sono stimate a 0,92 gigatonnellate di CO₂. Come? Le tecnologie dallo Spazio potrebbero aiutare i controllori del traffico aereo a selezionare traiettorie di volo più brevi o più efficienti anche per garantire una gestione più oculata del carburante. 

Dal cielo al mare, con i satelliti che potrebbero consentire velocità semiautomatiche o controllate in modo che le navi si muovano al ritmo stabilito, con il minor impatto di carbonio. Obiettivo: abbattere le emissioni marittime attuali, pari a 1,1 gigatonnellate di CO₂ all’anno.  

Anche le reti viarie (stradali e ferroviarie) possono migliorare il proprio impatto ambientale grazie alle soluzioni satellitari basate sui sistemi globali di navigazione satellitare e sulla telemetria. Inoltre, i sistemi di guida ecologica potrebbero ottenere una riduzione di anidride carbonica del 5-20% grazie ai feedback durante e dopo il viaggio. 

Agricoltura intelligente contro lo smog

Dai trasporti all’efficientamento energetico, fino all’impatto sull’agricoltura e sulla miglior gestione del consumo del suolo. Ecco altre applicazioni su cui le tecnologie satellitari potranno avere un ruolo sempre più centrale.

Ad esempio, la ricerca rileva che le comunicazioni via satellite stanno già consentendo l’eliminazione di 0,3 gigatonnellate in agricoltura. Tuttavia, questa cifra è destinata a crescere fino a 1,9 gigatonnellate grazie all’utilizzo di tecnologie “Internet of Things” (IoT) collegate da satelliti: sensori intelligenti, sistemi di irrigazione automatizzati che utilizzano meno acqua e persino trattori a guida autonoma o droni automatizzati per l’esplorazione delle colture.

Lo Spazio leva contro le emissioni di CO

Secondo Rajeev Suri, chief executive officer di Inmarsat Global, lo sviluppo tecnologico non è una barriera per l’adozione delle strategie citate. La sfida, al contrario, è la mancanza di investimenti e l’integrazione delle tecnologie spaziali e satellitari nella pianificazione globale “net zero”.

Da qui l’appello contenuto nell’indagine: è tempo che i governi e i riconsiderino le loro strategie di decarbonizzazione e considerino lo Spazio come un’opzione reale per affrontare il cambiamento climatico. 

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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