IL WHITE PAPER

Satelliti software-first, leva di crescita essenziale per lo spazio

Nuove dinamiche di domanda e offerta, innovazioni dirompenti e modelli di business trasformativi. In un ambiente più aperto, competitivo e collaborativo, le tecnologie digitali diventano fondamentali per l’industria spaziale. L’hardware è diventato sempre più una commodity, l’attenzione si sposta sul software. Il report realizzato da ReOrbit in collaborazione con Euroconsult

17 Nov 2023

Paolo Marelli

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Il settore spaziale globale sta vivendo una crescita eccezionalmente forte, trainata da nuove dinamiche di domanda e offerta, innovazioni dirompenti e modelli di business trasformativi. Tanto che i ricavi del settore spaziale globale sono passati da 285 miliardi di dollari nel 2016 a 425 miliardi di dollari nel 2022, con un tasso di crescita annuale superiore al 7%. E si prevede anche continueranno ad aumentare nei prossimi anni.

Così come in un ambiente più aperto, competitivo e collaborativo, le tecnologie digitali sono emerse come una leva di crescita essenziale per l’industria spaziale, come per altre grandi industrie, come quella automobilistica e aeronautica. L’hardware è diventato sempre più commoditizzato e meno differenziato, mentre l’attenzione si è spostata sul software.

Il report di ReOrbit ed Euroconsult

Questa è la fotografia scattata dal nuovo report di mercato globale “Software-first satellites: essential growth lever for space”, realizzato da ReOrbit in collaborazione con Euroconsult. Il rapporto analizza il cambiamento di paradigma determinato dal new space, che ha accelerato la trasformazione del settore consentendo un accesso diffuso alle tecnologie e ai servizi spaziali a prezzi accessibili, aumentando il potenziale complessivo del mercato.

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Aziende spaziali uniscono le forze

Secondo il rapporto, l’industria spaziale sta entrando in un’era di consolidamento orizzontale e cooperazione verticale, durante la quale gli attori del mercato dell’industria spaziale cercheranno di limitare l’intensità della concorrenza unendo le forze e cercando partnership all’interno della catena del valore.

Nel secondo e ultimo capitolo, il rapporto approfondisce la transizione digitale nell’industria spaziale, le lezioni apprese da altri settori e il motivo per cui il software svolge un ruolo chiave nel garantire la piena flessibilità dei satelliti e nel consentire reti più integrate, più performanti e più resilienti (software-defined). Il rapporto delinea quattro vantaggi principali, nonché le sfide e i compromessi di un approccio software-first.

Cruciale la condivisione dei dati

“Come chiarisce questo rapporto – afferma Sethu Saveda Suvanam, ceo e fondatore di ReOrbit – è necessario e di grande valore per l’industria spaziale abbracciare la filosofia di progettazione dei satelliti che ruota attorno al fatto che la condivisione dei dati e le comunicazioni devono avvenire non solo dallo Spazio alla Terra, ma anche dallo Spazio allo Spazio. I satelliti devono comunicare tra loro e quindi migliorare l’efficienza delle missioni”.

Architettura software flessibile

Come si può ottenere questo risultato? “Grazie a un’architettura software-first flessibile, in cui tutti questi aspetti sono affrontati in anticipo nel concetto di missione, come funzionalità integrate”, spiega ancora il numero uno di ReOrbit: ”Questo è esattamente il modo in cui ReOrbit cambia il gioco. Il nostro software di volo permette ai nostri satelliti di diventare altamente autonomi, interconnessi, riconfigurabili e manutenibili, fornendo così ai clienti soluzioni ottimizzate per efficienza, connettività e sicurezza”.

I vantaggi di questa tecnologia

Ma cosa significa quindi un satellite software-first? Secondo lo studio di ReOrbit ed Euroconsult, la tecnologia satellite software-first “trasforma infrastrutture spaziali rigide, basate su hardware e monouso in piattaforme intelligenti riutilizzabili, flessibili, distribuite e a basso costo”. Così come i veicoli spaziali sono stati trasformati “in risorse modulari e configurabili in grado di adattarsi in grado di adattarsi rapidamente agli sviluppi del mercato e di migliorare nel tempo le capacità di bordo”. Infine “le soluzioni software-defined sbloccano nuove funzionalità, come le capacità orbitali autonome integrate, essenziali in un ambiente di architettura spaziale multiorbitale e distribuita”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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