Inviare grandi quantità di dati tra i satelliti in modo rapido e sicuro significa utilizzare la luce per comunicare. Ora un gruppo di aziende spaziali, centri di ricerca e università che collaborano con l’Esa (l’Agenzia spaziale europea) ha stabilito una serie di specifiche tecniche (SCARICA QUI IL DOCUMENTO) su come esattamente i satelliti dovrebbero utilizzare la luce per “parlare tra loro” e per collegarsi alle stazioni di terra.
Per costruire satelliti in grado di utilizzare facilmente la luce laser per comunicare, i produttori avranno bisogno di dispositivi ottici in grado di riconoscere e parlare tra loro alle alte velocità di trasmissione dei dati che saranno necessarie in futuro.
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L’iniziativa dell’Esa
Sostenendo e coordinando le discussioni tra aziende spaziali, centri di ricerca e università in Europa e in Canada – nell’ambito dell’ESA’s programme of Advanced Research in Telecommunications Systems – l’Agenzia spaziale europea sta contribuendo a stabilire una serie di caratteristiche tecniche per i collegamenti ottici ad altissima velocità mettendo a punto un documento ad hoc.
Gli obiettivi del programma
Denominata “Esa Specifications for Terabit/second Optical Links”, l’iniziativa mira a promuovere lo sviluppo di prodotti e servizi commerciali interoperabili per le reti ottiche satellitari ad alta capacità, comprese le loro componenti terrestri.
Inoltre questo progetto punta a estendere gli standard disponibili per le comunicazioni spaziali e per le reti terrestri. Ciò consentirà alle aziende spaziali di integrare i futuri satelliti nelle reti terrestri con facilità e senza soluzione di continuità, nonché di sviluppare e utilizzare componenti e software commerciali off-the-shelf.
18 aziende di 8 Paesi
L’approccio dà voce all’industria del futuro ed è simile agli sforzi della Space Development Agency negli Stati Uniti. L’Esa sta coordinando 18 aziende di otto Paesi per definire una serie di specifiche comuni per le future comunicazioni ottiche nello e dallo Spazio.