IL TRAGUARDO

D-Orbit alla decima missione commerciale

In orbita Guardian, il veicolo di trasferimento orbitale Ion Satellite Carrier. A bordo cinque satelliti e due payload di terze parti. Il team di controllo sta ora eseguendo una serie di test e diagnosi in preparazione alla fase operativa

18 Apr 2023

Nicola Desiderio

D-Orbit

D-Orbit ha lanciato Guardian, la decima missione commerciale del suo veicolo di trasferimento orbitale (Otv, Orbital Transfer Vehicle) Ion Satellite Carrier con un lancio a bordo di un razzo Falcon 9 dallo Space Launch Complex 4 East (Slc-4E) della base spaziale di Vandenberg, in California, lo scorso 14 aprile alle ore 23:48 (8:48 del 15 aprile italiane).

Missioni in doppia cifra

L’Otv è stato poi rilasciato con successo alle 1:05 del giorno successivo in un’orbita polare a circa 500 km di altitudine. Come detto, con questa missione D-Orbit va per la prima volta in doppia cifra con il suo veicolo di trasferimento orbitale dalla sua prima missione commerciale avvenuta nel settembre del 2020 con un razzo Vega. Siglata Ion SCV010 – questa la denominazione interna – ha anche il soprannome di Masterful Matthaeus e ha portato in orbita cinque satelliti (di cui uno ancora ignoto) e due payload di terze parti.

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I Kepler 20 e 21

I primi due satelliti citati nella nota diramata dall’azienda di Fino Mornasco (Como) sono i Kepler 20 e 21 della Kepler Communications che vanno a rinforzare l’omonima rete Internet spaziale di prima generazione. Il loro scopo è svolgere altri test in vista della seconda generazione. L’altro satellite è il Vcub1 della brasiliana Visiona Tecnologica Espacial. Trattasi di un nanosatellite dedicato all’Osservazione della Terra da 12 kg di massa e dall’architettura molto sofisticata e dotato di attrezzature d’avanguardia.

Vcub1, brasiliano multiscopo

Tra queste, una telecamera ad alta risoluzione spaziale che cattura immagini con qualità radiometriche e geometriche superiori rispetto ai satelliti commerciali di pari classe, per applicazioni agricole e di protezione ambientale. Il Vcub1 è inoltre dotato di un sistema di raccolta dati UHF basato su tecnologia software radiodefinita, può essere aggiornato in orbita per fornire soluzioni IoT e servirà per convalidare il sistema di controllo dell’assetto e dell’orbita e il software di gestione dei dati di bordo di Visiona.

EpicHyper-1 per l’agricoltura

A bordo c’era anche EpicHyper-1, cubesat di classe 6U della Epic costruito dall’Aac Clyde Space. È il primo di tre unità destinate a raccogliere dati iperspettrali in esclusiva per Wyvern Inc, società canadese di Osservazione della Terra. Tra le loro caratteristiche ci sono la specificità dell’applicazione e la maggior capacità di trasmissione dati verso Terra.  Grazie a questi satelliti, Wyvern offrirà dati al settore agricolo ottimizzando i raccolti e rilevando piante invasive, parassiti e cambiamenti nella composizione del suolo.

Scorpio, a caccia di fonti Rf

I due payload di bordo sono Scorpio e MicroCmg. Il primo è un cubesat sviluppato dal team Space EW di Elt per intercettare, identificare e localizzare dallo spazio fonti elettromagnetiche terrestri, come i segnali Rf. Determinando le caratteristiche di questi segnali e, utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale, Scorpio li categorizza e li archivia. Scorpio sarà dedicato al controllo del traffico marittimo e delle emittenti terrestri con lo scopo di prevenire attività sospette nelle aree marittime e costiere.

MicroCmg, giroscopio intelligente

MicroCmg è invece il primo Control Moment Gyroscope (regolatore giroscopico inerziale) di Veoware ad essere testato nello spazio. Questa missione dimostrativa in orbita sarà fondamentale per sviluppare e commercializzare l’esclusiva tecnologia di controllo dell’assetto dell’azienda di Lovanio. Progettato per supportare veicoli spaziali di peso compreso tra 50 e 250 kg, MicroCmg migliora le capacità di acquisizione dei dati, consente nuove applicazioni in orbita e allarga la finestra temporale per la trasmissione dati verso Terra.

Obiettivo 13 missioni per il 2023

Da parte sua, D-Orbit sta ora eseguendo una serie di test e diagnosi in preparazione alla fase operativa attraverso il proprio team di controllo missione. Guardian è la quarta missione dell’Ion Satellite Carrier dell’anno, la nona a bordo di un vettore di SpaceX con la quale svolgerà altre missioni in futuro grazie ad un accordo siglato nel giugno del 2022 per 11 rideshare entro la fine dell’anno. Per dicembre prossimo D-Orbit prevede di arrivare a 13 missioni intanto nelle prime 10 ha già trasportato in orbita oltre 100 payload.

Un anno intenso

“Ogni nuova missione porta con sé nuove sfide, nuovi traguardi da raggiungere, nuove opportunità per crescere come azienda e come team. L’inizio di quest’anno è stato molto intenso, abbiamo lanciato diverse nuove missioni, chiuso importanti contratti istituzionali, abbiamo spinto molto il team e non potrei essere più orgoglioso e grato per ciò che la loro passione e dedizione ci sta permettendo di raggiungere” ha dichiarato Renato Panesi, co-fondatore e chief commercial officer di D-Orbit.

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