IL PROGETTO

Einstein Probe, in rampa di lancio la missione cinese a caccia di esplosioni di luce

Dotata di una nuova generazione di strumenti a raggi X ad alta sensibilità e con un campo visivo molto ampio, l’astronave esplorerà il cielo per studiare stelle di neutroni e buchi neri. Si parte a gennaio

21 Dic 2023

Paolo Marelli

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La sonda Einstein dell’Accademia cinese delle scienze (Cas) è pronta al lancio nel gennaio 2024. Dotata di una nuova generazione di strumenti a raggi X ad alta sensibilità e con un’ampia visuale, questa missione esplorerà il cielo e andrà a caccia di potenti esplosioni di luce a raggi X provenienti da misteriosi oggetti celesti come stelle di neutroni e buchi neri.

La sonda Einstein è una collaborazione guidata dal Cas con l’Agenzia spaziale europea (Esa) e l’Istituto Max Planck per la fisica extraterrestre (Mpe), in Germania.

Studiare la luce a raggi X

In cambio del contributo allo sviluppo di questa missione e alla definizione dei suoi obiettivi scientifici, l’Esa avrà accesso al 10% dei dati generati dalle osservazioni della sonda Einstein.

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“Grazie al suo design innovativo, la sonda Einstein può monitorare ampie porzioni di cielo con un solo sguardo. In questo modo possiamo scoprire molte nuove sorgenti e allo stesso tempo studiare il comportamento della luce a raggi X proveniente da oggetti celesti noti per lunghi periodi”, afferma Erik Kuulkers, scienziato del progetto della sonda Einstein dell’Esa: “Il cosmo è il nostro unico laboratorio per studiare i processi più energetici. Missioni come Einstein Probe sono essenziali per far progredire la nostra comprensione di questi processi e per saperne di più sugli aspetti fondamentali della fisica delle alte energie”.

Tecnologia all’avanguardia

Per raggiungere tutti i suoi obiettivi scientifici, la sonda Einstein è dotata di una nuova generazione di strumenti ad alta sensibilità e in grado di osservare ampie aree del cielo: il Wide-field X-ray Telescope (Wxt) e il Follow-up X-ray Telescope (Fxt).

Wxt ha un design ottico modulare che imita gli occhi di un’aragosta e utilizza l’innovativa tecnologia Micro Pore Optics. Ciò consente allo strumento di osservare 3.600 gradi quadrati (quasi un decimo della sfera celeste) in un solo colpo. Grazie a questa capacità unica, la Sonda Einstein può tenere d’occhio quasi tutto il cielo notturno in tre orbite intorno alla Terra (ogni orbita dura 96 minuti).

Le nuove sorgenti di raggi X o altri eventi interessanti individuati da Wxt sono poi individuati e studiati in dettaglio con il più sensibile Fxt. Inoltre, il veicolo spaziale trasmetterà un segnale di allarme a terra per attivare altri telescopi sulla Terra e nello spazio che operano ad altre lunghezze d’onda (dalla radio ai raggi gamma). Questi punteranno rapidamente verso la nuova sorgente per raccogliere preziosi dati a più lunghezze d’onda, consentendo così uno studio più approfondito dell’evento.

Il ruolo chiave dell’Esa

L’Esa ha svolto un ruolo importante nello sviluppo della strumentazione scientifica della sonda Einstein. Ha fornito supporto per il collaudo e la calibrazione dei rivelatori di raggi X e delle ottiche di Wxt. L’Esa ha sviluppato il gruppo di specchi di uno dei due telescopi di Fxt, in collaborazione con Mpe e Media Lario, e ha anche fornito il sistema per deviare gli elettroni indesiderati lontano dai rivelatori. Per tutta la durata della missione, le stazioni di terra dell’Esa saranno utilizzate per aiutare a scaricare i dati dal veicolo spaziale.

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