L’ANNUNCIO

Space economy, Urso: “Tema al centro della prima riunione del G7”

Il ministro per le Imprese: “Dall’Italia contributo cruciale allo sviluppo del settore”. Nel 2024 la legge nazionale: “Rafforzeremo le collaborazioni internazionali”

15 Dic 2023

Paolo Marelli

Urso ministro

Il primo appuntamento del G7 a guida italiana sarà il prossimo marzo a Verona e sarà un incontro dei ministri dell’industria e dello spazio dei sette maggiori Paesi industrializzati. È quanto ha annunciato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, nel corso della presentazione di una mostra al Mimit che inaugura la Giornata nazionale dello spazio. Urso ha ricordato l’importanza del 2024 per l’Italia e lo spazio con la legge nazionale sul settore che dovrà vedere la luce e il contributo italiano al regolamento europeo sulla stessa materia.

Urso: “Turismo spaziale con ricadute inimmaginabili”

“I profondi mutamenti dell’economia dello spazio” anche dovuto “all’ingresso dei privati che intendono agire anche nel nostro Paese” ed uno dei settori che ci vedono al centro è quello del “turismo spaziale con ricadute inimmaginabili per il nostro Paese che diventerà una vetrina”, ha aggiunto Urso, intervenendo all’evento in occasione della “Giornata nazionale dello Spazio-Industria e Start Up”, promosso dalla Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine alla Camera dei deputati.

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Il ministro: “Legge sullo spazio nel 2024”

Il prossimo anno – ha ribadito il ministro – sarà importante perché vedrà la definizione della legge spazio. Una legge che ci consentirà di coltivare e rafforzare nuove collaborazioni internazionali, migliorare il nostro ecosistema imprenditoriale e diversificare le nostre partecipazioni”.

Urso: “Più risorse destinate dall’Asi”

 “Siamo consapevoli che lo spazio ha una dimensione italiana”, ha detto Urso, mettendo importanti risorse destinate all’Asi (Agenzia spaziale italiana: “Oltre 3 miliardi di euro, una cifra pari a quella della Francia poco inferiore a quella Germania, utilizzando anche le risorse del Pnrr. Dobbiamo essere capaci di usare al meglio le risorse destinate a questo decisivo comparto”, ha aggiunto Urso. Infine, Urso ha affermato che nel prossimo anno la base spaziale italiana in Kenia (il Luigi Broglio Malindi Space Center) potrà “avere seconda generazione”.

Tecnologia italiana all’avanguardia

“L’Italia non è seconda a nessuno quanto a capacità tecnologica, gli investimenti sono un’altra cosa, in questo Leonardo è molto ben piazzata perché siamo una delle pochissime aziende al mondo che possono disporre di tutte e quattro i segmenti di valore dello spazio”, ha sottolineato il presidente di Leonardo, Stefano Pontecorvo, a margine della giornata dello spazio organizzata da Fondazione Leonardo alla Camera: “Molti centri studi concordano nel dire che la space economy potrà raggiungere un valore complessivo di 1 trilione e mezzo di dollari nel prossimo decennio”.

Tante opportunità per i giovani

Lo spazio è di nuovo in una fase di rapida crescita, occorre coraggio per gettarsi nella corsa e l’Italia lo sta dimostrando: per i giovani ci sarà da divertirsi. È uno dei messaggi che ha lanciato ai giovani Franco Ongaro, responsabile spazio di Leonardo, intervenendo all’evento organizzato alla Camera. “Ci troviamo in una fase di grande trasformazione, una nuova corsa allo spazio con nuovi attori internazionali nel quale occorre gettarsi con coraggio e l’Italia – ha spiegato – lo sta facendo con gli investimenti del Pnrr su Iride, servizi in orbita e la smart factory, una realtà all’avanguardia in Europa che sarà anche hub per molte piccole e medie imprese della filiera spaziale”. “Le sfide sono tante – ha concluso Ongaro – e abbiamo bisogno di tantissimi giovani, elettronici e informatici nonché esperti di cybersecurity e di qualità”.

Più partnership tra pubblico e privato

Oggi lo spazio ha sempre più bisogno di partnership tra pubblico e privato. Così Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) nel suo intervento al convegno della Camera. “Da quel 15 dicembre 1964 – ha detto Valente – quando l’Italia ha messo in orbita il suo primo satellite San Marco, c’è stato un cambio di paradigma nel mondo dello spazio, allora guidato da pochi Paesi. Un approccio istituzionale che nel tempo è cambiato, oggi invece ha visto l’ingresso dei privati ed è necessario stipulare partnership pubblico-privato”. Il presidente dell’Asi ha poi sottolineato la vivacità dell’ecosistema spaziale industriale italiano composto da 300 aziende e 7.000 addetti, nonché 70 nodi per la ricerca: “C’è un panorama aziendale caratterizzato da alcuni grandi player, come Leonardo e Thales Alenia Space, ma anche una presenza massiccia di piccole e medie imprese e sempre più start up”. 

Asi e Esa a fianco dello startup

Proprio per favorire la nascita e lo sviluppo di startup, l’Asi investe già da anni con l’Agenzia spaziale europea nel programma Bic che ha permesso lo sviluppo di vari centri di incubazione da cui sono nati oltre un centinaio di attività imprenditoriali. Misure a cui si sono aggiunte quelle più recenti promosse attraverso i fondi Pnrr, come la costellazione satellitare Iride, sviluppo di servizi in orbita e il progetto Smart factory che avrà lo scopo di supportare i processi di digitalizzazione nella produzione dei satelliti.

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