L’INTERVENTO

Eni, Descalzi: “Per abbattere le emissioni il monitoraggio satellitare è cruciale”

“Lo stiamo impiegando con importanti risultati in differenti paesi e geografie” evidenzia l’Ad della compagnia. Dal 2018 più che dimezzate le emissioni di metano e si punta a quasi azzerarle entro il 2030

20 Mar 2024

Paolo Marelli

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“Dal 2018 ad oggi abbiamo più che dimezzato le emissioni di metano e puntiamo a quasi azzerarle entro il 2030”. Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’Eni, lo dice intervenendo al Cera Week, una delle più importanti conferenze globali dell’energia a Houston. E aggiunge che “per abbattere tali emissioni il monitoraggio satellitare sta diventando cruciale e come Ogci (Oil&gas climate initiative) lo stiamo impiegando con importanti risultati in differenti paesi e geografie”. 

Parola d’ordine: sostenibilità 

“La nostra collaborazione in Ogci, l’alleanza con le altre compagnie sugli obiettivi legati alla decarbonizzazione, ha permesso alle società aderenti di uscire da una comfort zone fatta di una realtà fortemente competitiva e di cooperare per il raggiungimento di un futuro Net Zero”, spiega ancora Descalzi.

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Emissioni di metano sotto lo 0,2%

Nell’ambito della Oil&Gas Climate Initiative (iniziativa volontaria, a cui oggi partecipano 12 compagnie energetiche, per accelerare le azioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi), anche l’italiana Eni è impegnata ad azzerare le emissioni inquinanti insieme alle altre compagnie associate. Prosegue l’ad del Cane a sei zampe: “Nel 2018, abbiamo introdotto, e anche raggiunto, un target collettivo per mantenere l’intensità emissiva di metano ben al di sotto dello 0,2%”.

Gli obiettivi dell’Accordo di Parigi

Intanto, decondo un nuovo rapporto del think tank Carbon Tracker, nessuna delle 25 maggiori compagnie petrolifere e del gas quotate al mondo è in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Bp ottiene risultati migliori rispetto ai suoi concorrenti, grazie al suo piano di ridurre la sua produzione a 2 milioni di barili al giorno di petrolio equivalente (boe/giorno) entro il 2030. 

L’ultimo rapporto di Carbon Tracker, “Paris Misaligned II”, ha misurato la valutazione delle aziende in base a cinque criteri, tra cui l’allineamento degli investimenti, degli obiettivi di produzione e di emissioni, oltre agli incentivi retributivi.  Questi vengono utilizzati per produrre una scheda di valutazione che giudica quanto le compagnie petrolifere e del gas siano ben allineate con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere la temperatura mondiale entro 1,5-1,7°C rispetto all’epoca preindustriale. Se Bp è arrivata in testa, le altre società europee Shell, Equinor, controllata dallo Stato norvegese, la spagnola Repsol, l’italiana Eni e TotalEnergies sono subito dietro, insieme all’indipendente statunitense Chesapeake.

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